Marco Trani

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Marco Trani
NazionalitàBandiera dell'Italia Italia
GenereMusica house
Garage house
Disco
Funk
Periodo di attività musicale1978 – 2013
Sito ufficiale

Marco Trani (Roma, 14 marzo 1960Roma, 21 settembre 2013) è stato un disc jockey italiano, di musica principalmente house. Con Corrado Rizza ha scritto il libro I love the nightlife che tratta della storia della musica da discoteca in Italia dalla fine degli anni settanta ai primi anni novanta.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Marco Trani era considerato uno dei disc jockey da club più importanti del panorama musicale italiano e vero e proprio pioniere del funk e della disco music.[1]

Nei primi quindici anni di carriera, fu un personaggio simbolo della capitale, lavorando in club storici e punti musicali di riferimento come il club gay Easy Going dal 1978 e l'Histeria nei primi anni ottanta. In quest'ultimo locale è stato affiancato da due delle sue scoperte: prima Corrado Rizza e poi Claudio Coccoluto.[2][3] I tre, insieme a Faber Cucchetti diventeranno i dj più popolari dell'area romana tra gli anni '70 e gli anni '80.[4]

Il suo successo è aumentato alla fine degli anni ottanta ha lavorato in altre importanti città italiane e anche all'estero (al Pacha di Ibiza, al Ministry of Sound di Londra e al Les Bains Parigi).[5]

All'inizio degli anni novanta con l'avvento della musica house è diventato dj resident del Pascià di Riccione: viene così consacrato dagli addetti ai lavori come uno dei migliori dj dell'epoca[6] e gli viene attribuito il soprannome di "Frankie Knuckles bianco", ottenendo un notevole successo di pubblico.[7]

Come produttore discografico ha lavorato con artisti quali Renato Zero, Gazebo, Jovanotti e Mike Francis.[8]

Nel 2010 ha scritto con il collega ed amico Corrado Rizza il libro I love the nightlife (edito da Wax Production) che tratta della storia della musica da discoteca in Italia dalla fine degli anni settanta ai primi anni novanta.[9]

È morto nel settembre del 2013 in seguito a un ictus.[10] Ad un anno dalla morte, Corrado Rizza ed il figlio Mattia Trani gli dedicano il docufilm Strani Ritmi, in cui si racconta la sua carriera.[7]

Nel 2023 gli viene dedicato un giardino nel quartiere romano di Acilia, tra via Arturo Viligiardi e via Prato Cornelio.[11]

Lo stile[modifica | modifica wikitesto]

Marco Trani è stato uno dei primi deejay italiani a sperimentare le prime tecniche di missaggio[12] e pur utilizzando ancora dischi in vinile, riusciva a riprodurre effetti che solo il miglioramento della strumentazione tecnica renderà comuni.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Addio Marco Trani, pioniere dance, su corriere.it. URL consultato il 5 dicembre 2017.
  2. ^ Rizza, 2016, p. 71.
  3. ^ Intervista a Claudio Coccoluto, su notteitaliana.eu. URL consultato il 10 dicembre 2017.
  4. ^ Angeli-Sabvastano, 2019, p. 297.
  5. ^ Strani Ritmi, un documentario per Marco Trani: ricordi e dj set al Goody Music di Roma, su leggo.it. URL consultato il 10 dicembre 2017.
  6. ^ Musica: da Jovanotti a Fiorello, ricordo del dj Marco Trani, su ansa.it. URL consultato il 5 dicembre 2017.
  7. ^ a b Giorgiana Cristalli, Da Jovanotti a Fiorello, il ricordo di Marco Trani, su ANSA.it, 18 settembre 2014. URL consultato il 10 dicembre 2017.
  8. ^ Addio a Marco Trani dj leggenda del remix, su lastampa.it. URL consultato il 10 dicembre 2017.
  9. ^ I love the nightlife, su books.google.es. URL consultato il 10 dicembre 2017.
  10. ^ Giulio Mancini, È morto il disc jockey Marco Trani: stroncato da una grave emorragia cerebrale, in il Messaggero.it, 21 settembre 2013. URL consultato il 10 dicembre 2017.
  11. ^ Ad Acilia un giardino intitolato al dj Marco Trani, fuoriclasse della consolle. URL consultato il 17 ottobre 2023.
  12. ^ Addio al dj Marco Trani: su Twitter il ricordo di Jovanotti e Fiorello, su music.fanpage.it. URL consultato il 14 dicembre 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Andrea Angeli Bufalini e Giovanni Savastano, La Storia della Disco Music, Hoepli, 2019.
  • Corrado Rizza, Anni vinilici. Io e Marco Trani, 2 DJ, Vololibero, 2016.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]