Mario Lalli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Mario Lalli
NascitaPola, 1919
MortePonte San Luigi, 23 giugno 1940
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Regno d'Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
Reparto21º Reggimento fanteria
Anni di servizio1938-1940
GradoAspirante ufficiale
GuerreSeconda guerra mondiale
BattaglieBattaglia delle Alpi Occidentali
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
voci di militari presenti su Wikipedia

Mario Lalli (Pola, 1919Ponte San Luigi, 23 giugno 1940) è stato un militare italiano, decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Pola, attualmente in Croazia, nel 1919, figlio di Antonio e Lucia Salich.[1] Conseguito il diploma presso l'Istituto magistrale di Pisa iniziò a lavorare come maestro elementare e poi fu chiamato a prestare servizio militare nel Regio Esercito.[1] Mentre prestava servizio nell'agosto 1939 fu ammesso a frequentare il corso per allievi ufficiali di complemento presso il 94º Reggimento fanteria di Fano, venendo promosso aspirante nell'aprile 1940.[1] Assegnato al 21º Reggimento fanteria, dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, partecipò alle operazioni sul fronte occidentale.[1] Comandante di un plotone di arditi cadde in combattimento a Ponte San Luigi il 23 giugno 1940 colpito a morte al petto da una raffica di mitragliatrice.[1] Per onorarne il coraggio in questo frangente fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2] La sua salma fu tumulata presso il cimitero di Pisa.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di plotone ardui di battaglione, incaricato di riconoscere l’ubicazione di mitragliatrici annidate in caverne, alla testa del suo reparto, oltrepassato arditamente uno sbarramento di reticolati e scorto il nemico, gli si slanciava contro con bombe a mano, intimandogli la resa. Ferito al petto da raffica di mitragliatrice, in uno sforzo supremo scaricava la pistola sui nemico, finché colpito da altra raffica, cadeva gridando « Viva il Re, Viva l’Italia ». Fulgido esempio di eroismo e di alto spirito di sacrificio. Ponte di S. Luigi, 23 giugno 1940 .[3]»
— Regio Decreto del 16 novembre 1940.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f Combattenti Liberazione.
  2. ^ a b Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1965, p. 402.
  3. ^ Medaglie d'oro al valor militare sul sito della Presidenza della Repubblica
  4. ^ Registrato alla Corte dei conti il 14 dicembre 1940, registro 46 guerra, foglio 51.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le Medaglie d'oro al Valor Militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 402.
  • Gianni Oliva, 1940 La guerra sulle Alpi occidentali, Torino, Edizioni del Capricorno, 2020, ISBN 978-88-7707-490-4.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]