Luigi Nazari

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Luigi Nazari
NascitaLegnano, 16 novembre 1911
MorteLegnano, 9 settembre 1982
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Bandiera della Repubblica Sociale Italiana Repubblica Sociale Italiana
Forza armataRegia Aeronautica
Aeronautica Nazionale Repubblicana
CorpoAviazione Legionaria
SpecialitàCaccia
Anni di servizio1930-1945
GradoMaresciallo
GuerreGuerra di Spagna
Seconda guerra mondiale
CampagneCampagna italiana di Grecia
Invasione italiana dell'Egitto
Operazione Compass
Decorazionivedi qui
dati tratti da Luigi Nazari: un pilota e il suo caccia[1]
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Luigi Nazari (Legnano, 16 novembre 1911Legnano, 9 settembre 1982) è stato un militare e aviatore italiano, particolarmente distintosi nel corso della guerra di Spagna e nella seconda guerra mondiale, fu decorato con due Medaglie d'argento e una Croce di guerra al valor militare.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Un caccia Fiat C.R.32 dell'Aviazione Legionaria esposto presso il Museo storico dell'Aeronautica Militare.
Un caccia Aermacchi C.200 Saetta della 372ª Squadriglia esposto presso il National Museum of the United States Air Force di Dayton (Ohio).
Un caccia Fabrizi F.5 della 300ª Squadriglia Caccia Notturna assegnata alla difesa aerea di Roma.

Nacque a Legnano il 16 novembre 1911. Arruolatosi nella Regia Aeronautica conseguì il brevetto di pilota il 30 settembre 1930, e quello di pilota militare il 12 novembre dello stesso anno. Fu subito assegnato alla ª Scuola allenamento della Scuola Caccia di Aviano, alle dipendenze del 1º Stormo Caccia Terrestre di Campoformido.[1]

Il 12 gennaio 1931 viene assegnato alla 79ª Squadriglia di Campoformido, allora al comando del capitano Giorgi, dove rimane sino al 19 settembre dello stesso anno. Nel 1934 è posto in congedo per motivi familiari, e il 16 settembre di quell'anno fu uno dei protagonisti[N 1] del lanciò, effettuato in circa 10 minuti, dal Gruppo di volo a vela “Tommaso Dal Molin” dalla vetta del Campo dei Fiori a Varese, di nove alianti anfibi: il “Roma” ed otto “Anfibio Varese”, che ammararono sull'idroscalo della Schiranna.[1] Rientrato in servizio attivo nel 1935 presso l'85ª Squadriglia, 18º Gruppo, 3º Stormo Caccia Terrestre di stanza a Bresso, dal gennaio 1936 passa alla 150ª Squadriglia, 2º Gruppo, 6º Stormo Caccia Terrestre di base dapprima a Campoformido, e poi a Udine, volando insieme al capitano Pietro Scapinelli di Leguigno, e a partire dal 29 settembre con il tenente Adriano Mantelli.[1]

Dal 20 gennaio 1938 il suo reparto viene trasferito sull'aeroporto di Rimini, con la 150ª Squadriglia, comandata da Francesco Tessari. Il 2 aprile parte per la guerra di Spagna, assegnato alla 32ª Squadriglia del VI Gruppo Caccia Terrestre dell'Aviazione Legionaria, comandata da Tito Falconi.[1] Rientra in Italia il 25 agosto, decorato con una medaglia d'argento al valor militare.[1]

Il 23 novembre è assegnato alla 364ª Squadriglia, 150º Gruppo, 53º Stormo Caccia terrestre di stanza sull'aeroporto di Torino-Caselle, e ed il 17 novembre 1939 viene inviato alla Scuola Bombardamento di base sull'aeroporto della Malpensa.[1] Il 26 aprile 1940 viene assegnato alla 151ª Squadriglia, 2º Gruppo, 6º Stormo Caccia Terrestre di base a Rimini, comandata dal capitano Fiacchino, mentre il comandante di gruppo era il maggiore Giuseppe Baylon.[2] In vista dell'inizio delle operazioni contro la Francia e la Gran Bretagna, il 1 giugno 1940 il 2º Gruppo è trasferito in Puglia, sull'aeroporto di Grottaglie, con la squadriglia dotata dei caccia Fiat C.R.32Quater ed assegnata alla difesa della base navale di Taranto.[2] Nel mese di agosto la squadriglia riceve i monoplani Fiat G.50 Freccia e il 18 novembre la sua unità si trasferisce sull'aeroporto di Valona, in Albania, per partecipare alle operazioni aeree sulla Grecia.[2] Il 26 novembre parte del personale della squadriglia ebbe l'ordine di rientrare in Italia. Il 12 dicembre la ricostituita 151ª Squadriglia parte per l'Africa Settentrionale Italiana al fine di consegnare del caccia Fiat C.R.42 Falco, arrivando via Pantelleria, a Castelbenito il 20 dello stesso mese.[3] Partecipa alle operazioni belliche durante l'invasione italiana dell'Egitto, e alla successiva controffensiva inglese Operazione Compass.[2] Rientra in Italia a bordo del transatlantico Conte Rosso imbarcandosi a Tripoli e sbarcando poi a Napoli, per arrivare a Grottaglie il 22 gennaio.[2]

A partire dal 5 febbraio 1941 viene trasferito alla 372ª Squadriglia[1] di Brindisi, allora agli ordini del capitano Farina, equipaggiata con i monoplani Aermacchi C.200 Saetta e ritorna a combattere sul fronte greco. L'8 luglio 1941 viene assegnato alla 385ª Squadriglia di stanza sull'aeroporto di Sarzana, al comando del capitano Fiacchino, dotata dei caccia Fiat C.R.42 Falco, assegnata alla la protezione e alla difesa della piazzaforte marittima della base navale di La Spezia.[4] Per malattia contratta in servizio il 22 ottobre successivo è assegnato alla 300ª Squadriglia Caccia Notturna dotata dei caccia Fabrizi F.5, e il 2 dicembre passa, in qualità di istruttore, alla Scuola di pilotaggio di 2° periodo ed addestramento Caccia Terrestre, 2º Reparto Volo, a Castiglione del Lago dove rimane sino all'armistizio dell'8 settembre 1943.[4] In risposta all'appello lanciato dal colonnello Ernesto Botto aderì alla Repubblica Sociale Italiana, entrando in servizio nell'Aeronautica Nazionale Repubblicana.[4] Collaudatore presso la Breda di Bresso, il 4 giugno 1944 fu trasferito in servizio presso il Reparto Aero Collegamenti del Sottosegretariato dell'Aeronautica.[4] Su incarico del generale Arrigo Tessari si reca a Monaco di Baviera per trasferire in Italia del velivoli requisiti dai tedeschi e che giacevano lì abbandonati, decollato da Monaco con uno di questi in volo perde parte del rivestimento delle ali e deve rientrare in emergenza sull'aeroporto dopo essere riuscito a sbloccare il carrello di atterraggio che non voleva uscire.[2] Effettuò il suo ultimo volo come pilota militare l'8 agosto dello stesso anno volando su un caccia Aermacchi C.202 Folgore a Bresso.[4] L'ultimo velivolo che cerca di ritirare a Bresso per portarlo ai reparti viene incendiato a terra dai Republic P-47 Thunderbolt il 24 dicembre.[2] Dopo la fine della guerra non rientrò in servizio nell'Aeronautica Militare ma continuò a volare con un velivolo Bücker dall'aeroporto di Locarno. Si spense a Legnano il 3 settembre 1982.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Svolgeva intensa attività bellica partecipando a numerose difficili operazioni belliche, sosteneva un duro combattimento aereo, contribuendo con la sua azione efficace ed aggressiva all’abbattimento di cinque avversari. Cielo di Spagna, aprile-luglio 1938
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Abile pilota da caccia, prendeva parte con grande entusiasmo e capacità ad importante ciclo operativo. Nel mitragliamento a bassa quota su una base avversaria, incurante della violenta reazione contraerea, contribuiva efficacemente alla distruzione di numerosi velivoli al suolo. Durante il servizio di scorta a formazioni da bombardamento su lontani obbiettivi, affrontava arditamente forze da caccia nemiche, stroncando con azione pronta, decisa e coraggiosa ogni loro tentativo di contrastare l’azione dei nostri bombardieri. Cielo della Grecia, della Jugoslavia e del Mediterraneo, ottobre 1940-aprile 1941
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Brillante pilota da caccia, già distintosi in precedenza, riconfermava in varie azioni di guerra, le sue belle doti di combattente coraggioso. Giugno 1940-settembre 1943

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ecco i piloti elencati in ordine di lancio: Plinio Rovesti, Giuseppe Burei, Mario Putato, Siro Casale, Giuseppe Negri, Carlo Poggi, Luigi Nazari, Giorgio Mermet e Tino Gada.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Nazari 2019, p. 10.
  2. ^ a b c d e f g h Asso4stormo.
  3. ^ Legnano News.
  4. ^ a b c d e Nazari 2019, p. 13.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giorgio Apostolo, Ali d'Italia n.4 Fiat CR.32, Torino, La Bancarella Aeronautica, 1996.
  • Gianni Cattaneo, Ali d'Italia n.8 Aer.Macchi C.200, Torino, La Bancarella Aeronautica, 2000.
  • (EN) Ferdinando D'Amico e G. Valentini, Regia Aeronautica Vol,2 Pictorial History of the Aeronautica Nazionale Repubblicana and the Italian Co-Belligerent Air Force 1943-1945, Carrolton (Texas), Squadron/Signal Publications, 1986, ISBN 0-89747-185-7.
  • (EN) Chris Dunning, Combat Units od the Regia Aeronautica. Italia Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN 1-871187-01-X.
  • I Reparti dell'Aeronautica Militare Italiana, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1977.
  • (EN) Alfredo Logoluso, Fiat CR.32 Aces in Spanish Civil War, Botley, Osprey Publishing Company, 2010, ISBN 978-1-84603-983-6.
  • Franco Pagliano, Aviatori italiani: 1940-1945, Milano, Ugo Mursia Editore, 2004, ISBN 88-425-3237-1.
  • Giuseppe Rocco, L'organizzazione militare della RSI: sul finire della Seconda Guerra Mondiale, Milano, Greco & Greco Editori s.r.l., 1998, ISBN 88-7980-173-2.
Periodici
  • Daniele Lembo, A.N.R. - Un'aviazione da caccia, in Aerei nella storia, supplemento ad Aerei nella storia nº 75, Parma, Delta Editrice, dicembre-gennaio 2011, ISSN 1591-1071.
  • Luca Nazzari, Luigi Nazari: un pilota e il suo caccia, in Aeronautica, n. 11, Roma, Associazione Arma Aeronautica, novembre 2019, pp. 10-13.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]