Massimo Rinaldi (vescovo)

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Massimo Rinaldi, C.S.
vescovo della Chiesa cattolica
Massimo Rinaldi all'inizio del suo episcopato
 
Incarichi ricopertiVescovo di Rieti (1924-1941)
 
Nato24 settembre 1869 a Rieti
Ordinato presbitero16 luglio 1893 dal vescovo Carlo Bertuzzi
Nominato vescovo2 agosto 1924 da papa Pio XI
Consacrato vescovo19 marzo 1925 dal cardinale Rafael Merry del Val
Deceduto31 maggio 1941 (71 anni) a Roma
 

Massimo Rinaldi (Rieti, 24 settembre 1869Roma, 31 maggio 1941) è stato un vescovo cattolico e missionario italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Massimo Rinaldi nacque a Rieti il 24 settembre 1869, terzo di quattro figli da Giuseppe e Barbara Marinelli; i fratelli Domenico (ingegnere) e Alberto (imprenditore) furono entrambi presidenti della sezione reatina del Club Alpino Italiano.[1] Rimasto orfano di madre all'età di 4 anni, venne allevato dallo zio paterno don Domenico Rinaldi (futuro vescovo di Montefiascone).

Studiò nel seminario diocesano di Rieti e ricevette l'ordinazione presbiterale il 16 luglio 1893 per l'imposizione delle mani del vescovo di Rieti Carlo Bertuzzi; fece le prime esperienze pastorali nelle parrocchie di Ornaro e di Greccio; nel 1896, lo zio don Domenico, nominato vescovo di Montefiascone, lo volle con sé come segretario particolare.

Missionario[modifica | modifica wikitesto]

Don Massimo venne a conoscenza dell'opera dei missionari di San Carlo per gli emigrati italiani in America, fondata dal vescovo di Piacenza Giovanni Battista Scalabrini; comprese che quella era la strada da seguire per dare compimento alla propria vocazione sacerdotale e, senza alcun preavviso lasciò l'incarico presso la curia vescovile di Montefiascone e, dopo circa un mese di permanenza a Piacenza, il 5 novembre 1900 salpò da Genova alla volta del Brasile; il 20 dicembre giunse ad Encantado nel Rio Grande do Sul.

Iniziò il suo apostolato tra i coloni italiani guidato dagli insegnamenti dello Scalabrini; raggiungeva a piedi o a dorso di mulo i villaggi più sperduti per ricondurre gli uomini a Dio, aiutandoli a comprendere il vero fine della salvezza. Nel 1904 ricevette la visita del fondatore che lo nominò superiore provinciale. Tornò in Italia nel 1910 per il capitolo generale della sua congregazione; venne eletto all'unanimità procuratore ed economo generale, operò in questa funzione fino al 1924.

Vescovo di Rieti[modifica | modifica wikitesto]

Papa Pio XI lo nominò vescovo di Rieti con bolla del 2 agosto 1924; ricevette la Consacrazione Episcopale il 19 marzo 1925 per l'imposizione delle mani del cardinale segretario di Stato Raffaele Merry del Val, coconsacranti i vescovi Ernesto Filippi e Gisleno Veneri.

Da vescovo si distinse per l'impegno sociale e per la collaborazione con le autorità civili per lo sviluppo economico della città, da poco elevata a capoluogo di provincia.

Grande appassionato di montagna, si guadagnò il soprannome di «vescovo scarpone» perché compiva per lo più a piedi le sue visite pastorali nelle zone più sperdute e impervie della diocesi.[1] A lui è stato intitolato il rifugio Massimo Rinaldi sul monte Terminillo, dove è presente un suo busto bronzeo realizzato nel 2002 dallo scultore Dino Morsani.[1]

Morì a Roma, nella casa generalizia degli Scalabriniani il 31 maggio 1941.

Beatificazione[modifica | modifica wikitesto]

Il 25 gennaio 1991 il vescovo di Rieti Giuseppe Molinari aprì il processo diocesano per la canonizzazione del servo di Dio Massimo Rinaldi; il 20 novembre 1998 ne venne riconosciuta la validità. Il 19 dicembre 2005, papa Benedetto XVI lo ha dichiarato venerabile.

Genealogia episcopale[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Comitato Scientifico Centrale del Club Alpino Italiano, Rifugio Massimo Rinaldi (PDF), in Rifugi e dintorni. URL consultato il 22 luglio 2018.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Rieti Successore
Francesco Sidoli 2 agosto 1924 - 31 maggio 1941 Benigno Luciano Migliorini
Controllo di autoritàVIAF (EN69740635 · ISNI (EN0000 0000 6125 7580 · SBN CUBV169957 · BAV 495/186634 · LCCN (ENnr97029658 · GND (DE119502682 · WorldCat Identities (ENlccn-nr97029658