Luigi Cavaglià

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Luigi Cavaglià
NascitaCarignano, 1920
MorteOvcji Brod, 14 aprile 1942
Cause della morteMorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
SpecialitàAlpini
Reparto3º Reggimento alpini
Anni di servizio1940-1942
GradoSoldato
GuerreSeconda guerra mondiale
BattaglieBattaglia delle Alpi Occidentali
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959)[1]
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Luigi Cavaglià (Carignano, 1920Ovcji Brod, 14 aprile 1942) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Carignano, provincia di Torino, nel 1920, figlio di Carlo e Anna Febraro.[2] Cresciuto in una modesta famiglia di contadini, nel marzo 1940 fu chiamato a prestare servizio militare di leva nel Regio Esercito, assegnato all'arma di fanteria, specialità alpini.[3] Destinato in servizio al battaglione alpini "Val Pellice" del 3º Reggimento alpini, dal 10 giugno 1940 prese parte alle operazioni di guerra svoltesi alla frontiera alpina occidentale contro la Francia.[4] Rientrato al deposito reggimentale e trattenuto in servizio attivo, e nel gennaio 1942 partì con il battaglione per l'Albania. cadde in combattimento a Ovcji Brod, Croazia, il 14 aprile 1942 e fu successivamente insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[4] Per il suo comportamento anche in precedenti azioni viene proposto per la promozione a caporale.[4] Il suo paese natale gli ha intitolato un istituto comprensivo.[4]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Porta arma tiratore di una squadra mitraglieri nella fase più cruenta di un combattimento per la conquista di importante testa di ponte portava la propria arma in posizione avanzata per combattere più efficacemente il fuoco di bande nemiche. Gravemente colpito mentre falciava col tiro le fanterie avversarie si accasciava svenuto. Ripresi quasi subito i sensi, in un supremo sforzo di volontà, teso oltre la morte che sentiva prossima, rifiutava ogni soccorso e chiedeva nuove munizioni. Ottenutele, con la sola mano restatagli valida, sparava ancora sul nemico obbligandolo a retrocedere fin quando lo spasimo sopportato lo faceva nuovamente svenire. Spirava appena trasportato al posto di medicazione. Ovcji Brod (Croazia), 14 aprile 1942[5]»
— Decreto del Presidente della Repubblica del 12 ottobre 1953.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare 1965, p.14.
  2. ^ Combattenti Liberazione.
  3. ^ Bianchi, Cattaneo 2011, p.330.
  4. ^ a b c d Bianchi, Cattaneo 2011, p.331.
  5. ^ Quirinale - scheda - visto 23 marzo 2023
  6. ^ Registrato alla Corte dei conti il 31 ottobre 1953, Esercito, registro 43, pagina 239.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Andrea Bianchi e Mariolina Cattaneo, I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro, Associazione Nazionale Alpini, 2011, ISBN 978-88-902153-1-5.
  • Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 14.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]