Michele Carnino

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Michele Carnino
NascitaCuneo, 17 novembre 1900
MorteLivorno, 18 gennaio 1978
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Bandiera dell'Italia Italia
ArmaRegia Marina
Marina Militare Italiana
Anni di servizio1916-1965
GradoTenente generale di Porto
GuerrePrima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
Comandante disottomarino Narvalo
sottomarino Enrico Tazzoli
Comandante generale del Corpo delle capitanerie di porto
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Navale di Livorno
dati tratti da Guardia Costiera[1]
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Michele Carnino (Cuneo, 17 novembre 1900Livorno, 18 gennaio 1978) è stato un ammiraglio italiano, che ricoprì l'incarico di Comandante generale del Corpo delle capitanerie di porto tra il 3 febbraio 1961 e il 17 ottobre 1965.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

La motovedetta CP-231 della Classe 200 Super Speranza.

Nacque a Cuneo il 17 ottobre 1900.[2] Arruolatosi giovanissimo nella Regia Marina, nel 1914, all'età di quattordici anni, inizia a frequentare la Regia Accademia Navale di Livorno. Dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 24 maggio 1915, frequentò i corsi per ufficiale di stato maggiore e successivamente, a partire dal 1916, prende parte alle operazioni navali, operando quindi in Africa fino al 1920.[2] In quell'anno termina il ciclo di studi e ottiene il grado di guardiamarina, iniziando poi un ciclo di imbarchi su unità di superficie.[1] Appassionatosi all'arma sottomarina ne ottiene l'abilitazione nel 1928, operando poi come comandante del sottomarino Narvalo (Classe Squalo) e successivamente dell'Enrico Tazzoli. Nel 1931 è trasferito in servizio nel Corpo delle Capitanerie di Porto, prestando servizio presso la Capitaneria di Genova sino al 1934.[1] Divenuto maggiore assume l'incarico di vicecomandante del Compartimento Marittimo di Imperia, ricoprendo questo incarico fino al 1938.[2]

Promosso tenente colonnello, dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale prestò servizio presso lo Stato maggiore della Regia Marina, poi fu al Comando della Capitaneria di porto di Gaeta e, nel 1943, ricoprì l'incarico di Capo Servizio Marina mercantile nel Comando Superiore delle Forze Subacquee Italiane in Atlantico a Bordeaux (BETASOM).[2]

Dopo la fine del secondo conflitto mondiale, nel 1946 assunse il comando del porto di Livorno, poi della Capitaneria di porto di Viareggio e successivamente assunse la Direzione Marittima della Toscana.[2] Nei primi anni cinquanta del XX secolo è destinato alla direzione dell'Ente Autonomo Porto di Genova. Fino al 1954, con il grado di Generale di Porto, ebbe la Direzione Marittima di Venezia.[1] Al termine del comando veneto, divenuto Maggiore Generale, assunse l'incarico di Direttore Marittimo della Liguria, ricoprendo tale incarico dal 1954 al 1961.[2]

Nominato Tenente generale di Porto, il 3 febbraio 1961 fu nominato Comandante generale del Corpo delle capitanerie di porto, ricoprendo tale incarico fino al 17 ottobre 1965, data in cui per raggiunti limiti di età lasciò il servizio attivo.[1] Durante il suo mandato la scarsa dotazione di mezzi in servizio fu integrata con l'acquisizione delle motovedette veloci Classe 200 Super Speranza,[3] e verso la fine del 1964 si oppose fermamente alla richiesta di smilitarizzazione del Corpo della Capinaterie di porto e la riduzione dei compiti amministrativi avanzata dai sindacati della marina mercantile.[4] Si spense a Livorno il 18 gennaio 1978.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Croce al merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 20 aprile 1933.[5]
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 9 marzo 1942.[6]
Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (3 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa delle campagne d'Africa (1882-1935) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa del periodo bellico 1940-43 (3 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della guerra di liberazione - nastrino per uniforme ordinaria
Croce d'oro per anzianità di servizio - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Guardia Costiera.
  2. ^ a b c d e f g Nonnodondolo.
  3. ^ Ocean4future.
  4. ^ Giattini 2020, p. 159.
  5. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.219 del 20 settembre 1933, pag.4187.
  6. ^ Supplemento Ordinario alla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.205 del 14 dicembre 1942, pag.3

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Federico Creattini, Dalla laguna a Porto Marghera. Lungo le questioni del patriarcato di Angelo Giuseppe Roncalli, Bergamo, Università degli Studi di Bergamo, 2018.
  • Andrea Giattini, CAESAREM VEHIS La Capitaneria di porto nel monumentale porto di Civitavecchia, Borgoricco, Logo s.r.l., 2020.
  • Giorgio Giorgerini, La guerra italiana sul mare, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2002, ISBN 978-88-04-50150-3.
  • Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2002, ISBN 978-8-80450-537-2.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Comandante generale del Corpo delle capitanerie di porto Successore
Alfonso Federici 17 ottobre 1965 - 11 febbraio 1967 Domenico Modica