Massimo Bordi

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Massimo Bordi (1999)

Massimo Bordi (Bevagna, 9 maggio 1948) è un dirigente d'azienda e ingegnere italiano.

La sua fama[1] è legata all'attività di progettista per la casa motociclistica Ducati,[2] per la quale ha sviluppato il motore Ducati Desmoquattro assieme a Pierluigi Mengoli.[3]

Per Claudio Domenicali a.d. di Ducati è stato “l'uomo più importante della storia di Ducati. È stato grazie al suo lavoro se Ducati negli anni '90 si trasformò in impresa di alta tecnologia capace di competere con i principali costruttori”.[4]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Si laurea in ingegneria meccanica all'Università di Bologna, discutendo come tesi di laurea un progetto di testata motore a quattro valvole con comando desmodromico e camera di scoppio Cosworth, adottata sul motore Ford per l’impiego in Formula 1.[3] Inizia la sua attività professionale insegnando e entrando a lavorare alle Acciaierie Terni.

Nel 1978 è assunto alla Ducati con il compito di occuparsi della ricerca e sviluppo dei motori diesel industriali.[5] Nel 1980 gli viene affidata la direzione tecnica del settore moto e del comparto motori diesel.

A seguire assume il ruolo di direttore tecnico e quindi diviene direttore generale, sia del marchio Ducati sia di quello Cagiva dei fratelli Castiglioni, che nel 1985 erano diventati i nuovi azionisti dell'azienda. Sotto la sua guida e dallo sviluppo della sua tesi di laurea[3], nasce il motore Desmoquattro che viene montato per la prima volta sulla Ducati 748. Sulla base della 748 seguiranno poi le famiglie Ducati 851 e Ducati 916 che saranno modelli fondamentali per il rilancio della Ducati Corse nelle competizioni Superbike[6].

Nei primi anni novanta Bordi si occupa della progettazione della Ducati Supermono[7] moto costruita per competere nell'omonimo campionato caratterizzato da poche regole, e soprattutto del progetto della Ducati Monster[8], considerata grazie al suo successo il simbolo del rilancio delle moto naked.[9]

Nel dicembre 2000 si dimette da Direttore Generale della Ducati per divergenze con la proprietà, il fondo statunitense Texas Pacific Group[1]. L'ultimo motore prodotto sotto la sua direzione è il Ducati Testastretta, il cui nome deriva dal ridotto angolo tra le valvole.[1]

Nel 2001 entra come Ceo alla SAME Deutz-Fahr, uno dei maggiori costruttori di trattori agricoli. Nel 2010 viene chiamato da Claudio Castiglioni a gestire il “ritorno” del marchio MV Agusta, di proprietà di Harley Davidson dal 2007, diventandone Vice Presidente operativo[2]. Nel 2013 il suo contratto non viene rinnovato e la presidenza passa a Giovanni Castiglioni, figlio di Claudio[2].

Nel giugno del 2015 entra alla Maschio Gaspardo, società multinazionale che si occupa della produzione di attrezzature agricole per la lavorazione del terreno, assumendo il ruolo di amministratore delegato e occupandosi del risanamento dell'azienda.[10] Nel luglio del 2018 si conclude il suo mandato presso la Maschio Gaspardo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Massimo Bordi lascia la Ducati, Due Ruote, 10 dicembre 2000.
  2. ^ a b c Massimo Bordi lascia MV Agusta?, In sella, 24 giugno 2013.
  3. ^ a b c 25 anni di Ducati Desmoquattro, su moto.it.
  4. ^ claudio-domenicali-ducati-como-regalo, su ducatistas.com.
  5. ^ Mick Walker, Illustrated Ducati Buyer's Guide, MBI Publishing Table, 2002, p. 116.
  6. ^ Giuseppe Turani, L'altra rossa, Sperling & Kupfer, 2011, p. 148.
  7. ^ Uli Cloesen, Italian Café Racers, Veloce, 2014, p. 57.
  8. ^ (EN) Monster Ducati, American Motorcyclist, febbraio 1993.
  9. ^ Ducati Monster: un libro per i 20 anni della prima "naked", in In sella. URL consultato il 24 ottobre 2016.
  10. ^ Maschio Gaspardo, la cura va tornano i margini e il debito cala#, La Repubblica (quotidiano), 21 novembre 2016.

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