Museo speleologico Luigi Fantini

Museo speleologico Luigi Fantini
Ubicazione
Stato	Italia
Località	Bologna
Indirizzo	Piazza VII Novembre 1944, 7
Coordinate	44°30′09.45″N 11°19′59.39″E / 44.502625°N 11.333163°E Coordinate: 44°30′09.45″N 11°19′59.39″E / 44.502625°N 11.333163°E
Caratteristiche
Intitolato a	Luigi Fantini
Istituzione	1995
Gestione	Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna
Visitatori	260 (2022)
	Sito web
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Il Museo speleologico o museo di speleologia Luigi Fantini, ha sede all'interno del cassero barocco di Porta Lame, costruito a metà del Seicento una delle porte di accesso alla città, lungo le antiche mura cittadine abbattute agli inizi del Novecento.^[1]

È visitabile su appuntamento.^[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il museo conserva un ricco patrimonio mineralogico, in gran parte derivante dall'area dei gessi bolognesi, ma comprende anche campioni originari di altre regioni italiane. Molteplici sono anche gli esemplari di cristallizzazioni, mineralizzazioni e concrezionamenti.^[1]

Alcune vetrine espositive di carattere "storico" presentano gli attrezzi utilizzati dai primi esploratori del Gruppo Speleologico Bolognese, fondato nel 1932 da Luigi Fantini, pioniere delle ricerche sulla preistoria bolognese, a cui il museo è intitolato.^[1]

Corredano le collezioni una biblioteca speleologica contenente circa novemila volumi e un archivio fotografico ricco di circa cinquemila immagini di grotte e ambienti carsici.^[1]^[3]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La biblioteca e il nucleo originario della collezione mineralogica, raccolto tra il 1957 ed il 1970, erano ospitati fin dall'origine al secondo piano del cassero di Porta Lame, già sede del Gruppo Speleologico Bolognese nei locali concessi dal Comune di Bologna, prima ancora che si pensasse a un museo.^[2]

Nel 1994 l'Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna (dal 2021 Servizio Patrimonio culturale^[4]), con cui il gruppo speleologico collaborava già dal 1990, si interessò al patrimonio della biblioteca e propose l'istituzione di un "Museo e Biblioteca Luigi Fantini".^[2]

Il progetto si concretizzò l'anno successivo, con l'acquisizione e la cessione da parte dell'IBACN delle lastre fotografiche del Fantini^[5] esposte quello stesso anno a Palazzo Re Enzo in occasione del centenario dalla nascita del Fantini, e l'aggiunta di armadi e nuove teche.^[2] In un primo tempo il numero di visitatori restò limitato per motivi di accessibilità degli spazi.^[2]

Con la concessione di nuovi spazi da parte del Comune, nel 2018 il museo è stato rinnovato e ampliato, occupando anche parte del piano terra del cassero, le collezioni sono state ricatalogate e selezionate per una migliore fruibilità da parte del pubblico.^[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

^ ^a ^b ^c ^d Museo speleologico "L. Fantini", su dati.beniculturali.it. URL consultato il 15 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 20 aprile 2021)., pubblicato con licenza CC BY-SA 4.0
^ ^a ^b ^c ^d ^e ^f Museo di speleologia "Luigi Fantini", su gsb-usb. URL consultato il 2 maggio 2024.
^ Museo speleologico "L. Fantini", su Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo, 14 aprile 2020, ultimo aggiornamento 18 ottobre 2021. URL consultato il 2 maggio 2024.
^ Homepage, su Istituto per i beni artistici — culturali e naturali. URL consultato il 2 maggio 2024.
^ Escluse le lastre sulle case storiche rimaste nelle collezioni della Fondazione della Cassa di Risparmio di Bologna.