Mona Hammond

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Mona Hammond, pseudonimo di Mavis Chin (Clarendon Parish, 26 novembre 19344 luglio 2022[1]), è stata un'attrice giamaicana naturalizzata britannica, cofondatrice della Compagnia Teatrale Talawa.

Emigrò definitivamente nel Regno Unito nel 1959. Era conosciuta principalmente per i suoi ruoli di attrice alla televisione britannica: lavorò nelle sitcom ed ebbe la parte di Blossom Jackson nella soap opera della BBC EastEnders. Nel 2005 fu nominata OBE.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Hammond si trasferì in Inghilterra nel 1959 e lavorò inizialmente per la Norman e Dawbarn Architetti. Frequentò corsi serali presso l'Istituto Città di letteratura per due anni e in seguito si aggiudicò una borsa di studio, per la Royal Academy of Dramatic Art. Iniziò la sua carriera di attrice sul palco , poi apparve in Softly (1968) e Il problema Shooters (1969). Il suo ruolo di primo piano è stato Lady Macbeth in la Roundhouse nel 1970 di Peter Coe. Trascorse inoltre due anni presso la Royal National Theater; partecipò alle produzioni Fuente Ovejuna, Peer Gynt (diretto da Declan Donnellan) e Il crogiolo. Nel 1985 insieme a Yvonne Brewster, e Inigo Espejel Carmen Munroe fondò una compagnia teatrale. Sensibile al tema della diaspora africana, si batté anche per la reinterpretazione di pezzi classici inglesi. Al cinema lavorò nei film The Black giacobini, Il valore della sincerità e Re Lear.

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1965 al 1987 fu sposata con Michael Saunders: dal matrimonio, terminato con un divorzio, nacque un maschio, Matthew Paul, che morì prima di lei.

Filmografia parziale[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Ufficiale dell'Ordine dell'Impero Britannico - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) EastEnders and Desmond’s actor Mona Hammond dies aged 91, su the Guardian, 5 luglio 2022. URL consultato il 6 luglio 2022.
  2. ^ (EN) The London Gazette (PDF), n. 57665, 11 giugno 2005, p. 9.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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