Letizia Quaranta

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Letizia Quaranta in una foto degli anni 1920.

Letizia Quaranta, nota anche con lo pseudonimo di Laetitia Quaranta (Torino, 30 dicembre 1892Roma, 9 gennaio 1977), è stata un'attrice italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Letizia Quaranta in una fotografia dalla rivista brasiliana di cinema A Scena Muda, nel 1924
Bollettino de Il teschio d'oro (1920)

Letizia Beatrice Giuseppina Angela Quaranta[1] nacque a Torino nel 1892 in una famiglia benestante, sorella di Lidia e gemella di Isabella, entrambe attrici, e figlia di Giuseppe Quaranta e Beatrice Rissoglio.[2]

Iniziò a lavorare nel cinema muto, introdotta dalla sorella maggiore, presso la Itala Film, importante casa di produzione torinese del periodo, debuttando nella pellicola Il gioiello del Nilo, e successivamente interpretando la parte di Elena in Addio giovinezza! di Nino Oxilia.

In poco tempo divenne una delle più richieste attrici del periodo, diretta tra gli altri dal regista Carlo Campogalliani, che sposerà nel 1921. Nei poster e nei cartelloni fu in varie occasioni anche indicata con lo pseudonimo di Laetitia Quaranta.[3]

Si trasferì dapprima a Roma con il marito, e successivamente in Argentina, per lavorare a tre film sempre diretti da Campogalliani.

Tornata a Roma continuò a girare film muti, ma con l'avvento del sonoro, come accaduto a molti suoi colleghi, incontrerà difficoltà nell'affrontare il nuovo mezzo cinematografico parlato. Comparirà in sette pellicole dal 1931, quasi sempre diretta dal marito, per concludere la sua carriera alla metà degli anni cinquanta.

Morì a Roma il 9 gennaio 1977.

Filmografia parziale[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Dizionario del cinema italiano - Le attrici, Roma, Gremese editore, 2003.
  • Dizionario Bolaffi dei registi italiani, Torino, Bolaffi, 1979.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Eugene Michael Vazzana, Silent Film Necrology, McFarland, 2001, p. 429, ISBN 9780786410590.
  2. ^ Lydia Quaranta, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  3. ^ Macista contro la Morte, su Lombardia Beni Culturali.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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