Matt Helders

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Matthew Helders
Matt Helders durante un concerto con gli Arctic Monkeys nel 2012
NazionalitàBandiera del Regno Unito Regno Unito
GenereIndie rock[1]
Garage rock[2]
Post-punk revival[3]
Periodo di attività musicale2002 – in attività
Strumentobatteria, voce, percussioni, tastiere, fisarmonica
EtichettaDomino Records
Gruppi attualiArctic Monkeys
Album pubblicati8
Studio6
Live1
Raccolte1
Sito ufficiale

Matt Helders, vero nome Matthew Jerome Helders (Sheffield, 7 maggio 1986), è un batterista e disc jockey britannico, membro e seconda voce del gruppo indie rock Arctic Monkeys.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato ad High Green, a Sheffield, nel 1986, ha un fratello di nome Gary. Era vicino di casa di Alex Turner e di Jamie Cook, e compagno di classe di Turner alla Stockbridge High School.[4] Ha una grande passione per l'hip-hop, e afferma di essere diventato batterista degli Arctic Monkeys solo perché erano finiti gli strumenti a disposizione, infatti comprò il suo primo drum kit vendendo il kit da dj regalatogli pochi mesi prima dallo stesso Turner.[5] Il batterista preferito di Matt è il leggendario John Bonham dei Led Zeppelin, ma nelle sue principali influenze rientrano anche Mitch Mitchell della Jimi Hendrix Experience, Bill Ward dei Black Sabbath, Dave Grohl di Nirvana e Queens Of The Stone Age, Carmine Appice dei Vanilla Fudge, Buddy Rich e Max Roach.[6] È voce di fondo di moltissimi pezzi del gruppo come You Probably Couldn't See For the Lights But You Were Staring Straight at Me, I Bet You Look Good on the Dancefloor, Teddy Picker, Who the Fuck Are Arctic Monkeys?, Balaclava, D Is For Dangerous, Fluorescent Adolescent, Brick By Brick, ed insieme a Nick O'Malley contribuisce alle parti cantate in falsetto presenti nell'album AM del 2013.

È noto per il fatto di utilizzare del nastro adesivo colorato (solitamente rosso) per scrivere frasi o parole sulla sua grancassa, come "0114" (Prefisso telefonico di Sheffield), "The Funk Might Fracture Your Nose", "ASBO?" (Anti-social behaviour order, cioè avviso di pericolosità sociale), "Guilty Feet Have Got No Rytm", "Missing" o "Agile Beast".

Inoltre è appassionato di fotografia: posta frequentemente in rete le sue foto sotto lo pseudonimo "Cautious Horse".[7] Ha infatti contribuito ad alcuni scatti del booklet dell'album dei Last Shadow Puppets Everything You've Come to Expect e di AM.[8]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Il suo matrimonio con Breana McDow si è tenuto a Roma nel giugno 2016, quando i due erano già genitori di Amelia Darling Helders, nata il 30/10/2015.

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Solista[modifica | modifica wikitesto]

Album[modifica | modifica wikitesto]

Singoli[modifica | modifica wikitesto]

Remix[modifica | modifica wikitesto]

Collaborazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Mongrel - Barcode (featuring Pariz 1, Tor Cesay, Mpho, Saul Williams and Matt Helders) (2008)
  • Mongrel - The Menace (featuring Lowkey and Matt Helders) (2008)
  • Toddla T - Boom Dj From The Steel City (2009)
  • Toddla T - Better (2009)

Arctic Monkeys[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Scheda sulla band da All Music Guide
  2. ^ Scheda sull'album Whatever People Say I Am, That's What I Am Not da unmute.net, su unmute.net. URL consultato il 6 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 17 febbraio 2009).
  3. ^ Notizia da musicroom.it Archiviato il 17 febbraio 2009 in Internet Archive.
  4. ^ (EN) NME.COM, Arctic Monkeys' Alex Turner: 'We used to pretend to be Oasis in school assembly' | NME.COM, su NME.COM. URL consultato il 4 aprile 2016.
  5. ^ Arctic Monkeys: the ultimated guide part 1, su socialphy.com (archiviato dall'url originale il 7 dicembre 2014).
  6. ^ Matt Helders picks 10 essential drum albums [collegamento interrotto], su musicradar.com, Music Radar.
  7. ^ Cautious Horse, su cautioushorse.com. URL consultato il 4 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 23 marzo 2016).
  8. ^ The Last Shadow Puppets - Everything You've Come To Expect, su Discogs. URL consultato il 4 aprile 2016.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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