Luigi Crocco

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Luigi Crocco

Luigi Crocco (Palermo, 2 febbraio 1909Roma, 19 novembre 1986) è stato un ingegnere aerospaziale italiano; figlio del matematico e generale Gaetano Arturo, del quale fu anche collaboratore, Luigi Crocco fu uno dei maggiori studiosi mondiali nel campo dell'aerodinamica teorica e della propulsione a razzo[senza fonte].

Biografia scientifica[modifica | modifica wikitesto]

È nota la sua teoria sulla instabilità della combustione nella propulsione dei razzi. Diede importanti contributi all'aerodinamica teorica, alla gasdinamica, e allo studio della turbolenza, allora ai primi significativi passi, con il raggiungimento di «notevoli risultati sulle proprietà dello strato limite, sulla vorticità dei gas, ecc.»[1], tra cui il famoso teorema che reca il suo nome.

Fu professore prima a Roma, dove tenne l'insegnamento "Motori per aeromobili" e poi all'Università di Princeton dove insegnò propulsione aerospaziale e volo spaziale[1] per più di 20 anni, acquisendo la cittadinanza statunitense, e divenendo direttore del Guggenheim Jet Propulsion Center.

Per motivi familiari dovette tornare in Europa alla fine degli anni '60, dove insegnò a Parigi presso la Faculté des sciences e l'École centrale.

Svolse attività di consulenza per il governo francese sull'utilizzo del nitrometano[1], e di aziende statunitensi nel campo della propulsione a razzo[1]: collaborò con la NASA per la realizzazione dell'endoreattore F-1, il propulsore del Saturn V del Programma Apollo che portò l'uomo sulla Luna[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Luigi Crocco, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Modifica su Wikidata

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luigi Crocco, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Modifica su Wikidata
  • Ciampaglia Giuseppe: "La propulsione a reazione in Italia dalle origini al 1943". Ufficio Storico Aeronautica Militare Italiana. Roma 2002.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN38323607 · ISNI (EN0000 0000 2680 4331 · SBN RMSV022186 · LCCN (ENn84165370 · GND (DE1074371232 · J9U (ENHE987007323501405171 · WorldCat Identities (ENlccn-n84165370