Marco Barnabino

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Marco Barnabino (Vercelli, 1º marzo 1969) è un fotografo italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

«Marco Barnabino ci attira nel suo mondo curvo come il corpo, essenziale come il grigio kodak, drastico come il colore, scolpito nel femminile - e noi cadiamo senza difesa nella sua trappola.»

Giornalista, fotografo professionista, docente di Marketing e Comunicazione aziendale, Marco Barnabino pubblica il primo libro fotografico nel 2010, dedicato al piccolo comune di Boccioleto in Valsesia. Nel 2013 è direttore della fotografia del film 20/11 di Alex Zarino, durante le riprese del quale matura l'idea del lavoro successivo, Eva: modella protagonista è la campionessa italiana di muay thai Jleana Valentino, rappresentata in chiave pop art e metafisica, che converte il corpo in un'opera di artigianato:[1]

«Adornata di vestiti, gioielli e piercing. Il suo corpo diventa una tela, viene dipinto e si trasforma in un'opera d'arte. L'amore trasfigura Eva, che da bozzolo diventa farfalla, da manichino diventa donna.»

Eva è una donna androgina, asessuata, generata dall'ombra ma data in pasto alla luce.[3] Il lavoro viene esposto anche al Milan Image Art Fair di Milano e a Arles, città che ospita i Rencontres d'Arles, festival annuale di fotografia.
Nel 2015 Marco Barnabino avvia una collaborazione artistica con la pittrice cipriota Marina Yannou Erotokritou, il cui prodotto è un lavoro a quattro mani intitolato Trapped in Time, comprendente immagini che ritraggono dipinti, e tele che riproducono fotografie.

«Trapped in Time è un'opera in cui il tempo percepito diventa il vincolo attraverso il quale si esprimono le tensioni e le emozioni umane. Emozioni come paura, rabbia, tristezza emergono a volte proprio dalla percezione che il tempo ci stia trascinando via, che ci sfugga dalle mani, che controlli la nostra vita. Le nostre scelte sono molte volte condizionate da questo stato di coscienza e ci impediscono di vivere consapevolmente il qui e ora.[4]»

Come riconoscimento al valore artistico dell’opera, la città di Nicosia e lo stato di Cipro hanno ospitato il lavoro nel settembre 2016 nella sala di Porta Famagosta, nella capitale.[5]
Il lavoro Le Voyage d'Aphrodite, che ha avuto una prima nella città di Arles, comprende cinquanta foto a colori e in bianconero; è un’opera concettuale ispirata al Libro Rosso di Carl Gustav Jung, nel quale la donna realizza un viaggio all’interno di se stessa. Afrodite è un archetipo dell’animo umano, rappresenta la funzione trascendente, che sposta sul piano dell’immaginazione i sentimenti della funzione cosciente.[6] Nasce da questo progetto il libro del 2018 che porta lo stesso titolo, corredato da un commento di Roberta Di Nicola, con il sottotitolo Per una psico-filosofia dell'immagine: gli autori si occupano dell'interiorità femminile, cercando immagini per il momento in cui la donna affronta le proprie zone d'ombra. Il lavoro si situa nel campo della fotografia concettuale, esplorandone esplicitamente i risvolti psicologici.[7]

Lo specchio di Lilith (2021) è un progetto portato avanti insieme al fotografo Matteo Agarla, e culmina in un libro a quattro mani dallo stesso titolo; il testo, incentrato sulla figura mitica di Lilith come simbolo di catarsi, è completato da commenti alle immagini a firma delle modelle coinvolte.[8]

«Sono le modelle che raccontano la loro esperienza di oggetto d’osservazione, e a loro volta testimoniano il lavoro del fotografo — ottima idea, che molto raramente si trova nei libri di fotografia; sono le immagini stesse, che come in uno specchio, non solo quello di Lilith, permettono di capire qualcosa di chi quell’immagine ha fissato per sempre; infine, è persino questo stesso libro, che in quanto sintesi di un percorso filosofico-artistico si interpone tra il lettore e l’autore.»

Il volume è stato presentato durante il Milano Photofestival 2021 alla galleria MA-EC a Palazzo Durini, in occasione della mostra internazionale Monologue - Loneliness in the Bustling City.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Marco Barnabino, Boccioleto, vita arte e cultura valsesiana, testi di Fabio Bourbon, Whitelight, 2008, p. 128, ISBN 978-88-95603-02-5.
  • Marco Barnabino, Rivelazione di un istante (catalogo mostra omonima), La Grinta, 2010, p. 48.
  • Marco Barnabino, Eva, coll. Minium, Bam Edizioni, 2013, p. 56, ISBN 978-88-98427-11-6.
  • Roberta Di Nicola, Marco Barnabino, Le Voyage d'Aphrodite. Per una psico-filosofia dell'immagine, coll. Eterotopie, Mimesis, 2018, p. 151, ISBN 9788857546063.
  • Marco Barnabino, Matteo Agarla, Lo specchio di Lilith, coll. Eterotopie, Mimesis, 2021, p. 208, ISBN 9788857563534.

Mostre personali[modifica | modifica wikitesto]

  • 2011: Rivelazione di un istante – Museo Etnografico Gambarina, Alessandria
  • 2012: La Processione delle MacchineSalone Dugentesco, Vercelli
  • 2013: Eva - histoire d'un mannequin – Rencontres d'Arles, Arles
  • 2014: Eva - histoire d'un mannequin – Milan Image Art Fair, Milano
  • 2014: Réalité Suspendue – Arles
  • 2014: Il mantello invisibile - Viaggio nel pantheon celtico – Museo del tessile, Busto Arsizio
  • 2016: Le Voyage d'Aphrodite – Club des Jumelages, Arles
  • 2016: Trapped in Time – sala porta Famagosta, Nicosia (Cipro)
  • 2017: Le cercle de la vie - Rencontres d'Arles, Arles
  • 2018: L'alchimie de l'âme - Rencontres d'Arles, Arles
  • 2018: Le Voyage d'Aphrodite - Istituto italiano di cultura, Cracovia

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Franco Ricciardiello, Prefazione a Marco Barnabino, Eva, Bam Edizioni, 2013.
  2. ^ Prefazione a Marco Barnabino, Eva, Bam Edizioni, 2013.
  3. ^ Gianluca Mercadante, prefazione a Marco Barnabino, Eva, Bam Edizioni, 2013.
  4. ^ Quotidiano La Sesia, Vercelli, 13 settembre 2016
  5. ^ (EL) Έκθεση Trapped in Time, su Δήμος Λευκωσίας. URL consultato il 29 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2016).
  6. ^ Quotidiano La Provence, Arles, 2 giugno 2016
  7. ^ "Marco Barnabino sfrutta al meglio le possibilità della fotografia concettuale, cioè la capacità dell’artista di trasmettere un’idea, un significato, spesso grazie alla mediazione di un sistema di simboli. Ciò non significa che questi suoi scatti necessitino un’interpretazione — o meglio, ognuno può vedervi ciò che crede, come in tutta l’arte più significativa. "Franco Ricciardiello, Prefazione a Le Voyage d'Aphodite
  8. ^ La filosofia e l'arte della fotografia, La Stampa, 10 aprile 2021
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