Lucio Venna

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Lucio Venna, pseudonimo di Giuseppe Landsmann (Venezia, 28 dicembre 1897Firenze, 4 settembre 1974), è stato un pittore italiano, esponente del movimento futurista.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Giuseppe Landsmann (in arte Lucio Venna), primogenito di cinque fligli, da Giovanni Battista, commerciante veneziano di origine austriaca, e Luigia Zanette, di Vittorio Veneto, nasce a Venezia il 28 dicembre del 1897. Appena quindicenne abbandona la città lagunare e la famiglia, con la ferma convinzione di dedicarsi alla pittura, e nel maggio del 1912 approda nella ricca e culturalmente dinamica Firenze d'inizio secolo. Nel 1913 conosce il pittore Emilio Notte (l'incontro è probabilmente riferibile alla celebre serata futurista avvenuta al Teatro Verdi, nel dicembre dello stesso anno) che lo avvia alla pittura. Emilio Notte, che è cegliese di nascita ma veneto di famiglia, anch'egli da un anno a Firenze e residente a Prato dal 1907, nonostante la giovane età (era nato nel 1891), assume tacitamente il ruolo di maestro, che in seguito si risolve in un legame di salda amicizia e di privilegiata collaborazione.

Il periodo futurista[modifica | modifica wikitesto]

Nel capoluogo toscano si tiene fra il 1913 e il '14, presso la Libreria Gonnelli, la storica esposizione di Lacerba con i pittori futuristi della prima ondata, capitanati da Filippo Tommaso Marinetti. E Venna – come altri giovani artisti fiorentini, o di adozione, quali Ottone Rosai, Primo Conti, Neri Nannetti, Achille Lega, lo stesso Notte, ecc. – si identifica immediatamente in quelle istanze e rivelazioni radicali. Venna aderisce al movimento tra il 1914 ed il '15, mediatore Marinetti, e subito si mette in contatto con Boccioni, al quale invia i primi dipinti futuristi. Nel 1916 collabora come attore e aiuto-regista al film Vita futurista, di Arnaldo Ginna. Intanto il legame con Emilio Notte appare sempre più saldo e, nello stesso anno, i due artisti elaborano una bozza del Manifesto Futurista Antiastrattista che rimarrà, però, inedito. L'anno successivo Notte e Venna firmano sulle pagine de “L'Italia Futurista”, il manifesto Fondamento Lineare Geometrico (Al genio ed ai muscoli degli incrollabili amici pittori futuristi). Nel 1917 Venna è ormai parte integrante del gruppo futurista della Pattuglia Azzurra e collabora, con parolibere e disegni, a “L'Italia Futurista”, diretta da Emilio Settimelli e da Bruno Corra. A Roma, durante il servizio militare, frequenta Giacomo Balla e Fortunato Depero, e lavora alla CINES. Nel febbraio del 1918 elabora ancora con Notte un progetto per un altro manifesto futurista che resterà anch'esso inedito. Tra il 1918 e il 1920 collabora con alcuni disegni alla rivista “Roma Futurista” e, in modo più saltuario, a Dinamo e al giornale “I nemici d'Italia”. La Grande Esposizione Nazionale Futurista, promossa da Marinetti nel 1919 a Milano (Galleria Centrale di Palazzo del Cova), lo vede presente con diciassette opere. Nella città lombarda conosce Achille Funi e Alberto Martini con i quali instaura un rapporto di stima e di amicizia. I tre artisti partecipano poco dopo (1920) al soggiorno artistico offerto dall'industriale Piero Preda nella villa di Rovenna, sul lago di Como. Nel 1920 è con i fondatori della rivista dadaista “Bleu”. Sempre nel 1920 esegue una serie di vignette e illustrazioni sulle pagine de “La testa di ferro”. È l'ultimo atto ufficiale della militanza di Lucio Venna.

La stagione dell'arte cartellonistica[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1922 l'artista ha già abbandonato la pittura; deluso e avvilito per le sorti del sogno futurista, ormai pressato dai venti del ritorno all'ordine, inizia a disegnare i primi cartelli pubblicitari sollecitato – sembra – dall'amico Emilio Notte. Rientra a Firenze ed apre uno studio pubblicitario in Borgo Albizi dedicandosi a tempo pieno all'arte cartellonistica. In quindici anni di lavoro (1922-1937) disegnerà un centinaio di manifesti e moltissime locandine; pieghevoli, copertine per riviste, calendari, numerosi marchi aziendali, ecc., apportando anche in questa attività l'esperienza futurista e trasferendola con una prestigiosa qualità creativa e formale nelle Creazioni Venna. Insieme ad altri protagonisti degli anni '20, quali Sepo, Nizzoli, Depero, Cassandre, contribuirà al rinnovamento del cartellone pubblicitario europeo. Alla fine del 1937 interrompe il mestiere di cartellonista, riprendendolo solo occasionalmente negli anni successivi, per ritornare qualche anno dopo alla pittura. Fra il 1938 ed i primi anni Quaranta, Lucio Venna assume la direzione tecnico-artistica della “Scena Illustrata” (antica rivista fiorentina fondata da Pilade Pollazzi) e realizza una serie di copertine per il mensile e l'annuario dell'Almanacco e per alcuni libri. La ripresa della pittura è definitiva fino all'anno della sua scomparsa (avvenuta a Firenze il 4 settembre del 1974); ma l'ultimo ventennio dell'artista si concentrerà soprattutto sulle pietre e sugli zinchi litografici dello studio di piazza Savonarola e sulle lezioni cartellonistiche all'Istituto d'Arte fiorentino.

Lucio Venna nei musei[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • F. T. Marinetti (a cura di), Grande Esposizione Nazionale Futurista, catalogo Galleria Centrale d'Arte, Milano, marzo 1919.
  • R. Franchi, Lucio Venna, prefazione, catalogo galleria Cortina, Rovereto, gennaio 1943.
  • A. Seroni, Dipinti di Lucio Venna, L'Unità, 8 marzo, 1954.
  • S. Giannelli, Lucio Venna, Il Giornale del Mattino, 11 marzo 1954.
  • R. De Grada, Lucio Venna, prefazione, catalogo galleria La Colonna, Milano, 1955.
  • E. Mastrolonardo, Lucio Venna, Idea, febbraio 1956.
  • M. Drudi Gambillo, Archivi del Futurismo I e II, De Luca editore, Roma, 1958 e 1959.
  • C. Bruni e M. Drudi Gambillo, Dopo Boccioni, Edizioni Mediterranee, Roma, aprile 1961.
  • De Tuoni D., Nella Firenze delle «Giubbe Rosse»: l'ultimo futurista, La Fiera Letteraria, 13 maggio 1962.
  • G. Appella, Vitalità di Lucio Venna, Sestante letterario, anno III, n° 5, settembre-ottobre 1964.
  • M. Masciotta, Arte moderna in Italia-1915/1935, Marchi e Bertolli editori, Cremona, aprile 1967.
  • M. Verdone, Cinema e letteratura del futurismo, Ed. Bianco e Nero, Roma, 1968.
  • E. Crispolti, Il mito della macchina e altri temi del Futurismo, Celebes, Trapani, 1969.
  • C. Marsan, Lucio Venna, Edizioni Galleria Canova, Roma, novembre 1971.
  • L. Caruso e S. M. Martini, Tavole Parolibere Futuriste (I, II), Liguori, Napoli, 1974 e 1977.
  • G. Pampaloni e M. Verdone, I Futuristi Italiani, Le Lettere, Bologna, novembre 1977.
  • M. C. Papini, L'Italia Futurista (1916-1918), Edizioni dell'Ateneo e Bizzarri, Roma, 1977.
  • A. Nocentini, Pittori del Novecento in Toscana, Banca Toscana e Nardini Editore, Firenze, ottobre 1979.
  • E. Crispolti, Ricostruzione futurista dell'universo, Ed. Museo Civico, Torino, 1980.
  • P. Conti, La gola del merlo (Memorie provocate da Gabriel Cacho Millet), Sansoni, Firenze, 1983.
  • AA.VV., Futurismo a Firenze (1910-1920), Sansoni, Firenze, febbraio 1984.
  • M. Fidolini, Metropolis ed altro, Edizioni Bora, Bologna, settembre 1984.
  • C. Salaris, Storia del Futurismo, Editori Riuniti, Roma, 1985 e novembre 1992.
  • M. Scudiero, Futurismi Postali, Longo Editore, Rovereto, aprile 1986.
  • M. Fidolini, Lucio Venna - Dal Secondo Futurismo al manifesto pubblicitario, Grafis Edizioni, Casalecchio di Reno, luglio 1987.
  • G. Baule, Libri, Linea Grafica, maggio 1988.
  • G. Fanelli, E. Godoli, Il Futurismo e la grafica, Edizioni di Comunità, Milano, settembre 1988.
  • R. Notte, Un inedito manifesto del futurismo fiorentino, in “Mass Media”, VIII, 2,1989.
  • G. Priarone, Grafica pubblicitaria in Italia degli anni Trenta, Ed. Cantini, Firenze 1989.
  • M. Scudiero, C. Rebeschini, Futurismo Veneto, Milano 1990.
  • L. Caruso, M. Fidolini, R. Notte, Lucio Venna, Ed. Il Ponte, Firenze, febbraio 1991.
  • AA. VV., I muri raccontano, Pozzo Gros Monti, Moncalieri, maggio 1991.
  • R. Notte, Un inedito manifesto futurista antiastrattista, in “Terzo Occhio”, XIII, n. 3 (60) 1991.
  • A. Angelini, Lucio Venna, catalogo galleria Palazzo Vecchio, Firenze, gennaio 1992.
  • M. P. Branchi, L'auto dipinta, Electa, Milano, 1992.
  • M. Fidolini, Lucio Venna - 10 disegni inediti (1920), “Dossier futurista”, Editrice S.P.E.S., Firenze, 1994.
  • G. Di Genova, Storia dell'arte italiana del '900, (I e II vol.), Edizioni Bora, Bologna 1993 e 1994.
  • AA.VV., Marinetti e il Futurismo a Firenze, Edizioni De Luca, Roma, dicembre 1994.
  • A. M. Damigella, Messina e il Futurismo (Gli anni dimenticati), Sicania, Messina, 1998.
  • M. Fidolini, Lucio Venna - Il siero futurista, Bandecchi & Vivaldi, Pontedera, novembre 1988.
  • AA. VV., Il Futurismo attraverso la Toscana, Silvana Editoriale, Milano, gennaio 2000.
  • AA. VV., Futurismo 1909-1944, Mazzota, Milano, luglio 2001.
  • AA. VV., Sport Arte, la grafica, Mori, marzo 2002.
  • AA. VV., Nei dintorni di Dudovich, Ed. Modiano, Trieste, novembre 2002.
  • Claudio Giorgetti – Uberto Bonetti, Burlamacco, l'avventura di una maschera, Pezzini Editore, Viareggio, dicembre 2002.
  • Paolo Lombardi, I manifesti di Lucio Venna, Charta, n° 66, settembre-ottobre, 2003.
  • Claudio Giorgetti – Uberto Bonetti, Il Futurismo ed altre passioni, Maria Pacini Fazzi Editore, Pisa, aprile 2004.
  • Marco Fidolini, Lucio Venna e il Carnevale di Viareggio, Maria Pacini Fazzi editore, Pisa, novembre, 2004.
  • AA.VV ., Il Futurismo a Viareggio e in Versilia, Caleidoscopio edizioni, Carrara, settembre, 2009.

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