Luigi Gentile

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Luigi Gentile
NascitaSammichele di Bari, 12 agosto 1920
MorteShannon, 26 febbraio 1960
Cause della morteIncidente aereo
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Marina
SpecialitàBombardamento
GradoCapitano a.a.r.n. in s.p.e.
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna del Nord Africa
BattaglieBattaglia delle Alpi Occidentali
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Luigi Gentile (Sammichele di Bari, 12 agosto 1920Shannon, 26 febbraio 1960) è stato un militare e aviatore italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare a vivente nel corso della seconda guerra mondiale[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a San Michele, provincia di Bari, il 12 agosto 1920.[3] Noto negli ambienti sportivi universitari, conseguito il diploma liceale si iscrisse alla facoltà di medicina dell'università di Napoli ma dopo due mesi[4] si arruolò volontario nella Regia Aeronautica e una volta frequentato il corso di pilotaggio per allievi ufficiali di complemento presso la Scuola di volo di Pisa fu promosso primo aviere nel luglio 1939.[1] Il 26 ottobre successivo ottenne il brevetto di pilota militare venendo promosso sottotenente di complemento in quello stesso giorno.[1] Mandato dapprima alla Scuola di bombardamento di Aviano fu trasferito successivamente all'8º Stormo Bombardamento Terrestre di stanza sull'aeroporto di Villacidro.[1] Mobilitato nel giugno 1940, all'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, prese parte alle operazioni belliche in Francia e nel Mediterraneo Occidentale.[1] Trasferito in Africa Settentrionale Italiana, in forza alla 19ª Squadriglia, XXVIII Gruppo, nell'aprile 1941, svolse una intensa attività bellica per oltre un anno di guerra.[1] Il 25 aprile 1941 decollò alle 13:20 su un bombardiere Savoia-Marcheti S.79 Sparviero[N 1] per effettuare un volo di ricerca di un CANT Z.1007 Alcione disperso in mare[N 2] a 50 km dalla costa.[4] Mentre era in volo il bombardiere fui intercettato da cinque caccia Hawker Hurricane che si disposero in cerchio intorno al velivolo, sfruttando gli angoli morti, nel tentativo di farlo atterrare e catturarlo prendendo così prigioniero anche l'equipaggio.[4] Vista l'impossibilità di catturare il velivolo, a causa del fuoco difensivo delle mitragliatrici i caccia nemici abbattono l'S.79 con il fuoco concentrato delle loro armi. Il bombardiere effettua un ammaraggio di emergenza ed egli, sganciato il tettuccio dell'aereo, si getta in mare e raggiunge il portello di poppa e mette a mare il battellino di salvataggio.[4] Poi aiutò uno ad uno gli altri aviatori, tutti gravemente feriti, a raggiungere il battellino issandoveli a bordo, raggiungendo la costa dopo 22 ore di navigazione, solo superstite.[4] Trasse a terra i corpi inanimati degli altri membri dell'equipaggio e infine si avviò in cerca di soccorso camminando per molte ore fino a raggiungere la salvezza.[4] Per questa impresa con Regio Decreto del 5 maggio 1942 era stato insignito della medaglia d'oro al valor militare a vivente.[2]

Rientrato in Italia nel gennaio 1942 ed entrato in servizio permanente effettivo per meriti di guerra, dal gennaio 1943 frequentò la Scuola di volo senza visibilità di Latina e dal marzo successivo la Scuola bombardamento della Malpensa conseguendo nel luglio dello stesso anno la promozione a tenente.[4]

Nel 1945 riprese servizio nello Stormo trasporti, e fu secondo pilota, dietro a Manlio Lizzani, sul Savoia-Marchetti S.M.95 che trasportò in esilio a Lisbona l'ex re Umberto II di Savoia l'8 giugno 1946. Promosso capitano nel luglio 1947, venne dispensato a domanda dal servizio permanente effettivo nell'Aeronautica Militare Italiana nel giugno 1949, e fu assunto dalla compagnia Alitalia come pilota civile.[1] Il 26 febbraio 1960 al comando di un apparecchio di linea Douglas DC-7 (I-DUVO) decedeva al largo di Shannon, in Irlanda, in un incidente di volo, assieme all'equipaggio ed ai passeggeri.[1]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Giovanissimo ufficiale pilota entusiasta e capace, dava più volte prova di coraggio e sprezzo del pericolo in numerose e rischiose azioni di guerra. Durante una missione di ricerca di camerati dispersi in mare, attaccato da soverchiante caccia avversaria, svolgeva le manovre per la difesa e reazione con sangue freddo e calma esemplari. Con tutti i membri dell’equipaggio gravemente feriti, e con il velivolo colpito e reso inservibile, era costretto all’ammaraggio in mare aperto, eseguendo la difficile manovra con precisione e prontezza e provvedendo con le sole sue forze a trasbordare sul battellino tutti i camerati che altrimenti, essendo essi immobilizzati per le gravi ferite, avrebbero seguito le sorti del velivolo repentinamente inabissatosi. Rimanendo per tre ore in acqua per permettere ai feriti di sistemarsi sul canotto nel modo migliore, iniziava la faticosa navigazione, per guadagnare la costa lontana, mai mancando di confortare i camerati doloranti con la parola e dando loro, con la serenità dello spirito, la certezza del salvamento. Con fraterna devozione assisteva il collega osservatore morente che trovava la forza estrema di additare ai compagni il sublime comportamento del giovane pilota. Per tutto il pomeriggio e la notte provvedeva da solo a dirigere il battello verso terra fino a che, dopo diciannove ore di navigazione, riusciva a sbarcare sulla riva i compagni feriti. Raccogliendo, in un supremo sforzo le proprie energie, compiva una lunga e faticosa marcia per raggiungere un comando alleato cui chiedeva i soccorsi. Infaticabile, rimaneva a fianco dei compagni fino al loro ricovero in ospedale, incurante di sé, preoccupato soltanto dei propri uomini attoniti per tanta forza d’animo. Cielo del Mediterraneo Orientale, 25 giugno 1941.[5]»
— Regio Decreto 5 maggio 1942.[3]
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Partecipava valorosamente in qualità di pilota di velivolo da bombardamento alle azioni aeree delle Baleari, in cui i velivoli italiani danneggiavano gravemente potenti formazioni navali inglesi, che erano così costrette a ripiegare. Azione del 9 luglio 1940

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ L'equipaggio dell'aereo era formato da lui, dal secondo pilota sergente Benvenuto Anzeloni, dal motorista Giacomo Cardò, dall'aviere radiotelegrafista Angelo Viola, dall'osservatore tenente del Regio Esercito Sante Patussi, e dal primo aviere mitragliere Eugenio Fornera.
  2. ^ Ogni volta che era possibile per queste missioni di ricerca gli equipaggi degli aerei decollavano con dei quarti di cammello a bordo da gettare in mare per attirare lontano dai naufraghi gli squali, ma quel giorno non vi era niente di disponibile.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Chris Dunning, Combat Units of the Regia Aeronautica. Italia Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN 1-871187-01-X.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 689.
  • Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1969.
  • Franco Pagliano, Aviatori italiani: 1940-1945, Milano, Ugo Mursia Editore, 2004, ISBN 88-425-3237-1.
  • Adalberto Pellegrino, Benvenuti a bordo - Storie di volo di un comandante Alitalia, Bologna, Cartabianca Publishing Inc., 2016.
  • Adalberto Pellegrino, Quelli della stanza uno: I primi cinquant'anni di Alitalia, Bologna, Cartabianca Publishing Inc., 2019.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]