Luis Alfredo Garavito

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Luis Alfredo Garavito Cubillos
Foto segnaletica di Garavito poco dopo il suo arresto
SoprannomiLa Bestia, Tribilin ("Pippo"), El Loco, El Prete
NascitaGénova, 25 gennaio 1957
MorteValledupar, 12 ottobre 2023
Vittime accertate193
Vittime sospettate300+
Periodo omicidi1992 - inizio del 1999
Luoghi colpitiColombia, Ecuador, Venezuela
Metodi uccisioneAccoltellamento, taglio della gola, sventramento
Altri criminiAtti di tortura e mutilazione, pedofilia, tentato omicidio, stupro, abuso di alcol, adescamento di minorenni
ArrestoVillavicencio, 22 aprile 1999
Provvedimenti22 anni di carcere
Periodo detenzione22 aprile 1999 - 12 ottobre 2023

Luis Alfredo Garavito Cubillos, conosciuto come la Bestia (Génova, 25 gennaio 1957Valledupar, 12 ottobre 2023[1]), è stato un serial killer colombiano fortemente sospettato di più di 300 omicidi, di cui almeno 193 accertati; la media delle autorità è di 221.

È uno dei maggiori serial killer della Colombia assieme a Pedro Alonso López e Daniel Barbosa.

Le origini[modifica | modifica wikitesto]

Garavito, come tanti altri serial killer, ebbe un'infanzia piuttosto difficile: il padre, un uomo rude e violento, lo picchiava per una qualunque sciocchezza commessa e inoltre dovette sopportare alcuni abusi compiuti dai vicini. L'educazione che ricevette fu scarsa: infatti sapeva a malapena leggere e scrivere.

Dopo l'infanzia sviluppò, probabilmente a causa delle umiliazioni subite, tendenze all'alcolismo, al suicidio e alla perversione sessuale (specialmente alla pedofilia). Gli eccessi di alcool e la depressione gli costarono un periodo di ricovero. A 16 anni abbandonò la casa dei genitori per trovare un lavoro e tirare avanti con il minimo necessario: diventò così un venditore ambulante di piccoli gadget religiosi, ma intanto i suoi problemi di alcolismo e pedofilia non accennavano a diminuire.

Furia omicida[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1992 Garavito, non riuscendo più a trattenere i suoi istinti feroci, incomincia un periodo di violenze che durerà fino al 1999. Il suo modus operandi era il seguente: assumeva false identità (un venditore ambulante, un mendicante in cerca di elemosina, un disabile in cerca di aiuto o un assistente umanitario) facendo avvicinare le vittime designate e, dopo averle portate in un luogo appartato e deserto, le assaliva con un machete decapitandole.

Tutte le sue vittime erano bambini di età compresa tra gli 8 e 13 anni, eccetto tre ragazzi di 16. I loro cadaveri, ridotti quasi a scheletri, venivano trovati diverso tempo dopo sottoterra, spesso seppelliti congiuntamente in fosse comuni: se ne trovarono in tutto alcune decine. Garavito era camaleontico: infatti non venne mai fermato o arrestato durante questo periodo grazie al suo abilissimo modus operandi. Nonostante in Colombia l'omicidio non faccia normalmente notizia[2], si iniziò a parlare di una Bestia che si aggirava per lo stato seminando il terrore tra la popolazione.

Arresto e confessione[modifica | modifica wikitesto]

Luis Alfredo Garavito venne arrestato a Villavicencio il 22 aprile 1999 a seguito di un tentativo fallito di stupro ai danni di un bambino. Portato davanti a un investigatore, dopo una prima resistenza scoppiò in un pianto dirotto e confessò senza sosta 172 omicidi; diede ai poliziotti numerose informazioni su dove trovare i corpi e sul suo modo di agire. L'interrogatorio durò sette ore: a seguito di ciò la polizia lo ritenne fortemente sospettato di oltre 200 omicidi. Dopo ventotto processi venne giudicato colpevole di 138 omicidi dei 172/200 che gli erano stati attribuiti.

Non gli venne riconosciuta l'insanità mentale (nonostante le sue tendenze pedofile, l'alcolismo cronico, le tendenze suicide e l'elevato numero delle uccisioni) per cui fu dichiarato capace di intendere e di volere e accumulò un totale di condanne a 1.853 anni di carcere, che furono successivamente scalati a 22[3]. Infatti, secondo le leggi colombiane, un carcerato non può restare in cella per più di 30 anni; inoltre ottenne una riduzione di 8 anni perché si era offerto di aiutare gli agenti. Tuttavia, la legge colombiana stabilisce che chi si è macchiato di crimini efferati nei confronti di minori non può usufruire dei normali benefici giudiziari e deve scontare in carcere almeno 60 anni della pena inflitta. Nel caso di Garavito quindi, la riduzione di pena a 22 anni non è applicabile e l'uomo dovrà trascorre in carcere almeno 80 anni.[4]

Per paura che fosse linciato dagli altri detenuti, venne rinchiuso in una cella d'isolamento, separato dagli altri. Secondo testimonianze delle guardie e del direttore del carcere, Garavito ebbe un comportamento molto gentile ed educato, cosa che ha meravigliato le guardie. Ha fatto sapere di essersi pentito delle sue azioni e che, una volta fuori dal carcere, avrebbe avuto intenzione di "aiutare i bambini che sono stati vittime di abusi".

La morte[modifica | modifica wikitesto]

È morto il 12 ottobre 2023 nella Nueva Clínica Santo Tomás del Caribe, dove era da qualche mese ricoverato a causa di un tumore agli occhi.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (ES) Murió Luis Alfredo Garavito, el mayor violador e infanticida de Colombia, su www.bluradio.com, 12 ottobre 2023. URL consultato il 12 ottobre 2023.
  2. ^ Una lista di biografie di diversi serial killer su Occhirossi.it, su occhirossi.it. URL consultato il 27 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2021).
  3. ^ Breve biografia su CrimeBlog.it
  4. ^ (DE) Dr. Mark Benecke, Two omosexual pedophile sadistic serial killers, su home.benecke.com. URL consultato il 4 aprile 2017.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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