Maretina

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Maretina
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareC16H16NO6P
Numero CAS1491-41-4
Numero EINECS216-078-6
PubChem15148
SMILES
CCOP(=O)(OCC)ON1C(=O)C2=CC=CC3=C2C(=CC=C3)C1=O
Proprietà chimico-fisiche
Temperatura di fusione183-184 °C
Dati farmacologici
Modalità di
somministrazione
Orale
Dati farmacocinetici
EscrezioneRenale
Indicazioni di sicurezza

La maretina, o Carbamato di m-tolilidrazide è un farmaco ad attività antipiretica.[1][2] In Italia l'uso del composto si diffuse intorno ai primi anni del '900. Piuttosto efficace nel determinare una defervescenza febbrile si rivelò presto decisamente tossico e per tale motivo cadde in disuso.

Chimica[modifica | modifica wikitesto]

Si presenta come una polvere bianca, cristallina, inodore ed insipida che fonde a 183-184 °C. Il composto è solubile nell'alcool, nel cloroformio, nel tacetene (cloruro di metile).[3]

Farmacodinamica[modifica | modifica wikitesto]

L'azione terapeutica cominciava a distanza di 2-4 ore dall'assunzione e l'azione terapeutica di una dose si prolungava per 9-15 ore.[3]

Farmacocinetica[modifica | modifica wikitesto]

Il farmaco dopo assunzione per via orale viene assorbito dal tratto gastroenterico e successivamente eliminato dall'organismo attraverso l'emuntorio renale. La sua presenza nelle urine ne comporta un potere riducente.

Usi clinici[modifica | modifica wikitesto]

In passato il composto venne utilizzato soprattutto nella febbre tubercolare[3][4][5][6][7] ma veniva anche raccomandata nel tifo addominale, nelle gastriti febbrili, nell'ittero infettivo, nella pleurite siero-fibrinosa, nell'influenza, nella febbre intermittente, nella setticemia ed in molte altre affezioni febbrili.[3]

Effetti collaterali e indesiderati[modifica | modifica wikitesto]

Nei soggetti in trattamento sono stati segnalati l'insorgenza di emolisi e metemoglobinemia, nonché altri disturbi secondari.

Dosi terapeutiche[modifica | modifica wikitesto]

La molecola veniva somministrata ad un dosaggio di 100–250 mg, due o tre volte al giorno.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ugo Fabris, Intorno all'azione antipiretica della maretina., in Gazz. osp. Un. Milano, vol. 28, 1907, pp. 1225-1228.
  2. ^ Jacob Barjansky, Über das Maretin und seine antipyretischen Wirkungen, in Załachowski, 1904.
  3. ^ a b c d Gennaro Attanasio, La febbre dei tisici ed il nuovo antipiretico maretina, in Gior. internaz. sc. med. Napoli, vol. 28, 1906, pp. 145-166.
  4. ^ La febbre nei tubercolotici: la maretina, in Riforma med. Napoli, vol. 24, 1908, pp. 510-544.
  5. ^ G. Fiorio, Zambelli G., Studio clinico sperimentale sulla maretina, in Morgagni Milano, vol. 49, 1907, pp. 103-300.
  6. ^ A. Braga, Alcune note sull'impiego della maretina nelle febbri dei tubercolotici, in Boll. Soc. Medica di Parma, vol. 1, 1908, pp. 85-98.
  7. ^ Elkan, Ueber die Wirkung dea Maretins, eines neuen Antipyreticums, auf das Fieber der Phtisiker, in Mùnchener med, 1904.