Matthew Cowles

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Matthew Cowles con Jennifer West

Matthew Cowles (New York, 28 settembre 1944New York, 22 maggio 2014) è stato un attore, drammaturgo e insegnante statunitense.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio dell'attore e produttore teatrale Chandler Cowles, nacque a New York City il 28 settembre 1944. Insegnò educazione religiosa presso la Chiesa della Natività[1], conciliando tale attività con la recitazione.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1966 interpretò il ruolo principale nell'adattamento di Edward Albee del romanzo a fumetti di James Purdy Malcolm allo Shubert Theater di New York[2]. Nel 1968 apparve con Al Pacino e John Cazale nella pièce The Indian Wants the Bronx di Israel Horovitz.

Esordì sul grande schermo nel film Me, Natalie (1969), diretto da Fred Coe, dove interpretava il ruolo di Harvey Belman (anche Al Pacino debuttò in questo film). Nello stesso anno partecipò alla sua prima serie televisiva, N.Y.P.D., nel ruolo di Joe Czernak. Nel 1978 fu candidato per un Daytime Emmy come miglior attore in una serie drammatica, e, nel 1981, come miglior attore non protagonista in una serie drammatica, per il ruolo di Billy Clyde Tuggle in nella serie La valle dei pini, ruolo che creò e scrisse[3].

Nel 1983 entrò a far parte della Mirror Repertory Company del The Mirror Theatre. Nel corso della prima stagione si esibì nelle piece teatrali Paradise Lost, Rain, Inheritors e The Hasty Heart[4].

Nel 2010 Cowles partecipò con un cameo al film Shutter Island di Martin Scorsese. Recitò in tre brevi spettacoli per lo show radiofonico e il podcast Playing On Air[5][6][7][8].

Decesso[modifica | modifica wikitesto]

Matthew Cowles è morto per insufficienza cardiaca congestizia il 22 maggio 2014[9].

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1980 sposò l'attrice Kathleen Dezina, sua co-protagonista ne La valle dei pini.

Nel 1983 sposò l'attrice Christine Baranski, dalla quale ebbe due figlie, Isabel, nata nel 1984, e Lily, nata nel 1987[10]. In un profilo del The New York Times di sua moglie, venne descritto come "la pecora nera di una famiglia con legami con i tipi di Cowles ed i banchieri Drexel"[11]. Era un appassionato motociclista.

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Martin Begnal, Matthew Cowles was not like his evil soap character | Republican American Archives, su archives.rep-am.com, 8 giugno 2014. URL consultato il 7 febbraio 2021.
  2. ^ (EN) Matthew Cowles – Broadway Cast & Staff, su Internet Broadway Database. URL consultato il 7 febbraio 2021.
  3. ^ (EN) SAMUEL DORSKY SYMPOSIUM ON PUBLIC MONUMENTS: 2004 Speaker Biographies, su web.archive.org, 29 gennaio 2009. URL consultato il 7 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 29 gennaio 2009).
  4. ^ (EN) Mel Gussow, THEATER: MIRROR REP, IN A REVIVAL OF 'RAIN' (Published 1984), in The New York Times, The New York Times Company, 11 marzo 1984. URL consultato il 7 febbraio 2021.
  5. ^ (EN) Matthew Cowles – Playing On Air, su web.archive.org, 8 dicembre 2014. URL consultato il 7 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2016).
  6. ^ (EN) New Podcast! GETTING IN by Frank Gilroy – Playing On Air, su web.archive.org, 28 settembre 2015. URL consultato il 7 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2016).
  7. ^ (EN) Matthew Cowles, su Playing On Air. URL consultato il 7 febbraio 2021.
  8. ^ (EN) New Podcast! The Strangest Kind of Romance by Tennessee Williams – Playing On Air, su web.archive.org, 21 febbraio 2016. URL consultato il 7 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2016).
  9. ^ (EN) BWW News Desk, Actor Matthew Cowles Passes Away, su BroadwayWorld.com, 24 maggio 2014. URL consultato il 7 febbraio 2021.
  10. ^ (EN) Lily Cowles, su Internet Movie Database. URL consultato il 7 febbraio 2021.
  11. ^ (EN) Cathy Horyn, Christine Baranski: ‘I Was Never Beautiful’ (Published 2011), in The New York Times, The New York Times Company, 15 aprile 2011. URL consultato il 18 dicembre 2020.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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