Luciano Re Cecconi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Luciano Re Cecconi
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Altezza 176 cm
Calcio
Ruolo Centrocampista
Carriera
Giovanili
19??-19??Pro Patria
Squadre di club1
1967-1969Pro Patria36 (0)
1969-1972Foggia74 (2)
1972-1977Lazio109 (6)
Nazionale
1974Bandiera dell'Italia Italia2 (0)
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Luciano Re Cecconi (Nerviano, 1º dicembre 1948Roma, 18 gennaio 1977) è stato un calciatore italiano, di ruolo centrocampista.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di un muratore, cresciuto nell'hinterland milanese, Luciano Re Cecconi deve il suo cognome a un particolare episodio capitato ai suoi avi, come ebbe a ricordare in un'intervista a Franco Melli:

«Quel Re davanti al mio cognome, è un regalo del re. Vittorio Emanuele II passò per Busto Arsizio e per Nerviano e gradì la buona cucina, l’accoglienza ricevuta. Allora volle beneficiare la gente delle nostre campagne lombarde con un dono simbolico ma indelebile. Così, i Cecconi diventarono pomposamente Re Cecconi, i David Re David, in base al riconoscimento stampato. Il regalo di Vittorio Emanuele II, trasmesso di generazione in generazione, l’ho accolto con orgoglio. È una ricchezza che il mondo non potrà mai portarmi via. Ho il cognome ornato. E suona bene[1]

Ancora adolescente, iniziò a lavorare come carrozziere nell'officina del cugino, allenandosi nel tempo libero che gli rimaneva fino a quando lo stipendio da calciatore non gli permise di lasciare la sua occupazione per dedicarsi a tempo pieno allo sport.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

Muove i primi passi sul campo polveroso dell'oratorio di Sant'Ilario Milanese (Nerviano). Da agonista comincia a giocare a calcio nell'U.S.D. Aurora Cantalupo, passando poi alle giovanili della Pro Patria, con cui il 14 aprile 1968, esordisce in Serie C (Pro Patria-Messina 1-1). I capelli biondi gli valsero anche il soprannome di Cecconetzer, un gioco di parole sul nome del calciatore tedesco Günter Netzer, con cui c'era una spiccata somiglianza fisica.

L'anno dopo l'allenatore Carlo Regalia lo inserisce nella rosa dei titolari e coi lombardi disputa una stagione da leader, guidando il centrocampo e collezionando 33 presenze.

L'allenatore del Foggia Tommaso Maestrelli chiede e ottiene il giovane centrocampista, facendolo esordire all'11ª giornata del Campionato di Serie B 1969-70 contro il Perugia (gara vinta dai pugliesi per 2-0). La stagione è brillante e Re Cecconi colleziona 14 presenze e 1 goal, ma soprattutto il Foggia conquista la promozione in Serie A. La stagione 1970-71 non è però delle migliori e il Foggia torna subito in Serie B.

Per il campionato cadetto 1971-72 giunge sulla panchina foggiana Ettore Puricelli, che assegna a Re Cecconi il ruolo di regista di centrocampo. Gioca un campionato al termine del quale Maestrelli, divenuto allenatore della Lazio, lo porta a Roma. Con 29 presenze e 1 goal, Re Cecconi si proietta tra i protagonisti del campionato 1972-73 che vede la Lazio giungere terza, ad appena 2 punti dalla Juventus campione d'Italia.

L'anno seguente il team di Maestrelli conquista il primo scudetto della sua storia. Re Cecconi, rimasto assente per 7 giornate verso metà campionato a causa di un infortunio, si erge comunque a protagonista, collezionando 2 goal in 23 presenze.

Re Cecconi in azione con la maglia della Lazio scudettata

Nella stagione 1974-75 la Lazio non può prendere parte alla Coppa dei Campioni: a causa di una rissa scoppiata negli spogliatoi dell'Olimpico, dopo il ritorno dei sedicesimi di finale della Coppa UEFA dell'anno precedente contro l'Ipswich Town, il club biancoceleste subisce dall'UEFA la squalifica per 3 anni (poi ridotti a 1) dalle competizioni europee. Il campionato non è inoltre all'altezza delle aspettative e la Lazio non riesce a difendere il tricolore.

Il campionato 1975-76 è più difficile e la Lazio, anche a causa dell'addio forzato di mister Maestrelli e alle cessioni di molti dei pezzi pregiati (primo fra tutti Giorgio Chinaglia), rischia addirittura la retrocessione, ma grazie al miracoloso ritorno, seppur temporaneo, di Tommaso Maestrelli (morirà il 2 dicembre 1976 per un tumore al fegato), si salva per un soffio a fine stagione grazie a una partita maestosa di Re Cecconi e a una differenza reti migliore rispetto all'Ascoli. Re Cecconi gioca 25 partite, segnando 1 goal, e la Lazio si affida a lui e a Bruno Giordano in vista della stagione successiva.

Per il campionato 1976-77 giunge sulla panchina laziale Luís Vinício. La Lazio debutta contro la Juventus (finita 2-3 per i bianconeri) all'Olimpico e Re Cecconi delizia i tifosi biancocelesti con un goal capolavoro, che sarà anche l'ultimo della sua carriera. Alla terza di campionato contro il Bologna, Re Cecconi subisce al 19' un grave infortunio al ginocchio sinistro dopo un intervento del bolognese Tazio Roversi, che lo costringe a uno stop di parecchi mesi: sarà la sua ultima partita.

Nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Il responsabile della nazionale Under-23, Enzo Bearzot, convoca Re Cecconi per la prima volta in maglia azzurra, con cui esordisce il 14 gennaio 1973 ad Ankara (Turchia-Italia 1-3). Nello stesso anno è convocato in nazionale A, rimanendo tra le riserve, per le amichevoli contro il Brasile a Roma e contro l'Inghilterra a Londra.

Re Cecconi in nazionale

Viene convocato da Ferruccio Valcareggi per l'avventura italiana al campionato del mondo 1974 in Germania Ovest. L'esperienza è amara, dato che la nazionale non supera il primo turno; in tale contesto il giovane Re Cecconi, pur se relegato in panchina nelle tre partite giocate dagli azzurri, riesce comunque a farsi apprezzare da tutto il gruppo non solo per le doti calcistiche, ma anche per le sue qualità umane e caratteriali.[2]

Le presenze in nazionale maggiore giungeranno comunque nello stesso anno: il nuovo commissario unico Fulvio Bernardini lo convoca per l'amichevole contro la Jugoslavia il 28 settembre a Zagabria (persa dagli azzurri per 1-0), dove Re Cecconi gioca tutta la partita, e successivamente per la gara in programma il 29 dicembre a Genova contro la Bulgaria (finita 0-0), nella quale entra nel secondo tempo al posto di Causio.

Morte[modifica | modifica wikitesto]

La sera del 18 gennaio 1977 Re Cecconi si trovava con due amici, il compagno di squadra Pietro Ghedin e il profumiere romano Giorgio Fraticcioli, accompagnando quest'ultimo nella gioielleria di Bruno Tabocchini, situata in via Francesco Saverio Nitti 68, nella tranquilla e decentrata zona della Collina Fleming della capitale, per consegnare alcuni campioni di profumo. Tabocchini interrogato dai magistrati, negò di conoscere Re Cecconi.[3]

Dal momento in cui i tre entrarono nel negozio, la dinamica non è tuttora chiara. Si ipotizzò che Re Cecconi avesse simulato, per scherzo, un tentativo di rapina e che il gioielliere avesse reagito sparando. Re Cecconi, cui fu puntata l'arma dopo Ghedin[senza fonte], venne colpito in pieno petto da un proiettile sparato da una pistola Walther calibro 7,65 e morì in ospedale alle 20:04.[4][5] Tabocchini fu poi arrestato e accusato di "eccesso colposo di legittima difesa"; processato solo 18 giorni dopo, venne assolto per "aver sparato per legittima difesa putativa".[6]

Nella ricostruzione dei fatti riportata da Il Fatto Quotidiano, nel gennaio 2015, Re Cecconi non avrebbe fatto nulla che potesse essere interpretato come un tentativo di rapina. Nonostante il parere contrario del pubblico ministero Franco Marrone, la Procura di Roma non presentò ricorso in appello.[7] In un'intervista ad un telegiornale RAI, che precede di alcuni giorni la celebrazione del processo, alla versione ufficiale, Pietro Ghedin avrebbe aggiunto che il negoziante ebbe modo di vedere in volto gli avventori quasi sincerandosi dell'assenza della minaccia per poi misteriosamente esplodere il colpo fatale, versione poi non suffragata nel corso del dibattimento. Nel 2012 è uscito il libro inchiesta dello scrittore Maurizio Martucci, che attacca la versione ufficiale sulla morte del calciatore, contesta la tesi dello scherzo finito in tragedia e sostiene, con il suo esame della documentazione processuale[non chiaro], che Re Cecconi venne ucciso senza aver pronunciato una parola.[senza fonte]

Morendo a soli 28 anni, Re Cecconi lasciava la moglie Cesarina, la figlia Francesca di pochi mesi e il figlio Stefano di due anni. Le sue spoglie furono tumulate nel cimitero della natia Nerviano.

Omaggi[modifica | modifica wikitesto]

Poco dopo la morte, l'ingegnere Agostino D'Angelo, dirigente della Lazio e suo grande amico, inaugura la Fondazione Luciano Re Cecconi - Contro la violenza.

Il 30 dicembre 2002, il Comune di Roma, con delibera n. 805 della Giunta, gli dedicò un viale interno a villa Lais, nel quartiere Tuscolano[8]. Gli è stato inoltre intitolato il centro sportivo di Nerviano. Il figlio Stefano ha scritto un libro sulla vita del padre dal titolo Lui era mio papà, con la collaborazione di Sandro Di Loreto.

Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

"Re Cecconi" è il titolo di una canzone dell'Orchestra Casadei, facente parte dell'album "Ciao mare" del 1973. Il romanzo "Ho visto un re" di Carlo D'Amicis, è ispirato alla vita sportiva e personale di Cecco. Nel 2009 il cantautore Toni Malco gli ha dedicato la canzone "Un riflesso biondo".

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

Presenze e reti nei club[modifica | modifica wikitesto]

Stagione Squadra Campionato Coppe nazionali Coppe continentali Altre coppe Totale
Comp Pres Reti Comp Pres Reti Comp Pres Reti Comp Pres Reti Pres Reti
1967-1968 Bandiera dell'Italia Pro Patria C 3 0 - - - - - - - - - 3 0
1968-1969 C 33 0 - - - - - - - - - 33 0
Totale Pro Patria 36 0 - - - - - - 36 0
1969-1970 Bandiera dell'Italia Foggia B 14 0 CI 1 0 - - - - - - 15 0
1970-1971 A 26 1 CI 2 0 - - - - - - 28 1
1971-1972 B 34 1 CI 4 0 - - - - - - 38 1
Totale Foggia 74 2 7 0 - - - - 81 2
1972-1973 Bandiera dell'Italia Lazio A 29 1 CI 4 0 - - - CAI 0 0 33 1
1973-1974 A 23 2 CI 7 0 CU 4 0 - - - 34 2
1974-1975 A 29 1 CI 4 0 - - - - - - 33 1
1975-1976 A 25 1 CI 8 2 CU 2 0 - - - 35 3
1976-1977 A 3 1 CI 1 1 - - - - - - 4 2
Totale Lazio 109 6 24 3 6 0 - - 139 9
Totale carriera 219 8 31 3 6 0 - - 256 11

Cronologia presenze e reti in nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Italia
Data Città In casa Risultato Ospiti Competizione Reti Note
28-9-1974 Zagabria Jugoslavia Bandiera della Jugoslavia 1 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -
29-12-1974 Genova Italia Bandiera dell'Italia 0 – 0 Bandiera della Bulgaria Bulgaria Amichevole - Ingresso al 46’ 46’
Totale Presenze 2 Reti 0

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Lazio: 1973-1974

Altre competizioni[modifica | modifica wikitesto]

Lazio: 1973-1974

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ 18 gennaio 1977: hanno ucciso il "Re".... URL consultato il 19 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 19 gennaio 2018).
  2. ^ Vincenzo Di Michele, "Pino Wilson Vero capitano d'altri tempi", Fernandel editore
  3. ^ [1]
  4. ^ Biografia di Luciano Re Cecconi Archiviato il 2 aprile 2015 in Internet Archive., Cinquantamila giorni, Corriere della Sera, 3 novembre 2011
  5. ^ Gianni Palma, Quando ha sentito «rapina» ha subito sparato (PDF), in l'Unità, 19 gennaio 1977, p. 11 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  6. ^ Calcio. 1898-2007 Storia dello sport che ha fatto l'Italia, di J. Foot, Rizzoli Storica, 2007
  7. ^ Re Cecconi, il mistero continua?, Il Fatto Quotidiano, 18 gennaio 2015
  8. ^ SISTO, Area di circolazione dedicata a Re Cecconi.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN21505401 · ISNI (EN0000 0000 3773 2927 · LCCN (ENn2002095244 · WorldCat Identities (ENlccn-n2002095244