Mihrengiz Kadın

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Mihrengiz Kadın
Mihrengiz Kadın in età avanzata
Kadın
Seconda Consorte Imperiale
In carica17 ottobre 1909 –
3 luglio 1918
Nome completoFatma Hanim (alla nascita)
TrattamentoSua Altezza Imperiale
NascitaAdapazari o Sochi, 15 ottobre 1869
MorteAlessandria d'Egitto, 12 dicembre 1938
SepolturaMausoleo del Khedive Twefik Pasha
Luogo di sepolturaIl Cairo
DinastiaCasa di Osman (per matrimonio)
Consorte diMehmed V
FigliŞehzade Ömer Hilmi
ReligioneIslam sunnita

Fatma Mihrengiz Kadın (turco ottomano: مهرانکیز قادین, "figlia del sole/della luce"; Adapazarı o Sochi, 15 ottobre 1869Alessandria d'Egitto, 12 dicembre 1938) è stata la terza consorte del sultano ottomano Mehmed V.

Infanzia[modifica | modifica wikitesto]

Mihrengiz Kadın nacque il 15 ottobre 1869, come Fatma Hanim. I documenti ufficiali affermano che è nata ad Adapazarı, ma Harun Açba crede invece che sia nata a Sochi e che sia fuggita nell'Impero ottomano con la sua famiglia durante la guerra russo-turca del 1877–1878. In ogni caso, venne mandata alla corte ottomana di Istanbul e ricevette una buona educazione a Palazzo, dove venne rinominata Mihrengiz Hanim imparò a suonare il pianoforte. Aveva un fratello di nome Ibrahim Bey, che serviva come terzo ciambellano del Sultano[1][2].

Matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Mihrengiz sposò Mehmed come sua terza consorte lui era ancora Şehzade. Dopo l'ascesa al trono del Sultano Abdul Hamid II nel 1876, suo fratellastro maggiore, Mehmed divenne l'erede al trono, dopo il quale furono trasferiti negli appartamenti dell'erede nel Palazzo di Dolmabahçe. Il 2 marzo 1886, diede alla luce il suo unico figlio, Şehzade Ömer Hilmi.[3] Il 27 aprile 1909, dopo l'ascesa al trono di Mehmed,[4] le fu dato il titolo di "Terza Kadın". Sul finire dell'anno, alla morte di Dürriaden Kadın, venne promossa "Seconda Kadın".[5]

Safiye Ünüvar, un'insegnante nella scuola di palazzo, che la conobbe nel 1915, annotò nelle sue memorie che non era come le altre mogli, perché Mihrengiz era magra ed emaciata, mentre le altre erano più in carne. Questo perché Mihrengiz era di salute fragile e perennemente malata.[6][7]

Il 30 maggio 1918, Mihrengiz conobbe l'Imperatrice Zita di Borbone-Parma nell'harem del Palazzo di Yıldız, quando quest'ultima visitò Istanbul con suo marito l'Imperatore Carlo I d'Austria.[8]

Filantropia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1912, il "Centro per le donne Hilal-i Ahmer" fu organizzato con l'"Associazione ottomana Hilal-i Ahmer", una fondazione stabilita nel 1877 per provvedere a cure mediche a Istanbul e nelle comunità circostanti.[9] Mihrengiz era un membro di quest'organizzazione.[10]

Nel maggio del 1915, Mihrengiz visitò i soldati all'Ospedale Haydarpasha insieme ad altre donne dell'harem imperiale. Durante la sua visita si indirizzò anche ai soldati:[11]

«Come state, miei figli soldati, miei fratelli soldati! Cosa vorreste? Noi siamo tutti al vostro servizio! Se io sapessi come fasciare le vostre ferite, vi presterei grande attenzione e devozione e vi girerei intorno alla testa come un'abile infermiera. Siete molto preziosi per noi.»

Ultimi anni e morte[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la morte di Mehmed, andò a vivere con suo figlio. All'esilio della famiglia imperiale nel marzo del 1924, Mihrengiz, suo figlio Şehzade Ömer Hilmi e i suoi due figli, Emine Mukbile Sultan e Şehzade Mahmud Namik, si trasferirono prima a Beirut e poi a Nizza,[12] e alla fine ad Alessandria d'Egitto dove Omer Hilmi morì nel 1935.[3] Lei morì il 12 dicembre 1938 ad Alessandria all'età di sessantanove anni. Fu sepolta nel mausoleo di Khedive Twefik Pasha al Il Cairo.[6]

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Da Mehmed V, Mihrengiz Kadın ebbe un figlio:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ M. Metin Hülagü (2008). Yurtsuz İmparator: Vahdeddin : İngiliz gizli belgelerinde Vahdeddin ve Osmanlı hanedanı. Timaş. p. 351. ISBN 978-975-263-690-3.
  2. ^ Toplumsal tarih. Türkiye Ekonomik ve Toplumsal Tarih Vakfı. 2003. p. 10.
  3. ^ a b Brookes 2010, p. 287
  4. ^ Faroqhi, Suraiya (2008). The Cambridge History of Turkey. Cambridge University Press. p. 79. ISBN 978-0-521-62096-3.
  5. ^ Uluçay 2011, p. 260
  6. ^ a b Brookes 2010, p. 208
  7. ^ Sakaoglu 2008, p. 702
  8. ^ Açba, Leyla (2004). Bir Çerkes prensesinin harem hatıraları. L & M. p. 56. ISBN 978-9-756-49131-7.
  9. ^ Hacker, Barton; Vining, Margaret (August 17, 2012). A Companion to Women's Military History. BRILL. p. 199. ISBN 978-9-004-21217-6.
  10. ^ Ahmet Zeki İzgöer; Ramazan Tuğ (2013). Padişahın himayesinde Osmanlı Kızılay Cemiyeti 1911-1913 yıllığı. Türkiye Kızılayı Derneği. p. 49. ISBN 978-605-5599-14-0.
  11. ^ Os, Nicolina Anna Norberta Maria van (2013-10-31). Feminism, Philanthropy and Patriotism: Female Associational Life in the Ottoman Empire. Leiden University Institute for Area Studies (LIAS), Faculty of Humanities, Leiden University. p. 438.
  12. ^ Vâsıb, Ali; Osmanoğlu, Osman Selaheddin (2004). Bir şehzadenin hâtırâtı: vatan ve menfâda gördüklerim ve işittiklerim. YKY. pp. 204, 210, 224. ISBN 978-9-750-80878-4.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Brookes, Douglas Scott (2010). The Concubine, the Princess, and the Teacher: Voices from the Ottoman Harem. University of Texas Press. ISBN 978-0-292-78335-5.
  • Sakaoğlu, Necdet (2008). Bu mulkun kadin sultanlari: Valide sultanlar, hatunlar, hasekiler, kadinefendiler, sultanefendiler. Oglak Yayincilik. ISBN 978-9-753-29623-6.
  • Uluçay, Mustafa C. (2011). Padisahlarin kadinlari ve kizlari. Ankara: Otuken. ISBN 978-9-754-37840-5

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]