Luigi Bonelli (orientalista)

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Luigi Bonelli (Brescia, 20 settembre 1865Napoli, 26 gennaio 1947) è stato un arabista, iranista e turcologo italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Per preparare convenientemente la sua tesi di laurea in "Storia moderna", Luigi Bonelli imparò da autodidatta la lingua araba e quella persiana. Non appena conseguita la laurea in "Lettere" nel 1887 presso l'Accademia Scientifico-Letteraria di Milano, spostò quindi i suoi interessi sull'Orientalistica e sulla glottologia, probabilmente anche grazie agli innovativi orientamenti scientifici in merito di Graziadio Ascoli.
Conobbe a Roma il grande semitista Ignazio Guidi, che ne incoraggiò le sue propensioni per il cosiddetto "tripode islamico", vale a dire la lingua araba, quella persiana e la lingua turca. Fu lo stesso Guidi a presentare nel 1890 all'Accademia Nazionale dei Lincei la sua prima pubblicazione di rilievo, relativa a un testo persiano.

Poco più tardi Bonelli affrontò uno dei più gravosi impegni islamistici: l'edizione di un Catalogo dei codici arabi, persiani e turchi della Biblioteca Casanatense' (un simile lavoro sarà da lui svolto in futuro presso l'Archivio di Stato di Venezia, dove classificò i regesti, rimasti inediti, di parte della collezione di documenti turchi ivi presenti).

Nel 1892 gli fu affidato l'incarico d'insegnamento di "Lingua turca" all'Istituto Universitario Orientale di Napoli e qui e in questa stessa disciplina divenne professore cattedratico nel 1907, assumendo anche la funzione di Direttore (equivalente a quella di Rettore) nel triennio e 1914-1916.
Nel 1921 divenne Socio corrispondente dell'Accademia Nazionale dei Lincei.

Studiò anche la lingua maltese, ispirando lo stesso percorso apprenditivo a un turcologo della successiva generazione: Ettore Rossi.
Nel 1931 e nel 1932, dietro invito di Fu'ad I d'Egitto, fu incaricato del riordino della biblioteca e dell'archivio di corte. Lavorò in quello stesso biennio sui regesti dei firmani ottomani ma per un vergognoso esempio di "pirateria scientifica"[1] la sua fatica uscì sotto il nome di Ḥāyim Nāḥām, che era all'epoca il Gran Rabbino del Cairo.[2]

Lasciò nel 1935 l'insegnamento universitario raggiunti per limiti di età, pur mantenendo per alcuni anni l'insegnamento di "Lingua persiana". A lui i colleghi italiani e stranieri dedicarono una collettanea di studi pubblicati dagli Annali del Regio Istituto Orientale (n.s., I).

Opere principali[modifica | modifica wikitesto]

  • Elementi di grammatica turco osmanli , Milano, 1899.
  • Manuale di turco parlato (con S. Jasigian), Milano, 1910.
  • Traduzione del Corano, Milano, Hoepli, 1929 (e successive riedizioni). N.B. La numerazione dei versetti è quella precedente all'edizione fu'adina.
  • Lessico italiano-turco, Roma, Istituto per l'Oriente, 1939 (rist. postuma 1952).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Questa l'espressione usata dal turcologo Alessio Bombaci nel lemma a lui dedicato sul Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 11 (1969).
  2. ^ Si veda in merito Oriente Moderno, XV [1935], pp. 42-44.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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