Luigi Ridolfi

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Luigi Ridolfi
NascitaPievequinta, 11 aprile 1894
MorteVerona, 2 agosto 1919
Cause della morteincidente aereo
Luogo di sepolturaCimitero Monumentale di Forlì
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaGenio militare
CorpoCorpo aeronautico militare
SpecialitàBombardamento
Reparto4ª Squadriglia
6ª Squadriglia
201ª Squadriglia
XI Gruppo aeroplani
Anni di servizio1912-1918
GradoTenente pilota
GuerrePrima guerra mondiale
Decorazionivedi qui
dati tratti da Gli aviatori italiani del bombardamento nella guerra 1915-1918[1]
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Luigi Ridolfi (Pievequinta, 11 aprile 1894Verona, 2 agosto 1919) è stato un militare e aviatore italiano, pluridecorato pilota di velivolo da bombardamento durante la prima guerra mondiale, al termine del conflitto fu pioniere dello sviluppo dell'aviazione civile in Italia.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Pievequinta, frazione di Forlì, l’11 aprile 1894,[2] figlio di Matteo Ridolfi e Giuseppina Rossi. Dopo aver frequentato la Scuola di Arti e Mestieri "Umberto I", nel 1912 si arruolò nel Regio Esercito, entrando a far parte del genio militare.[2]

Stimolato dalle notizie delle imprese aeree della nascente aviazione, fra cui la trasvolata delle Alpi da parte di Geo Chavez, decise di passare nell'aviazione militare transitando nel Battaglione aviatori. Promosso tenente[3] ottenne il brevetto di pilota aviatore il 2 agosto 1915, a guerra già iniziata da qualche mese.[2] Rimase in servizio con il compito di istruttore alla Caproni di Cascina Costa[2] fino al gennaio 1917, quando incominciò la sua carriera da pilota di velivolo da bombardamento.[2] Assegnato alla 4ª Squadriglia dell’XI Gruppo,[4] allora al comando di Gabriele D'Annunzio, fu istruttore del "Vate" al pilotaggio dei velivoli Caproni, prendendo parte anche a un attacco alla base navale di Cattaro. Nel novembre 1917 è nella 6ª Squadriglia. Il 25 maggio 1918 prese parte, su velivoli Caproni Ca.5, a un tentativo di bombardamento delle posizioni austro-ungariche situata a grande quota sul Passo del Tonale.[5] Il 2 ottobre era nella 201ª Squadriglia.

Durante il conflitto compì più di 6.000 voli e 65 azioni di bombardamento in otto mesi di guerra, stabilendo un primato assoluto per la sua epoca, tanto da meritare il premio Bombardieri del cielo, del valore di 2.000 lire, organizzato dalla rivista Il Secolo Illustrato della Domenica.

Per il suo valore fu decorato con diverse medaglie, tra cui due d’argento al valor militare,[1] quella d'oro al valor militare del Regno di Serbia, e con la Croix de guerre 1914-1918 concessagli "motu proprio" dal Re del Belgio Alberto I.

Finito il conflitto, Ridolfi passò alla nascente aviazione civile come pilota collaudatore alla Caproni. Volò anche, come pilota di Caproni Ca.5, su varie linee interne: Milano-Roma,[2] Roma-Napoli,[2] Milano-Torino, Milano-Venezia. Luigi Ridolfi era abile anche nel volo acrobatico, aveva infatti eseguito vari spettacoli a Forlì. Il 2 agosto 1919 decollò da Taliedo,[2] al comando di un aereo da trasporto Caproni Ca.48 con destinazione l’aeroporto di San Nicolò a Venezia che raggiunse regolarmente. Durante il volo di ritorno l’aereo ebbe un cedimento strutturale mentre volava sulla città di Verona, e precipitò al suolo causando la morte di tutti i passeggeri e i membri dell’equipaggio.[2] Sull'aereo erano presenti, oltre a Ridolfi, altre 15 persone, tra cui il giornalista forlivese Tullo Morgagni, che rimasero uccise.[N 1] Il suo corpo è sepolto nel Cimitero Monumentale di Forlì, dove si può vedere un suo busto, opera di Bernardino Boifava.

A Luigi Ridolfi è oggi dedicata una strada di Forlì, la scuola elementare di Pievequinta, la frazione di Forlì dove era nato, e l'Aeroporto di Forlì inaugurato il 19 settembre 1936 da Benito Mussolini, il Duca d’Aosta e Achille Starace.[6]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze italiane[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Concorreva efficacissimamente, come pilota, all’esecuzione del primo audace bombardamento aereo, di notte, senza luna, in zona montuosa e difficile, attraverso condizioni atmosferiche sfavorevoli. Cielo di Levico, 11-12 gennaio 1918.»
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ardito e instancabile pilota d’aeroplano, compiva in un mese ventisette incursioni sul territorio nemico, noncurante del furioso tiro antiaereo, che più volte danneggiava il suo apparecchio. Sempre animato dal più caldo entusiasmo, dava prova di coraggio non comune, riuscendo, ogni volta, in condizioni particolarmente difficili, a far rifulgere le sue brillanti qualità di ottimo pilota. Cielo dell’Istria e del Carso, 9 agosto-10 settembre 1917.»

Onorificenze estere[modifica | modifica wikitesto]

Croix de guerre 1914-1918 (Belgio) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ A bordo dell’aereo si trovavano oltre i piloti Marco Resnati e Luigi Ridolfi, cinque giornalisti milanesi, il Direttore del Secolo Illustrato Tullio Morgagni, Tancredi Zanghieri, del Secolo, Oreste Cipriani, del Corriere della Sera, Mario Bruni della Sera, Giannetto Bisi del Mondo, il tenente Sante Rovida, l'industriale Giovanni Bernareggi, Carlo Corbetta, Giacono Casiraghi, Luigi Chiesura, Mario Bertolini, i motoristi Luigi Gascone e Guglielmo Visconti.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Lodovico 1980, p. 189.
  2. ^ a b c d e f g h i Mancini 1936, p. 523.
  3. ^ Lodovico 1980, p. 119.
  4. ^ Lodovico 1980, p. 131.
  5. ^ Lodovico 1980, p. 141.
  6. ^ Cesare Sangiorgi, Sauro Tassinari, Tutti i colori del cielo, storia del volo a Forlì, Acquacalda Editore, Forlì, 2004.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alessandro Fraschetti, La prima organizzazione dell'Aeronautica Militare in Italia 1884-1925, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1986.
  • Roberto Gentili e Paolo Varriale, I reparti dell'Aviazione italiana nella Grande Guerra, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1999.
  • Domenico Ludovico, Gli aviatori italiani del bombardamento nella guerra 1915-1918, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1980.
  • Luigi Mancini (a cura di), Grande Enciclopedia Aeronautica, Milano, Edizioni Aeronautica, 1936.
  • Michele Petrarulo, Piccola galleria di grandi aviatori italiani, Roma, Editrice Cielo, 1961.
  • Cesare Sangiorgi e Sauro Tassinari, Tutti i colori del cielo, storia del volo a Forlì, Forlì, Acquacalda Editore, 2004.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]