Liliana Cano

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«Sono nata, sono cresciuta e ho dipinto tutto il tempo»

Liliana Cano (Gorizia, 10 ottobre 1924Sassari, 2 settembre 2021) è stata una pittrice italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nata in Friuli da genitori sardi, il padre era ingegnere e la madre maestra e pittrice, visse i primi anni di vita seguendo la famiglia in vari spostamenti in tutta l'Italia continentale.[2]

Nipote dello scultore Attilio Nigra, ereditò dalla madre la passione per l'arte e studiò a Torino, all'Accademia Albertina.[3]

Giunse a Sassari a vent'anni, quando i suoi vi ritornarono alla fine della guerra. Subito iniziò ad insegnare disegno ed entrò in contatto con alcuni dei più importanti artisti sardi, partecipando ad una mostra collettiva nel 1950. Nello stesso anno nacque il figlio Igino Panzino, in seguito divenuto egli stesso un affermato artista.[4][5]

Solo nel 1959 espose i suoi lavori in una mostra personale a Sassari e solo nei primi anni settanta lasciò la Sardegna per esporre in diverse città del continente e soprattutto a Roma. Cominciò allora a raccogliere premi e riconoscimenti anche fuori d'Italia. Nel 1978 andò a vivere all'estero, prima in Spagna, a Barcellona, e poi, per diciotto anni, in Francia, stabilendosi, via via, in diverse città della Provenza.[6]

Rientrata in Sardegna nel 1996, continua a lavorare con passione[7] e a produrre le sue opere[8], spesso di grande formato, fino alla più tarda età.[9]

Premi e riconoscimenti[10][modifica | modifica wikitesto]

  • 1944 - Padova, "Concorso artisti veneti", 1º premio.
  • 1963 - Iglesias, "Biennale d'arte", 1º premio.
  • 1965 - Peschiera del Garda, Estemporanea d'Arte, 1º premio per il paesaggio.
  • 1972 - Treviso, Premio “Ritratto”, 2º premio.
  • 1976 - Genova, Premio "Phoemina", 1º premio.
  • 1977 - Parigi, Salon de l'Etoile d'or de Lila, 1º premio; "Premio Sausset Les Pins", medaglia d'oro, 1º e 2º premio.
  • 1978 - Cagliari, Premio Speciale del Presidente della Repubblica Italiana.
  • 1979 - Parigi, Grand Palais, "Les artistes francaises", menzione d'onore.
  • 1982 - Cannes, "XVIII Grand Prix International de peinture de la Cote d'Azur", menzione d'onore.
  • 1983 - Evian Chambery, "Premio Le Pont des Arts", 1º premio.
  • 2006 - Sassari, "Candeliere D'Oro", premio speciale della Città.

Mostre e opere notevoli[10][modifica | modifica wikitesto]

Interno della chiesa parrocchiale di Santa Teresa Gallura con opere di Liliana Cano.
Interno della chiesa parrocchiale di Budoni con opere di Liliana Cano.

L'artista ha al suo attivo numerose esposizioni in mostre personali e collettive e tante sue opere sono presenti in grandi strutture aperte al pubblico. Per la sua vasta produzione si è ispirata a soggetti narrativi della letteratura e della religione, ma anche alle tradizioni popolari della Sardegna e della Provenza. Predilige dipingere con colori acrilici su grandi superfici, pannelli, teleri o anche murali.[11]

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Talvolta, anche in contesti istituzionali[16], la pittrice viene erroneamente chiamata Liliana "Canu", variante sarda di un cognome di discendenza iberica.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Aldo Sari, Intervista a Liliana Cano (PDF), su bfs.uniss.it, Dicembre 2011, p. 69. URL consultato il 28 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2016).
  2. ^ a b Massimo Mannu, Note biografiche (PDF), su bfs.uniss.it, Dicembre 2011, p. 73. URL consultato il 28 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2016).
  3. ^ Rassegna Opere d'Arte Digitale Nord Sardegna - Liliana Cano, su ROAD.NS. URL consultato il 28 gennaio 2016.
  4. ^ Igino Panzino, su sardegnacultura.it. URL consultato il 28 gennaio 2016.
  5. ^ Soliana - rivista di arti, cinema, poesia, filosofia e letteratura - Anno IV, n. 8, su soliana.net, pp. 7-24. URL consultato il 28 gennaio 2016.
  6. ^ Il verde della Provenza? E' a Sassari, su Archivio - La Nuova Sardegna. URL consultato il 28 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2016).
  7. ^ Attilio Mastino, Liliana Cano di Massimo Mannu, su attiliomastino.it. URL consultato il 28 gennaio 2016.
  8. ^ Liliana Cano regala la sua arte al vino Nepente, su la Nuova Sardegna. URL consultato il 28 gennaio 2016.
  9. ^ Lutto nel mondo dell'arte, addio alla pittrice Liliana Cano, su Agenzia ANSA, 3 settembre 2021. URL consultato il 6 settembre 2021.
  10. ^ a b Massimo Mannu, Apparati (PDF), su bfs.uniss.it, Edizioni della Biblioteca Francescana, Ittiri, 2012, p. 98. URL consultato il 28 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2016).
  11. ^ Liliana Cano, su sardegnacultura.it. URL consultato il 28 gennaio 2016.
  12. ^ Bono, su SardegnaTurismo - Sito ufficiale del turismo della Regione Sardegna, 7 novembre 2017. URL consultato l'8 settembre 2021.
  13. ^ Celebrazioni - 150 anni - Regione Autonoma della Sardegna, su regione.sardegna.it. URL consultato il 28 gennaio 2016.
  14. ^ Sassari, il murale di Liliana Cano in via Pascoli, su Video La Nuova Sardegna. URL consultato il 28 gennaio 2016.
  15. ^ Sassari. La mostra "Odisseo" con le opere di Liliana Cano - Sardegna Reporter, su Sardegna Reporter. URL consultato il 28 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2016).
  16. ^ Ufficio stampa della città di Sassari, Comunicato stampa, su comune.sassari.it, 13 agosto 2015. URL consultato il 28 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 7 febbraio 2016).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Aldo Sari, Massimo Mannu, f.f.s., fotografie di Claudio Carta, I Testimoni di Cristo (PDF), su bfs.uniss.it, Edizioni della Biblioteca Francescana, Ittiri, 2012. URL consultato il 28 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2016).
  • Novant’anni di colori, Sgarbi racconta la Cano, su la Nuova Sardegna. URL consultato il 28 gennaio 2016.
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