Magda Donato

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Magda Donato, pseudonimo di Carmen Eva Nelken Mansberger (Madrid, 6 febbraio 1898Città del Messico, 3 novembre 1966), è stata una giornalista, drammaturga e attrice spagnola, esiliata in Messico dopo la Guerra civile spagnola.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Carmen Eva Nelken Mansberger nacque il 6 febbraio 1898[1] a Madrid da una famiglia di commercianti di origine ebraico-tedesca.[2][3] Il padre era un gioielliere spagnolo, e la madre, nata in Francia, era figlia di un orologiaio trasferitosi nel 1889 a lavorare a Madrid come orologiaio di palazzo. La sua ricca famiglia le fornì un'accurata istruzione superiore, poco comune per le donne dell'epoca.[4]

Nel 1917, all'età di 19 anni, iniziò a scrivere nella sezione dedicata alle donne del giornale El Imparcial, il quotidiano della famiglia Gasset. Tra gennaio 1917 e giugno 1918, questi primi articoli furono dedicati alla moda, ma successivamente affrontarono tematiche di più ampio interesse femminile. Nel 1920 iniziò la sua collaborazione con España, una delle riviste culturali di maggiore prestigio del momento, in cui pubblicò i suoi articoli sul femminismo, e più tardi in altri giornali madrileni e riviste culturali come Estampa, El Liberal, La Tribuna, Heraldo de Madrid, Informaciones, Blanco y Negro. Firmò i suoi articoli come Magda Donato, per differenziarsi dalla sorella maggiore, la nota intellettuale femminista, scrittrice e politica Margarita Nelken.[5][6]

Magda Donato iniziò la sua carriera di attrice teatrale sul finire degli anni venti, con il regista, scenografo e drammaturgo Cipriano Rivas Cherif, promotore del teatro madrileno di quegli anni. Nel 1928 entrò a far parte del gruppo teatrale Caracol, che fra le altre piéces mise in scena l'Orfeo di Jean Cocteau con le scenografie di Salvador Bartolozzi.[7]

Negli anni trenta intraprese l'attività di scrittura di testi teatrali per ragazzi, di cui è esempio l'opera Pipo y Pipa y el lobo tragalotodo. Le storie proposte, recuperate dalla tradizione, avevano l'intento di offrire una nuova visione dell'infanzia, su influsso dei principi di riforma pedagogica e sociale promossi nella Seconda Repubblica dall'Institución Libre de Enseñanza e dal krausismo.

Magda Donato mise in discussione lo stereotipo femminile della Spagna dei primi decenni del secolo, centrato sul ruolo domestico. Fu progressista e femminista, sottopose a critica il ruolo riservato alle donne nella società e nel lavoro, sostenendone i diritti. La sua relazione sentimentale con l'illustratore Salvador Bartolozzi (1882-1950), grande conoscitore degli ambienti avanguardisti parigini, molto più vecchio di lei e padre di tre figli, costituì un esempio del suo rifiuto del modello di moglie e del matrimonio borghese, da lei ritenuto immorale.[8]

Prese parte all'Unión Mujeres de España, un'organizzazione diretta da María de la O Lejárraga, di orientamento socialista, mentre fu critica nei confronti del femminismo sostenuto dall'Asociación Nacional de Mujeres Españolas, guidata da María Espinosa dei Monteros, moderata e di ispirazione cattolica. Nel 1929 partecipò al Congresso di Berlino dell'Alianza Internacional para el Sufragio de la Mujer (IWSA).

Nel 1939, a seguito della guerra civile spagnola, fu costretta all'esilio e riparò in Francia. Nel novembre 1941 giunse in Messico, dove intraprese la sua carriera di attrice nel gruppo Les comediéns di France.[9] Con il suo compagno Salvador Bartolozzi scrisse opere di teatro per i ragazzi, come Pinocho en el país de los cuentos o Las aventuras de Cucuruchito y Pinocho, pubblicate in Messico durante gli anni quaranta. [10] Alcuni dei suoi film più conosciuti sono stati La liga de las muchachas (1949), Curvas peligrosas (1950), El amor no es negocio (1949) e Caperucita y Pulgarcito contra los monstruos (1960). Il suo lavoro come attrice venne riconosciuto nel 1960 con il premio alla migliore attrice conferitole dall'Agrupación de Críticos de Teatro.

Dopo la sua morte a Città di Messico il 3 novembre 1966, venne istituito il Premio Magda Donato per riconoscere e premiare la migliore opera dell'anno, gestito dall'Associazione Nazionale di Direttori e Attori, fino alla sua scomparsa nel 1973.[5]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • La carabina (1924)
  • ¡Maldita sea mi cara! (1929)
  • Las otras dos (1931)
  • La protegida de las flores
  • Pipo y Pipa y el lobo tragalotodo (1936)
  • El Niño de mazapán y la mariposa de cristal. Cuento para niños (1944)
  • La Estrella fantástica, iIlustraciones de Jesús Ortiz Tajonar (1944)
  • Pinocho en el país de los cuentos (1944)

Postume[modifica | modifica wikitesto]

  • Como vive la mujer en Espana, introduzione di Margherita Bernard, Sevilla, ArCiBel, 2009
  • Reportajes, introduzione di Margherita Bernard, Sevilla, Renacimiento, 2009.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Sull'anno di nascita gli studi non sono concordi: per Pilar Nieva in Autoras dramáticas españolas entre 1918 y 1936 è il 1900, mentre è il 1898 per Antonina Rodrigo in Mujer y exilio: in altri testi la data è collocata fra il 1898 e il 1906.
  2. ^ (ES) Antonina Rodrigo, Mujer y exilio, 1939, Barcelona, Flor del Viento, 2003, ISBN 9788489644885.
  3. ^ (ES) Los "Reportajes" de Magda Donato revelan el "periodismo vivido" de los años 30, su La Información, 3 aprile 2010. URL consultato il 20 gennaio 2021.
  4. ^ (ES) Guillermina Torresi, Magda Donato, la eterna desconocida, su ctxt.es, vol. 103, 8 febbraio 2017. URL consultato il 20 gennaio 2021.
  5. ^ a b (ES) Concepción Bados Ciria, Intelectuales de la Edad de Plata (11). Magda Donato, su Centro Virtual Cercantes, 20 aprile 2009. URL consultato il 20 gennaio 2021.
  6. ^ (ES) Margherita Bernard, Carmen Eva Nelken, "Magda Donato" (1898-1966), su Escritoras españolas en la prensa. URL consultato il 20 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 23 gennaio 2021).
  7. ^ (ES) Concepción Bados Ciria, Intelectuales de la Edad de Plata. Magda Donato, su Centro Virtual Cervantes, 29 aprile 2009. URL consultato il 31 gennaio 2021.
  8. ^ (ES) Dolores Ramos Palomo, Magda Donato, una mujer moderna. Su labor como articulista en la prensa española (1917-1936), in Arenal, vol. 17, n. 1, 2010, p. 178. URL consultato il 31 gennaio 2021.
  9. ^ (ES) DONATO, Magda, su escritores.cinemexicano. URL consultato il 20 gennaio 2021.
  10. ^ (ES) Xóchitl Medina Ortiz, 70 años de teatro escolar del Instituto Nacional de Bellas Artes, Conacultura/Inba-Citru, 2013, pp. 23-27.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (ES) Margherita Bernard, Magda Donato: una visión moderna de la decoración teatral, in Margherita Bernard, Ivana Rota, Marina Bianchi (a cura di), Vivir es ver volver. Studi in onore di Gabriele Morelli, Bergamo, Edizioni Sestante, 2009, pp. 53-62, ISBN 978-88-96333-12-9.
  • (ES) Margherita Bernard, El yo ficticio de Magda Donato, in Mercedes Arriaga Flórez, Angeles Cruzado Rodríguez, Mercedes González de Sande, Amalia Ortiz de Zárate Fernández (a cura di), De lo sagrado y lo profano. Mujeres tras/entre/sin frontera, Arcibel Editores, 2009, pp. 551-566, ISBN 978-84-96980-26-6.
  • Margherita Bernard, Magda Donato: una pioniera del giornalismo spagnolo, in Futhark: revista de investigación y cultura, vol. 2013, n. 8, pp. 57-69.
  • (ES) Eloy Campo Martín, El periodismo de Magda Donato. Entre el activismo feminista y la consciencia de las disegualdades, Sevilla, Universidad De Sevilla, 2019.
  • (ES) Pilar Domínguez Prats, Mujeres españolas exiliadas en México (1939-1950), Madrid, Universidad Complutense, 2002. URL consultato il 31 gennaio 2021.
  • (ES) Jacobo Israel Garzón e Javier de la Puerta, Carmen Eva Nelken (Magda Donato), esa desconocida, in Raíces, Revista judía de cultura, vol. 10, n. 43, 2000, pp. 43-50.
  • (ES) Pilar Nieva de la Paz, Autoras dramáticas españolas entre 1918 y 1936, Madrid, CSIC, 1993, ISBN 9788400073602.
  • (ES) Dolores Ramos Palomo, Magda Donato, una mujer moderna. Su labor como articulista en la prensa española (1917-1936), in Arenal, vol. 17, n. 1, 2010, pp. 177-196. URL consultato il 31 gennaio 2021.
  • (ES) Antonina Rodrigo García, Mujer y exilio, 1939, Barcelona, Flor del Viento, 2003, ISBN 9788489644885.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN73197444 · ISNI (EN0000 0000 5921 4856 · LCCN (ENn2001028149 · GND (DE14187841X · BNE (ESXX1017794 (data) · BNF (FRcb108938846 (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n2001028149