Massoud Rajavi

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Massoud Rajavi
Massoud Rajavi negli anni' 70

Segretario generale dei Mojahedin del Popolo Iraniano
insieme a Maryam Rajavi dal 1985
In carica
Inizio mandatogennaio 1979
Predecessorecarica istituita

Dati generali
Partito politicoMojahedin del Popolo Iraniano
FirmaFirma di Massoud Rajavi

Massoud Rajavi (Tabas, 18 agosto 1948 – ... scomparso il 13 marzo 2003[1]) è stato un politico, rivoluzionario e attivista iraniano, ed è uno dei due leader dei Mojahedin del Popolo Iraniano insieme a sua moglie Maryam Rajavi.[2] Dopo aver lasciato l'Iran nel 1981, ha vissuto in Francia e in Iraq ed è scomparso nel 2003 in seguito alla deposizione del regime di Saddam Hussein e non si sa se sia ancora vivo. Era ricercato in Iraq per crimini contro l'umanità per la sua collaborazione con il regime iracheno.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Rajavi ha aderito ai Mojahedin del Popolo quando aveva 20 anni all'Università di Teheran dove si è laureato in legge politica. Rajavi e i MEK si sono opposti attivamente allo Scià e hanno partecipato alla rivoluzione del 1979.[3]

Durante la Dinastia Pahlavi, Rajavi è stato arrestato dal SAVAK ed è stato condannato a morte ma è stato condannato all'imprigionamento a vita grazie alle pressioni di suo fratello Kazem Rajavi. In seguito alla rivoluzione del 1979 è stato scarcerato e ha assunto la leadership dei MEK.[4]

Quando in Iran si è tenuta la prima votazione presidenziale nel 1980 Rajavi si è candidato insieme a sua moglie ed è stato appoggiato dai Fedayyin del Popolo dal Fronte Nazionale Democratico, dal Partito Democratico del Kurdistan Iraniano, da Komala e dalla Lega dei Socialisti Iraniani, ma è stato squalificato dall'Ayatollah Khomeini a causa del suo rifiuto della costituzione islamica.[5]

Nel 1981 quando l'Ayatollah ha fatto arrestare il presidente Abolhassan Banisadr e ha avuto inizio una nuova ondata di arresti in Iran, Rajavi e Banisadr sono fuggiti a Parigi. Nel 1986 si è mosso in Iraq e ha costituito una base sul confine iraniano venendo accolto dal presidente iracheno Saddam Hussein.[6][7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Iran's Opposition Groups are Preparing for the Regime's Collapse. Is Anyone Ready?, 27 agosto 2019.
  2. ^ Steven O'Hern (2012). Iran's Revolutionary Guard: The Threat That Grows While America Sleeps. Potomac Books, Inc. p. 208. ISBN 1597977012.
  3. ^ (EN) Our Men in Iran?, 5 aprile 2012. URL consultato il 5 dicembre 2019.
  4. ^ SeeAbrahamian, supranote 363 at 146-147, 183.
  5. ^ Ervand Abrahamian (1989), Radical Islam: the Iranian Mojahedin, Society and culture in the modern Middle East, 3, I.B.Tauris, p. 198, ISBN 9781850430773
  6. ^ Peter J. Chelkowski, Robert J. Pranger (1988). Ideology and Power in the Middle East: Studies in Honor of George Lenczowski. Duke University Press. pp. 255–256. ISBN 978-0-8223-8150-1.
  7. ^ (EN) An implacable opponent to the mullahs of Iran, 24 settembre 2005. URL consultato il 5 dicembre 2019.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN15718186 · ISNI (EN0000 0000 1812 5830 · LCCN (ENn83181861 · GND (DE124953573 · BNF (FRcb14925906f (data) · J9U (ENHE987007437516805171