Marius Borgeaud

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Marius Borgeaud, 1919

Marius Borgeaud (Losanna, 21 settembre 1861Parigi, 16 luglio 1924) è stato un pittore svizzero.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

La giovinezza[modifica | modifica wikitesto]

Marius Borgeaud, nato in un ambiente borghese del Cantone di Vaud, trascorse i suoi anni di prima formazione presso la Scuola Industriale di Losanna che non lo indirizzò certamente alle belle arti, anche se il caso volle che il futuro celebre gallerista di Losanna, Paul Vallotton, fosse uno dei suoi compagni di scuola[1].
Nel 1888 Borgeaud cominciò a lavorare in una Banca di Marsiglia dove visse sino alla morte di suo padre, avvenuta l'anno seguente. Il padre gli lasciò una cospicua eredità che Borgeaud dilapidò nel decennio seguente conducendo una vita lussuosa, specialmente a Parigi. Ma quell'esistenza dissoluta finì per minacciare la sua salute e lo obbligò a sottoporsi ad una cura disintossicante sul Lago di Costanza verso il 1900. Quando tornò a vivere a Parigi, fu per dedicarsi alla pittura e per tentare di vivere con i proventi di questa.

Parigi[modifica | modifica wikitesto]

L’arrivo a Parigi per un Vodese aspirante a divenire pittore all'alba del XX secolo non era certo un salto nel buio. La colonia artistica svizzera parigina era numerosa e alcuni dei suoi membri erano già molto famosi: Félix Vallotton, Théophile Alexandre Steinlen, Eugène Grasset, Ernest Biéler e René Auberjonois (pittore). Questi personaggi si conoscevano e si aiutavano fra loro. Il primo, Vallotton, nel 1917 fece aprire a Borgeaud le porte della celebre galleria di Eugène Druet. Borgeaud, integratosi perfettamente fra i suoi connazionali, aderì nel 1906 alla sezione parigina della "Società dei pittori e degli architetti svizzeri". Fra il 1901 e il 1903, completò il suo apprendistato negli atelier di Fernand Cormon e di Ferdinand Humbert che possedevano ciascuno una scuola di pittura famosa. I suoi lavori relativi a questo periodo sono andati in massima parte perduti e non si ha notizia di alcuna sua tela prima del 1904.

Giunto tardi al mestiere di pittore (aveva già 40 anni), frequentò soprattutto artisti che erano più giovani di lui di una generazione. Di alcuni di loro divenne amico, come di Francis Picabia, Paul de Castro (1882-1939), Maurice Asselin (1882-1947) e in particolare di Édouard Morerod (1879-1919). Durante numerose estati, a partire dal 1904 o 1905, dipinse con Picabia a Moret-sur-Loing in compagnia dei fratelli Ludovic Rodo Pissarro e Georges Manzana-Pissarro. I lavori di questo periodo –realizzati nei luoghi che erano stati ritratti prima di lui da Alfred Sisley e da Camille Pissarro (padre dei due precedenti) - furono chiaramente improntati allo spirito e alla tecnica impressionista.
Di questi lavori iniziali solamente una dozzina ci è giunta, essenzialmente dei paesaggi.

La Bretagna[modifica | modifica wikitesto]

L'arrivo,1920.

Nel 1908 due avvenimenti segnarono per lungo tempo l'opera di Borgeaud. Il primo fu una serie di pitture d'interni, tema che avrà per lui una'importanza tutta particolare. Il secondo fu la scoperta della Bretagna. Questa regione ha attirato regolarmente, dal 1800 in poi, una lunga serie di artisti che lavoravano a Parigi, e questo per la tradizionale accoglienza, il basso costo della vita, una geografia pittoresca, delle condizioni climatiche variabili unite ad una luminosità eccezionale. La popolazione, inoltre, possedeva una sua particolare originalità, ormai storica, che si era conservata nel tempo ed era del tutto unica[2].

Dopo due brevi tappe a Pont-Aven e a Locquirec, nel 1908, Borgeaud si trasferì dal 1909 a Rochefort-en-Terre, nel Morbihan. Manterrà sempre, peraltro, un "pied-à-terre" a Parigi, anche se trascorrerà gran parte dell'anno in Bretagna. E fu proprio in Bretagna che nacquero le due serie di opere più conosciute, realizzate una nel municipio e l'altra nella farmacia del paese, che gli valsero un grande successo al "Salon des indépendants" di Parigi. Si può dire che esse diedero il via alla sua carriera[3].

A Rochefort-en-Terre Borgeaud incontrò Madeleine Gascoin, nata nel 1889 e quindi di 28 anni più giovane. I due vissero assieme e nel 1923 si sposarono. Nel frattempo Borgeaud si era trasferito in un altro villaggio bretone: Le Faouët, anch'esso noto per la presenza di una colonia di pittori.[4]. All'interno di questi gruppi di artisti che vivevano nello stesso luogo, Marius Borgeaud si distinse sempre per ciò che lo interessava: egli non cercava affatto il lato pittoresco dei luoghi e non dipinse praticamente mai gli edifici e i monumenti caratteristici. Preferì invece i luoghi anonimi, come la stazione, e dipinse più frequentemente gli interni delle case private, mantenendo sempre una particolare predilezione per gli ambienti delle locande. I quadri che Borgeaud dipinse a Faouët durante i tre anni che vi trascorse, fra l'inizio del 1920 e la fine del 1922, sono considerati come le opere più riuscite e più rappresentative della sua produzione[5].
L'anno seguente Marius Borgeaud si trasferì ancora e si stabilì a Audierne, cittadina che costituì l'ultima tappa del suo percorso bretone. Nel 1924 infatti la sua salute fu scossa da alcuni disturbi. Borgeaud rientrò subito a Parigi, ma il 16 luglio di quell'anno morì nel suo appartamento in rue Lamarck. Fu sepolto nel cimitero dei Batignolles.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

La maggior parte dei circa 300 quadri ad olio di Borgeaud è costituita da interni e paesaggi. Quindici sono ritratti di persone, fra i quali il più famoso è quello di Coco Chanel

La concezione pittorica[modifica | modifica wikitesto]

Georges Peillex propone questa analisi dell'opera di Borgeaud:

«Alla base dell'estetica di Borgeaud si colloca, senza alcun dubbio, la visione luministica. Da molto tempo l'artista è pienamente convinto dell'importanza fondamentale della luce ed è in funzione di essa che egli s'interessa in primo luogo dell'analisi del colore allo stesso modo degli impressionisti, ma in seguito, non appena egli trova la sua maniera d'interpretare il ruolo delle luci, adotterà la tecnica opposta a quella impiegata, ad esempio, da Pissarro. Alla luce diffusa che illuminava tutto il quadro, Borgeaud sostituisce un unico raggio di luce proiettato in una precisa direzione, che si spalma su larghe superfici e crea in antitesi delle ombre opache. Giunge così, progressivamente, a dei forti contrasti ombra-luce, e allo stesso tempo sgombera il quadro da tutti i dettagli che non sono strettamente indispensabili.»

«Le differenti intensità d'illuminazione che ispirano la sua tavolozza creano i piani successivi e fissano l'organizzazione del suo quadro. Esse impongono anche la purezza dei colori, una tavolozza pulita, ai cui effetti è sufficiente un semplice confronto di macchie che interagiscono e conferiscono al quadro una parte del suo carattere. I rossi, i bleu, gli arancio, le ocre e i bruni legati al nero, di cui egli fa un grande uso, al grigio e al bianco di un largo grembiule disteso, sono i suoi colori preferiti; essi sono sufficienti a rendere un clima preciso, la freschezza degli ambienti interni si oppone al calore estivo degli esterni, e con essa una certa qualità di silenzio.»

«La semplicità dei suoi quadri, improntata in larga misura alla stessa semplicità dei suoi soggetti e unita a una certa rarefazione dei personaggi, ha suggerito talvolta agli osservatori di collocare Borgeaud fra i "naïf". Tuttavia non c'è più ingenuità in queste opere che in quelle di Auberjonois o nei graffiti anni 40 di Jean Dubuffet. […] ha cercato in una umanità popolare, umile e rustica quel disorientamento necessario a tanti artisti, l'ambiente e le persone più estranee a ciò che egli stesso era a causa delle sue origini sociali e della sua educazione […]. La rusticità e la relativa ingenuità espressa dalle sue tele non derivano dalla sua visione ma costituiscono unicamente il tratto dominante di un ambiente sociale: quello che egli ha voluto far capire. E, a ben considerare, il fatto che si sia potuto confondere l'uomo con la sua opera dice assai di più di ogni elogio per quella esattezza d'espressione alla quale l'artista è giunto. Sarebbe stato difficile fare qualcosa di più vero[6]

Principali esposizioni[modifica | modifica wikitesto]

  • "Salon des indépendants", ogni anno dal 1905 al 1912
  • "Salon d’automne" nel 1904, quindi ogni anno dal 1908 al 1913, e dal 1919 al 1923
  • 1917 e 1918: galleria "Eugène Blot" a Parigi
  • 1919, 1920 e 1922: galleria "Druet" a Parigi

Esposizioni postume[modifica | modifica wikitesto]

  • 1956: Marius Borgeaud, Berna,Kunsthalle
  • 1962: Marius Borgeaud, Losanna, Museo cantonale di belle arti.
  • 1981: Marius Borgeaud, Pully, Museo
  • 1994: Marius Borgeaud, Le Faouët, Museo
  • 1999: Marius Borgeaud, Winterthour, Museo di belle arti
  • 2001: Marius Borgeaud, Martigny, Fondazione Pierre Gianadda
  • 2010: Marius Borgeaud, Losanna, Salon degli antiquari
  • 2015: Marius Borgeaud, Losanna, Fondazione dell'Hermitage

Omaggi alla memoria[modifica | modifica wikitesto]

Numerose città bretoni hanno dato il suo nome a una strada. Citiamo in particolare Audierne, Le Faouët, Locquirec, Nantes, Quimperlé, Rochefort-en-Terre[7].

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Stéphane Riethauser, Marie-Catherine Theiler, Le temps suspendu, sur les traces de Marius Borgeaud, 2007, 62 min., in francese, con sottotitoli in tedesco e inglese. Produzione svizzera dell'Association des Amis de Marius Borgeaud e Lambda prod.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bernard Wyder, Marius Borgeaud, L’homme, l'œuvre 1861-1924, Catalogo ragionato, "La Bibliothèque des Arts", Losanna, 1999, pag. 187-189
  2. ^ Denise Lelouche," Introduction", in Artistes étrangers à Pont Aven, Concarneau et autres lieux de Bretagne, Rennes, Presses Universitaires de Rennes 2, 1989, pag.8
  3. ^ Bernard Wyder, Marius Borgeaud, L’homme, l'œuvre 1861-1924, Catalogo ragionato, "La Bibliothèque des Arts", Losanna, 1999, pag. 125
  4. ^ AA.VV., Le Faouêt, Quistinic, L’Aventure Carto, 1995, pag.121
  5. ^ Bernard Wyder, Marius Borgeaud, L’homme, l'œuvre 1861-1924, Catalogo ragionato, "La Bibliothèque des Arts", Losanna, 1999, pag. 32
  6. ^ Georges Peillex, Marius Borgeaud, Edizioni Pierre Cailler, Ginevra, 1962, pag. 20-23
  7. ^ Harvsp, Les noms qui ont fait l'histoire de Bretagne

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • BCU personalità vodesi 70
  • SIKART 4022870
  • DHS 21988
  • Georges Peillex, Marius Borgeaud, Edizioni Pierre Cailler, Ginevra, 1962, 127 pagine
  • Jacques Dominique Rouiller, Marius Borgeaud, Poète de la lumière et magicien de la couleur, Edizioni del Verseau, Losanna, 1993, 207 pagine
  • Bernard Wyder, Marius Borgeaud, L’homme, l'œuvre 1861-1924, Catalogo ragionato, "La Bibliothèque des Arts", Losanna, 1999, 289 pagine
  • Opere commentate sul sito del Museo cantonale di belle arti di Losanna (on line)
  • A questi si aggiungono i cataloghi delle mostre del 1956 a Berna (Kunsthalle), del 1962 a Losanna (Museo cantonale di belle arti), del 1981 al Museo di Pully, del 1994 al Museo di Le Faouët, del 1999 a Winterthour (Kunstmuseum), del 2001 a Martigny (Fondazione Pierre Gianaddace), e del 2010 a Losanna (Salon degli antiquari).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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