Luigi Fiorentini

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Luigi Fiorentini
NascitaPavia, 1893
MortePrima battaglia di El Alamein, 14 luglio 1942
Cause della morteFerite riportate in combattimento
Luogo di sepolturaSacrario militare italiano di El Alamein
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaArtiglieria
Prima battaglia di El Alamein
Anni di servizio1911 - 1942
GradoTenente colonnello
GuerrePrima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
CampagneCampagna del Nord Africa
BattaglieBattaglia delle Alpi Occidentali
Comandante diLII Gruppo artiglieria pesante da 152/37
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le Medaglie d'Oro al Valor Militare volume secondo (1941-1959)[1]
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Luigi Fiorentini (Pavia, 1893Prima battaglia di El Alamein, 14 luglio 1942) è stato un militare italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Pavia nel 1893, figlio di Carlo e Annunziata Zecca.[1] Nel 1911 si arruolò volontario nel Regio Esercito assegnato in forza al 9º Reggimento artiglieria da campagna. All'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 24 maggio 1915, aveva il grado di sergente maggiore, venendo promosso sottotenente nel 1916 ed entrando in servizio permanente effettivo.[2] Prestò servizio nel gruppo specialisti d'artiglieria del battaglione aerostieri, e nel 1917 rientrò in forza al 9º Reggimento artiglieria da campagna. Divenuto tenente in quello stesso anno, dopo la fine del conflitto transitò in servizio presso l'11º Reggimento artiglieria da campagna.[2] Con la promozione a capitano, avvenuta nel 1927, fu trasferito al 12º Reggimento artiglieria pesante.[2] Dal 1934 al 1937, con la promozione a maggiore, prestò servizio presso la Direzione d'artiglieria di Alessandria, e poi assegnato al 4º Reggimento artiglieria di Corpo d'armata.[2] Promosso tenente colonnello nel gennaio 1940, dopo la dichiarazione di guerra alla Francia e alla Gran Bretagna, a partire dal 10 giugno partecipò alle operazioni sul fronte occidentale.[2] Nell'ottobre 1941 partì per l'Africa Settentrionale Italiana dove assunse il comando del LII Gruppo da 152/37 dell'8º Raggruppamento artiglieria d'armata.[3] Il 10 luglio reparti australiani si infiltrarono in un varco tra i battaglioni del 7º Reggimento bersaglieri[N 1] e della 60ª Divisione fanteria "Sabratha", e dopo una notte di combattimenti all'alba raggiunsero quota 33 dove si trovava posizionato il LII Gruppo investendo le batterie da 152/37 (LII Gruppo) e 149/40 (XXXIII Gruppo).[3] Per organizzare al meglio la difesa lasciò il centralino telefonico dove si trovava e salito su una automobile, e seguito dal suo portaordini in motocicletta, partì per raggiungere la linea di combattimento.[3] La motocicletta del portaordini ebbe un guasto meccanico, ed egli si fermo per prestare assistenza, ma i soldati australiani li raggiunsero accerchiandoli.[3] I due si difesero con le armi d'ordinanza, ma mentre il portaordini venne immobilizzato, egli rimase gravemente ferito all'addome.[3] Soccorso dagli avversari fu trasportato presso un ospedaletto da campo sotterraneo a Tell El Alamein, decedendo il 14 luglio 1942.[4]

Per onorarne il coraggio gli fu assegnata la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[1] I suoi resti mortali vennero seppelliti presso Sacrario militare italiano di El Alamein, e a suo nome venne intitolato piazzale di ingresso.[3]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di un gruppo in nove mesi di aspri e duri combattimenti si distingueva per eccezionale ardimento. Durante un poderoso attacco avversario che aveva travolto parte delle posizioni avanzate, accortosi che le dipendenti batterie erano minacciate dappresso di avvolgimento sul fianco, si portava fra i pezzi per difendere fino all'ultimo la posizione. Nell'aspra lotta ravvicinata, animando con l’esempio la disperata resistenza, partecipava a numerosi contrassalti finché veniva colpito all’inguine da una raffica di mitragliatrice. Con mirabile forza d’animo incuorava i pochi artiglieri a lui vicini ripetendo che il supremo sacrificio era doveroso per la difesa dei pezzi. Dopo quattro giorni di atroci sofferenze chiudeva la sua nobile esistenza tutta dedita al servizio e alla Patria. El Alamein (A.S.), 10 – 14 luglio 1942. .[5]»
— Decreto Presidenziale 10 febbraio 1953[6]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ufficiale superiore comandante di gruppo, di grande capacità e di provata esperienza, già distintosi per sprezzo del pericolo ed alto valore durante nove mesi di duri combattimenti. Mentre un tratto della linea aveva ceduto di fronte ad un attacco di massa dell'avversario, accortosi che le sue batterie erano minacciate dappresso di avvolgimento sul fianco, lasciava il posto di comando del gruppo e si slanciava valorosamente fra i pezzi nell'intento di difendere fino all'ultimo la posizione. Nell'aspra lotta ravvicinata, alla quale personalmente partecipava con esemplare coraggio e forte spirito aggressivo, veniva mortalmente ferito all'inguine da colpi di mitragliatrice avversaria. Dopo quattro giorni di atroci sofferenze -sopportate con mirabile forza d'animo – immolava la sua nobile esistenza, tutta dedicata al servizio ed alla Patria. Fulgido esempio di sublime eroismo e di elette virtù militari. El Alamein, 10-14 luglio 1942
— Decreto 31 luglio 1947[7]
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 14 novembre 1935[8]
Medaglia commemorativa della guerra 1915-1918 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia interalleata della Vittoria - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Unità appartenente alla 102ª Divisione motorizzata "Trento".

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1965, p. 48.
  2. ^ a b c d e Combattenti Liberazione.
  3. ^ a b c d e f Qattara.
  4. ^ Dominioni 1992, p. 93.
  5. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  6. ^ Registrato alla Corte dei conti il 14 marzo 1953, esercito registro 10, foglio 232.
  7. ^ Bollettino Ufficiale 1947, disp.12, pag.1179 registrato alla Corte dei conti il 13 marzo 1947, guerra registro 6, foglio 443.
  8. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.122 del 27 maggio 1936, pag.1728.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Paolo Caccia Dominioni, El Alamein 1933-1962, Milano, Ugo Mursia Editore, 1992, ISBN 978-88-425-3628-4.
  • Arrigo Petacco, L'armata nel deserto, Milano, A. Mondadori Editore, 2001.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le Medaglie d'Oro al Valor Militare volume secondo (1941-1959), Roma, Tipografia regionale, 1965.
  • Mario Montanari, Le operazioni in Africa Settentrionale - Vol. III - El Alamein, Roma, Ufficio Storico dello Stato Maggiore Esercito, 1989.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Fiorentini, Luigi, su Combattenti Liberazione, http://www.combattentiliberazione.it. URL consultato il 20 marzo 2020.
  • Andrea Mariotti e Daniele Moretto, [1.pdf Piazzale Luigi Fiorentini, Ten.Col. M.O.V.M.] (PDF) [collegamento interrotto], su Qattara, http://www.qattara.it. URL consultato il 20 marzo 2020.