Lokanātha

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Lokanātha (in paliano: 𑀮𑁄𑀓𑀦𑀸𑀣; nome secolare: Salvatore Cioffi; Cervinara, 1897Maymyo, 25 maggio 1966) è stato un monaco buddhista italiano naturalizzato statunitense.

La vita in Occidente[modifica | modifica wikitesto]

Assieme ai genitori e ai sei fratelli (uno dei quali poi divenne gesuita) emigrò nel 1900 negli Stati Uniti andando a risiedere a Brooklyn. Nel 1922 ottenne il baccalaureato in scienze alla Università di New York. Proseguì le ricerche in biologia al Cooper Institute e alla Università Rockefeller. Fu analista chimico alla Procter & Gamble.
In questo periodo si situa la sua lettura del Dhammapada da cui nacque la sua conversione al buddhismo che ne avrebbe determinato tutta la vita seguente[1].

La vita in Oriente[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1925 si trasferì in India e quindi nello Sri Lanka ed infine in Birmania dove fu ordinato monaco col nome di Lokanātha e cominciò un periodo di vita di sette anni dedicato all'ascesi, all'elemosina e al romitaggio, che lo condusse sulla catena Himalayana a nord della Birmania.[2]

Nel 1928, già vegetariano, assunse l'impegno di non sdraiarsi mai più, e di dormire in posizione di meditazione seduta, abitudine che mantenne per tutta la vita.

Negli anni trenta strinse rapporti con il sangha di Thailandia e Sri Lanka, organizzò gruppi di pellegrinaggio in India a Bodh Gaya. Fu amico del monaco birmano U Wisara che organizzò il movimento nonviolento antibritannico e morì in carcere dopo 166 giorni di sciopero della fame. Fu in relazione anche con il dalit Bhimrao Ramji Ambedkar, che in seguito divenne uno dei padri costituzionali dell'India indipendente e negli anni '50 si convertì al buddhismo e fu fondatore del Movimento Buddhista Dalit.

La seconda guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Il 10 giugno 1940, con la dichiarazione di guerra dell'Italia alla Gran Bretagna Lokanātha, in quanto italiano e per le sue relazioni con gli indipendentisti indiani e birmani, fu internato in un campo di concentramento britannico. Nel gennaio 1942 il Giappone invase la Birmania e Lokanātha fu trasferito in un altro campo di concentramento a Patna nel Bihar[3].

La fama[modifica | modifica wikitesto]

Finita la guerra e con l'indipendenza della Birmania Lokanātha si fece conoscere in tutti i paesi di tradizione Theravāda[4] per la sua intensa attività di raccoglitore di fondi per le attività missionarie, per l'organizzazione di monaci itineranti e per la pubblicazione di celebri testi in birmano (Avvolgere il mondo con la verità[5], 1947, e La verità nella luce[6]). Nel maggio 1950 fu delegato al primo congresso del World Fellowship of Buddhists in cui fu accettata la bandiera buddhista dai gruppi buddhisti di 27 paesi. Fu quindi inviato del sangha birmano a New York, Singapore, Shanghai e in Europa (Parigi, Londra, Roma, dove non fu ricevuto dal papa Pio XII).
Con i fondi che riuscì a raccogliere nel 1954 fu edificato a Rangoon lo stupa di Kaba Aye (Pagoda della Pace Mondiale) e la Maha Pasana Guha, replica della caverna di Rajgir dove si tenne il primo concilio buddhista, oltre a una nuova edizione del Tipiṭaka[7]. Queste attività furono preparatorie allo svolgimento del Sesto Concilio Buddhista che si tenne a Rangoon dal giorno di Vesak del 1954 al Vesak 1956, nell'anno 2500 secondo il calendario buddhista.

Nel 1966 a Maymyo si accorge di avere un tumore al cervello, rifiuta le cure e muore il 25 maggio. I suoi resti furono portati in processione di stato fino al monastero della celebre pagoda Shwezigon presso cui furono inumati.

I parenti cattolici italiani in seguito tenteranno, vanamente, di ottenere dalla Birmania i fondi raccolti da Lokanātha dai fedeli buddhisti.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dal carteggio del pronipote Michael Cioffi con Gennaro Stammati. [1][collegamento interrotto]
  2. ^ Edoardo Profumo, Viaggio in Birmania, Torino: Promolibri, 1997, pag. 54
  3. ^ P.A. Morniroli, Ven. Lokanatha: Breve ricordo della leggendaria figura del Ven. Lokanâtha pioniere italiano del monachesimo buddhista theravâda, www.mahayana.it, in: [2]
  4. ^ Karunā Kusalāsai, Life without a choice, Bangkok: Sathirakoses-Nagapradipa Foundation, 1991, ISBN 9789748868554
  5. ^ William Peiris, The Western contribution to Buddhism, Delhi: Motilal Banarsidass, 1973
  6. ^ In questo periodo conobbe anche lo scrittore R.L. Soni, impegnato nella diffusione della conoscenza del Buddhismo in Occidente, per cui scrisse una prefazione a un suo volume: R.L. Soni.; foreword by Venerable Lokanatha Bhikkhu, A glimpse of Buddhism being a brief account of some of the fundamental ... tomorrow, Mandalay : The Institute of Buddhist Culture, 1951. 50 p.
  7. ^ Maṅʻʺ Yu Ve, Atthuppatti thūʺ: nuiṅʻ ṅaṃ khrāʺ sāʺ Buddhasāsanā pru myāʺ ʾatthuppatti (Biographies of eminent non-Burmese Buddhists [including Allen Bennett (Ānanda Metteyya), Henry S. Olcott, Anton Gueth (Ñāṇatiloka) and Salvatore Cioffi (Lokanātha))], Ranʻ kunʻ: Nha luṃʺ Lha Cā pe Phranʻʹ khyī reʺ, 1980, p. 337.
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