Leonida Magnolini

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Leonida Magnolini
NascitaEdolo, 15 luglio 1913
MorteNikitowka, 26 gennaio 1943
Cause della morteferite riportate in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armata esercito
ArmaFanteria
CorpoAlpini
Gradosottotenente
Decorazionimedaglia d'oro al valor militare
Studi militariScuola allievi ufficiali di complemento di Bra
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Leonida Magnolini (Edolo, 15 luglio 1913Nikitowka, 26 gennaio 1943) è stato un militare italiano medaglia d'oro al valor militare.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Edolo, in alta Val Camonica, si trasferisce presto a Lovere, sul Lago d'Iseo.

Nel 1934 si diploma come perito industriale presso l’Istituto Tecnico Industriale “Rossi ” di Vicenza. Nel novembre dello stesso anno viene chiamato a prestare il servizio di leva. Successivamente ammesso alla Scuola allievi ufficiali di complemento di Bra, nel maggio 1935 diviene aspirante ufficiale d'artiglieria. Presta servizio nel 2º reggimento artiglieria alpina di Merano,e in seguito nel 3º reggimento a Gorizia. Nel 1936 viene congedato e lavora nelle Società Ansaldo di Genova e nella società Dalmine fino all'estate 1939.

Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale viene richiamato alle armi per la campagna sul fronte occidentale nel 2º reggimento artiglieria alpina, gruppo “Val Camonica”. Nell'ottobre 1941 è promosso a sottotenente e nel 1942 viene trasferito nel gruppo Bergamo dello stesso reggimento, come comandante di una sezione del reparto munizioni e viveri. Durante il mese di luglio raggiunge la Russia per partecipare alla Campagna italiana di Russia. Durante la ritirata di Nikolaevka, mentre organizza la difesa italiana presso Nikitowka, il 26 gennaio 1943 viene ferito a morte.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di una Sezione munizioni e viveri di un Reparto M.V. durante un ciclo di sanguinosi combattimenti e di estenuanti marce, sosteneva, guidava, animava i suoi uomini sacrificandosi in ogni momento per essere a tutti esempio di coraggio, costanza, altissimo senso del dovere. In un combattimento notturno di tragica asprezza, circondato il reparto da soverchianti forze nemiche, con eccezionale prontezza e capacità riusciva ad organizzare la difesa. Sempre primo ove maggiore era il pericolo, riusciva per molte ore a sostenere l’urto nemico galvanizzando i suoi uomini con l’esempio di un raro coraggio e di un sovrumano sprezzo del pericolo. Delineatosi un pericoloso cedimento nella difesa, raccoglieva i pochi uomini ancora validi ed alla loro testa si slanciava in un disperato contrattacco. Mortalmente ferito rifiutava l’aiuto di chi voleva allontanarlo dal combattimento e, immobilizzato sulla neve nella gelida notte, continuava fino all’estremo respiro ad incitare i suoi valorosi soldati all’ultima resistenza.[1]»
— Opyt - Nikitowka, 19 - 26 gennaio 1943.

Luoghi a lui dedicati[modifica | modifica wikitesto]

A lui è dedicato un rifugio sul Monte Alto in località Piano della Palù nel comune di Costa Volpino.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ [1]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Martino Campagnoni, Terra di confine: Costa Volpino, Bergamo, Novecento Grafico, Dicembre 2011. ISBN non esistente

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]