Marg Moll

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Ritratto di Marg Moll realizzato da Lovis Corinth nel 1907

Marg Moll, all'anagrafe Margarethe Haeffner (Mühlhausen/Thüringen, 2 agosto 1884Monaco, 15 marzo 1977) è stata una pittrice e scultrice tedesca.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nata a Mühlhausen/Thüringen nel 1884, Marg Moll studiò allo Stadelsches Institut di Francoforte sul Meno dal 1903 al 1905, per poi perfezionarsi come pittrice in Baviera sotto la supervisione di Oskar Moll, suo futuro marito. Studiò inoltre scultura a Francoforte sul Meno sotto la supervisione di Louise Schmidt, mentre tra il 1906 e il 1907 proseguì gli studi a Berlino con Lovis Corinth.

Tra il 1907 e il 1908 studiò all'Académie Matisse a Parigi, per poi fondare con il marito la Matisse School – sempre a Parigi – per insegnare e promuovere l'estetica modernistica e, in particolare, lo stile e l'opera di Henri Matisse, che conobbe personalmente nel 1908 e che la ritrasse.[1] In questo periodo iniziò anche a lavorare con lo stesso Matisse, specializzandosi come scultrice. Bollata come artista degenerata dai nazisti negli ultimi anni trenta, la Moll e il marito trascorsero la seconda guerra mondiale nella loro casa a Berlino, distrutta nel 1943 (insieme a molte delle loro numerose opere di Matisse, Fernand Léger, Georges Braque e Picasso) dai bombardamenti alleati.[2] Rimasta vedova nel 1947, trascorse gli ultimi anni della sua vita tra Monaco e Düsseldorf. I Moll ebbero due figli: Melita, nata nel 1908, e Brigitte, nata nel 1918.

Tecnica[modifica | modifica wikitesto]

Marg Moll dipinse e scolpì assiduamente per tutta la sua vita e il suo stile si evolse e mutò nel tempo, partendo da uno stile figuratico simile a quello di Matisse fino ad arrivare a forme più moderne nello stile di Constantin Brâncuși. Il suo stile incorporava forme e tecniche di diversi movimenti e scuole tedesche, dall'espressionismo alla Bauhaus.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Commendatore dell'Ordine al Merito della Germania - nastrino per uniforme ordinaria
«Per meriti artistici»
— 1969

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Hubert van den Berg, Marianne Ølholm e Benedikt Hjartarson, A Cultural History of the Avant-Garde in the Nordic Countries 1900-1925, Rodopi, 2012, ISBN 978-94-012-0891-8. URL consultato il 3 giugno 2021.
  2. ^ (EN) Michael Kimmelman, Art’s Survivors of Hitler’s War, in The New York Times, 1º dicembre 2010. URL consultato il 3 giugno 2021.

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Controllo di autoritàVIAF (EN64876469 · ISNI (EN0000 0000 8251 0362 · Europeana agent/base/46404 · LCCN (ENnr97031512 · GND (DE121945774 · WorldCat Identities (ENlccn-nr97031512