Mads Brügger

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Mads Brügger

Mads Brügger (24 giugno 1972) è un giornalista, conduttore televisivo e regista danese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Ha lavorato a lungo come giornalista per vari quotidiani e riviste danesi e ha prodotto diversi programmi radiofonici,[1] oltre a essere stato conduttore sul canale televisivo nazionale DR2 del talk show Den 11. time (L'undicesima ora, assieme a Mikael Bertelsen)[2] e del notiziario Deadline. Ha, tuttavia, acquisito fama internazionale come regista e sceneggiatore per il suo distintivo stile satirico.

Nel 2010 presenta al Sundance Film Festival il docufilm The Red Chapel, girato in Corea del Nord, in cui Brügger si finge manager di una compagnia teatrale comunista nel quadro di uno scambio culturale.[3] Nel 2012 torna al Sundance col suo nuovo documentario The Ambassador sul commercio clandestino di titoli diplomatici in Africa. Acquistando una nuova identità al mercato nero, Brügger impersona Mr. Cortzens, un ambasciatore della Liberia, per mostrare in questo modo la facilità con cui alti diplomatici possono approfittare dei benefici economici del mercato delle gemme preziose.[4] Come reazione all'impatto mediatico del film, il governo della Liberia ha minacciato di avviare un'azione legale contro Brügger e i produttori del film.[5] La minaccia non ha tuttavia avuto conseguenze. The Ambassador frutta al regista un premio Robert dell'Accademia del cinema danese per il miglior documentario.

Nel 2018 Brügger esordisce nel lungometraggio di finzione con la commedia The Saint Bernard Syndicate, presentata in concorso al Tribeca Film Festival dove vince i premi per il miglior attore e la migliore sceneggiatura in un lungometraggio narrativo.[6] Nel 2019 ha presentato al Sundance il docufilm Cold Case Hammarskjöld, frutto di una lunga indagine durata sette anni sul caso, tuttora irrisolto, della morte del Segretario Generale dell'ONU Dag Hammarskjöld in un misterioso incidente aereo, avvenuto nel 1961 mentre il diplomatico si trovava in missione nell'odierna Zambia. Nelle settimane successive all'anteprima del film Andreas Rocksen e Mads Brügger hanno pubblicato l'esito delle loro ricerche in articoli apparsi su The Guardian.[7][8][9] Il film ha vinto il premio per la miglior regia nella sezione per i documentari stranieri al Sundance Film Festival ed è tra i tre finalisti del premio Lux 2019 del Parlamento europeo. Il Filmfest München dedica a Brügger una retrospettiva nel 2019.[10]

Filmografia (parziale)[modifica | modifica wikitesto]

  • The Red Chapel (Det røde kapel, 2009), documentario
  • The Ambassador (2011), documentario
  • The Saint Bernard Syndicate (2018), lungometraggio
  • Cold Case Hammarskjöld (2019), documentario

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (PL) 16. Festiwal Filmowy Millennium Docs Against Gravity [collegamento interrotto], su 16. Festiwal Filmowy Millennium Docs Against Gravity. URL consultato il 24 settembre 2019.
  2. ^ (DA) Bonanza | Den 11. time | Den 11. time., su Bonanza | Den 11. time | Den 11. time.. URL consultato il 24 settembre 2019.
  3. ^ (DA) Per Juul Carlsen (intervista con Mads Brügger), The man with the yellow hat gone bad, su dfi.dk. URL consultato il 24 settembre 2019.
  4. ^ (EN) Mike Hogan (intervista con Mads Brügger), Is Exploitation Ever OK?, su HuffPost, 29 agosto 2012. URL consultato il 24 settembre 2019.
  5. ^ (EN) Jorn Rossing Jensen, Liberian government to take legal action against doc director Mads Brugger, su Screen, 2 agosto 2012. URL consultato il 24 settembre 2019.
  6. ^ Here are the Winners of the 2018 Tribeca Film Festival Juried Awards, su Tribeca. URL consultato il 24 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2019).
  7. ^ (EN) Emma Graham-Harrison, Andreas Rocksen e Mads Brügger, RAF veteran ‘admitted 1961 killing of UN secretary general’, in The Observer, 12 gennaio 2019. URL consultato il 24 settembre 2019.
  8. ^ (EN) Emma Graham-Harrison, Andreas Rocksen e Mads Brügger, Coups and murder: the sinister world of apartheid’s secret mercenaries, in The Observer, 20 gennaio 2019. URL consultato il 24 settembre 2019.
  9. ^ (EN) Emma Graham-Harrison, Andreas Rocksen e Mads Brügger, Ex-mercenary claims South African group tried to spread Aids, in The Observer, 27 gennaio 2019. URL consultato il 24 settembre 2019.
  10. ^ Filmfest München, Retrospektive | Mads Brügger [collegamento interrotto], su filmfest-muenchen.de. URL consultato il 24 settembre 2019.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN307174948 · ISNI (EN0000 0004 2847 462X · LCCN (ENn2004029793 · GND (DE1282750984 · J9U (ENHE987012385155705171 · WorldCat Identities (ENlccn-n2004029793