Miss spogliarello

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Miss spogliarello
Titolo originaleEn effeuillant la marguerite
Paese di produzioneFrancia
Anno1956
Durata97 minuti (edizione originale)
96 minuti (edizione italiana)
Dati tecniciB/N
Generecommedia
RegiaMarc Allégret
SoggettoWilliam Benjamin
SceneggiaturaRoger Vadim, Marc Allégret
ProduttoreRaymond Eger, Ray Ventura
Casa di produzioneFilms EGE, Hoche Productions
FotografiaLouis Page
MontaggioSuzanne de Troeye
MusichePaul Misraki
TruccoHagop Arakelian
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Direttore di doppiaggio: Giulio Panicali

Miss spogliarello (En effeuillant la marguerite) è un film del 1956 diretto da Marc Allégret.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Agnese Dupont è la figlia di un rispettabile colonnello di Vichy. La sua passione per la scrittura la porta a scrivere, sotto pseudonimo, lo scandaloso libro erotico Sfogliando la margherita, il quale riscuote uno strepitoso successo senza però trarne un profitto economico. Riferita la verità al padre, dopo una sua sfuriata Agnese fugge di casa per raggiungere Parigi con lo scopo di strappare un contratto per un suo nuovo manoscritto. Nel treno che la porta alla capitale incontra Daniel e Roger, due giornalisti, che la salvano dalla multa per essere sprovvista di biglietto, e tra Daniel e Agnese nasce una reciproca simpatia.

Brigitte Bardot in una scena del film

Arrivata a quella che crede essere l'abitazione del fratello Uberto, scopre solo in seguito, dopo aver venduto un preziosissimo manoscritto originale di Honoré de Balzac per comperarsi dei vestiti, che il posto è l'abitazione-museo del celebre scrittore, in cui Uberto vi lavora in qualità di guida turistica. Per ricavare la somma necessaria per ricomprare il libro, Agnese si iscrive al concorso Miss spogliarello, una gara di strip-tease. Nel locale interessato intravede da dietro le quinte i due giornalisti; per non farsi riconoscere decide di indossare una maschera e di esibirsi con lo pseudonimo di Lolita. Dopo l'esibizione, che suscita un'ovazione, Daniel si reca in camerino per conoscere la donna che ha fatto girare la testa all'intera platea. Riuscito ad avvicinarla, le dichiara di essersi innamorato e che rinuncerebbe a qualsiasi donna per lei, provocando in Agnese un forte dolore.

Divenuta una celebrità, Lolita arriva in finale, organizzata nel casinò della sua Vichy. Qui incontra ancora Daniel, che dichiara a Lolita di essere innamorato di Agnese, che si rivela essere la stessa persona. Venuto a conoscenza della presenza di Agnese, il colonnello si precipita al casinò, dove si riconcilia con la figlia e conosce il futuro genero.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Edizione italiana[modifica | modifica wikitesto]

Nell'edizione originale francese il personaggio dell'amica di Agnese si chiama Sofia ed è italiana, identità che dà spunto ad Agnese per partecipare agli spettacoli di spogliarello sotto pseudonimo. Nell'edizione italiana i nomi di Sofia sono stati sostituiti dal nome Lolita, e l'origine modificata in spagnola.

L'edizione italiana si differenzia inoltre dalla mancanza di alcune scene di nudo, anche integrale, presenti nell'edizione originale. Tali scene sono sostituite dalle stesse scene rigirate dalla produzione senza presentare nudi.

Controversie[modifica | modifica wikitesto]

Il 27 febbraio del 1957 il film iniziò a essere pubblicizzato in Italia per la sua imminente uscita nelle sale. Su tutta Roma erano affissi grandi manifesti pubblicitari raffiguranti Brigitte Bardot in abiti succinti; in particolare due di essi vedevano la Bardot nuda coperta da una grande mano bianca[3] e un altro in cui era raffigurata in quattro pose.[4] Tali manifesti furono due dei tanti[5] che provocarono l'ira del pontefice papa Pio XII, esternata il 5 marzo in un discorso di Quaresima contro l'immoralità.[6][7][8] A causa dello scalpore suscitato i manifesti vennero immediatamente sequestrati il 7 marzo; quelli già affissi coperti sulle parti rappresentanti Brigitte Bardot. Inoltre venne intentata una causa da parte dell'avvocato ed ex deputato democristiano Agostino Greggi[9][10][11][12] contro i capi uffici diffusione della casa distributrice[13][14] sulla base di una petizione firmata da circa tredicimila persone.[15][16][17]

A supporto, sull'amoralità del film, Giulio Andreotti, che sulle pagine di Concretezza, di cui era direttore, si definì stupito dalla concessione alla distribuzione da parte del consiglio di revisione cinematografica, sostenendo che il film potesse esercitare una funzione deleteria, e che quindi non avrebbe dovuto essere ammesso in circolazione.[18][19]

Critica[modifica | modifica wikitesto]

«I clericali si sono sentiti così profondamente offesi di fronte a Miss Spogliarello, non tanto perché esso contravviene alle leggi della loro morale quanto perché non rispettava quella della loro ipocrisia... Il personaggio di Brigitte Bardot è al di fuori di queste regole clerical-borghesi... non c'è senso del peccato; c'è l'ignoranza o la noncuranza della legge, piuttosto che la volontà di contravvenirla. Questo è l'alito di anticonformismo che vivifica il suo personaggio nel quale indubbiamente si rispecchia uno degli aspetti della gioventù nella vita d'oggi.»

«Con la lega di candore e di pepe, di bambinaggine e di nudo, che contrassegna l'«ingenua» moderna, Brigitte Bardot è la piccante protagonista di Miss Spogliarello («En effeuillant la marguerite»), un divertente filmetto francese, di clima poscladistico, ma dalla trama assai innocente. [...] Il filmetto decade un po' verso il fondo, ma ha una prima parte fervidamente comica, con dialoghi e battute assai spiritosi. Più che bravina la Bardot, ottimo Gélin nella parte del giornalista, e piacevoli i molti interpreti di contorno.»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Sofia nell'edizione francese
  2. ^ Bacchus nell'edizione francese
  3. ^ La locandina è visibile qui
  4. ^ Visibile nell'articolo La polizia all'assalto di Miss spogliarello Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive., l'Unità, 10 marzo 1957
  5. ^ Gli altri erano i manifesti dei film Trapezio raffigurante Gina Lollobrigida con un bustino succinto che sale su una corda, quelli di Poveri ma belli in cui Ettore Manni e Marisa Allasio si abbracciavano in costume da bagno su un barcone del Tevere e un altro in cui la Allasio sfilava fra una schiera di giovani estasiati e quello di Zarak Khan raffigurante Anita Ekberg vestita da odalisca
  6. ^ Il Pontefice esorta i cattolici a vincere la dilagante immoralità, di D.M., La Stampa, 6 marzo 1957
  7. ^ Commenti al discorso di Pio XII nel mondo politico e religioso, di D.M., La Stampa, 7 marzo 1957
  8. ^ La censura dei manifesti cinematografici, di Maurizio Cesare Graziosi, su cinecensura.com/
  9. ^ In tribunale i manifesti immorali di Brigitte Bardot e Anita Eckberg Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive., l'Unità, 9 aprile 1957
  10. ^ Condanna per i manifesti pubblicitari riproducenti la Bardot ed Anita Ekberg, di Guido Guidi, La Stampa, 27 giugno 1958
  11. ^ Brigitte, senza pudori, di Liliana Madeo, La Stampa del 23 agosto 1973
  12. ^ Due distinte beghine e un austero genitore puntano il dito sulle doti di Brigitte e Anita Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive., di Gastone Ingrascì, l'Unità, 12 aprile 1957
  13. ^ Manifesti di film sequestrati perché contrari alla morale, La Stampa, 10 marzo 1957
  14. ^ Austeri i manifesti e la tv dopo i richiami del Pontefice, A.N., La Stampa, 14 marzo 1957
  15. ^ Il Tribunale respinge tredicimila lettere ordinate dai parroci per Miss Spogliarello Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive., di Gastone Ingrascì, l'Unità, 23 aprile 1958
  16. ^ Conclusa con un'ammenda il processo per i manifesti di Miss spogliarello Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive., l'Unità, 27 giugno 1958
  17. ^ È da questo episodio che il celebre sceneggiatore Rodolfo Sonego trasse ispirazione per il soggetto de Il moralista, film satirico del 1959.
  18. ^ Un articolo del ministro Andreotti contro i film deleteri ed immorali, di A.N., La Stampa, 19 marzo 1957
  19. ^ La patente di Andreotti Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive., di Tommaso Chiaretti, l'Unità, 22 marzo 1957
  20. ^ Milena Gabanelli-Alessandra Mattirolo: Brigitte Bardot, Gremese Editore, 1983, p. 64
  21. ^ Sullo schermo

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