L.D. 50

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – Se stai cercando il significato originale del termine, vedi LD50.
L.D. 50
album in studio
ArtistaMudvayne
Pubblicazione22 agosto 2000
Durata68:26
Dischi1
Tracce17
GenereNu metal
Alternative metal
Progressive metal
Math metal[1]
EtichettaEpic
ProduttoreGGGarth
RegistrazioneWarehouse Studio, Vancouver
FormatiCD
Mudvayne - cronologia
Album precedente
Singoli
  1. Dig
    Pubblicato: 2000
  2. Death Blooms
    Pubblicato: 2000
  3. Nothing to Gein
    Pubblicato: 2001

L.D. 50 è il primo album in studio del gruppo musicale statunitense Mudvayne, pubblicato il 22 agosto 2000 dalla Epic Records.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

L.D. 50 è stato prodotto da Garth "GGGarth" Richardson[2] mentre della produzione esecutiva se ne sono occupati Steve Richards e il percussionista degli Slipknot Shawn "Clown" Crahan.[3][4][5][6][7] La Epic Records era all'inizio intenzionata a promuovere la band senza focalizzare sulla sua immagine, e i primi materiali promozionali spesso vedevano la presenza di un logo sulle copertine piuttosto che le fotografie del gruppo. Tuttavia, l'apparenza del gruppo, insieme ad altrettanti videoclip, contribuirono ad aumentare il seguito dell'album.[4]

Stando alle dichiarazioni della band, la produzione dell'album è stata particolarmente intensa e movimentata. Il batterista Matt McDonough disse: «Abbiamo lavorato in fretta e in furia, e alcuni degli ingegneri del suono che sono stati con noi non hanno dormito per giorni. È stato tutto portato avanti a ritmi molto, ma molto intensivi. Non abbiamo neanche festeggiato. Eravamo a Vancouver per registrare e non abbiamo avuto la possibilità di visitare la città; siamo stati li e abbiamo solamente lavorato. È stato tutto veramente intenso, e Garth ha preso le redini della situazione.».[8] mentre il cantante Chad Gray affermò: «Realizzare quest'album è stata una follia. Solamente lavoro e basta! C'erano anche delle canzoni che avevo tralasciato, sulle quali non mi ci sono più concentrato sopra fino a quando siamo arrivati in studio, il che non è stata una grande idea, considerando il fatto che il tempo e le risorse economiche a nostra disposizione erano molto limitati. Ho scritto 'Pharmaecopia' e 'Nothing to Gein' nell'ultima sera in studio, prima che i nastri venissero spediti a New York per essere mixati. La pressione era davvero incredibile.».[8]

Diverse tracce dell'album includono spezzoni di Terence McKenna.[7][9]

Musica e testi[modifica | modifica wikitesto]

L.D. 50 può essere considerato un disco rappresentante di quello stile musicale chiamato "math metal".[6][7][10][11] La musica dei Mudvayne presenta influenze death metal,[12] hardcore punk,[12] fusion jazz,[12][13] world,[7][14] rap[15] e speed metal.[12] Lo stile musicale di L.D. 50 è stato definito come heavy metal,[13][14][16] alternative metal[17][18] e nu metal.[17] La rivista Spin ha presentato invece la musica dell'album come "future-prog".[18]

Durante il processo di scrittura, i membri della band hanno accoppiato i riff con i testi, stando a quello che Matt McDonough ha presentato come un "simbolismo numerico".[12] Secondo quanto riportato da McDonough, quando lui e Chad Gray scrissero il testo di "Nothing to Gein", Greg Tribbett suonò un riff alternato a barre di 4 e 5. Il motivo è che il numero 9 è un numero lunare, e McDonough sentì che il riff sarebbe stato ideale per il testo della canzone, che parla del serial killer e profanatore di tombe Ed Gein, le cui azioni vennero associate da McDonough al concetto dell'attività notturna.[6][12] La storia di Gein attirò l'attenzione di McDonough e Gray mentre questi stavano sfogliando un libro di criminologia.[6] Riguardo a Gein, McDonough disse "Sembrò così impossibile [per Gein] fare un salto nel mainstream. Lo trovo così emozionante dal dover vedere un'umanità in lui".[6]

Il titolo dell'album fa riferimento al termine medico usato dai chimici per riferirsi alla dose richiesta per uccidere la metà degli esseri viventi di una popolazione campione presa in esame.[2][6][12] Un collage sonoro intitolato "L.D. 50", composto e registrato da MjDawn, appare nell'album sotto forma di una sequenza di interludi. La traccia completa è presente come bonus track dell'album The Beginning of All Things to End, ripubblicazione del 2001 dalla Epic Records dell'EP autoprodotto Kill, I Oughtta del 1997.[5][19] L'album include anche spezzoni audio distorti a cui ha dato voce il filosofo statunitense Terence Mckenna, che morì durante il periodo di realizzazione dell'album.[7][9]

Influenze[modifica | modifica wikitesto]

I Mudvayne sono stati influenzati da artisti heavy metal, metal estremo, industrial e progressive rock come Tool, Obituary, Devin Townsend, Faith No More, Emperor, Pantera, Alice in Chains, Voivod, Skinny Puppy, King Crimson, Porcupine Tree e primi Metallica.[11][20][21][22][23] La prima traccia dell'album, "Monolith", si riferisce al film di Stanley Kubrick 2001: Odissea nello spazio.[2] La band ha dichiarato di essere stata influenzata dalla visione di questo film durante la realizzazione di L.D. 50.[6][8] Il cantante Chad Gray guardò il film ben 30 volte nell'arco di tre mesi.[22] Riguardo al film, Gray disse "A un certo punto arrivai a guardarlo per 4 giorni di seguito. Non riuscii a dire mai basta. Ce l'ho in DVD, l'ho messo in riproduzione con le cuffie inserite nel mio computer, e ho solamente ascoltato il film visualizzandolo nella mia testa."[22]

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

  1. Monolith – 1:52
  2. Dig – 2:43
  3. Internal Primates Forever – 4:25
  4. -1 – 3:58
  5. Death Blooms – 4:52
  6. Golden Ratio – 0:54
  7. Cradle – 5:14
  8. Nothing to Gein – 5:29
  9. Mutatis Mutandis – 1:43
  10. Everything and Nothing – 3:14
  11. Severed – 6:33
  12. Recombinant Resurgence – 2:00
  13. Prod – 6:03
  14. Pharmaecopia – 5:34
  15. Under My Skin – 3:47
  16. (K)now F(orever) – 7:06
  17. Lethal Dosage – 2:59

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Mudvayne's 'L.D. 50': 10 Things You Didn't Know About "Math-Metal" Classic, su Revolver Magazine. URL consultato il 22 agosto 2022.
  2. ^ a b c Joel McIver, Mudvayne, in Nu-metal: The Next Generation of Rock & Punk, Omnibus Press, 2002, p. 86, ISBN 0-7119-9209-6.
  3. ^ Jason Arnopp, Tattooed and torn, in Slipknot: Inside the Sickness, Behind the Masks, Ebury Publishing, 2001, ISBN 0-09-187933-7.
  4. ^ a b Carla Hay, No Name's Mudvayne 'Digs' into the Billboard 200, vol. 113, n. 17, 28 aprile 2001, pp. 17; 81, ISSN 00062510 (WC · ACNP).
  5. ^ a b Garry Sharpe-Young, Mudvayne, in New Wave of American Heavy Metal, Zonda Books Limited, 2005, p. 213, ISBN 0-9582684-0-1.
  6. ^ a b c d e f g Michelle McMullan, Mudvayne: The Birth of "Math metal", in Maximum Ink, 5 gennaio 2001. URL consultato il 15 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2005).
  7. ^ a b c d e Intense Mudvayne Will Help 'Heavy Music' Kids Do The Math - Morning Call, su articles.mcall.com, 22 settembre 2000. URL consultato il 18 marzo 2013 (archiviato il 19 dicembre 2013).
  8. ^ a b c Bio, su mudvayne.com, Web.archive.org, 13 febbraio 2003. URL consultato il 2 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2003).
  9. ^ a b NME Album Reviews - LD 50, su nme.com, 5 ottobre 2000. URL consultato il 26 febbraio 2013 (archiviato il 7 novembre 2012).
  10. ^ Scott Wilson, Mud Brothers, The Pitch, 30 agosto 2001. URL consultato il 5 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 9 settembre 2012).
  11. ^ a b Caleb Sheaffer, Mudvayne brings 'tongue-in-cheek' sensibility to BJC show, The Daily Collegian, 9 aprile 2003. URL consultato il 5 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2011).
  12. ^ a b c d e f g Richard Bienstock, Mask Hysteria, in Kitts, Jeff; Tolinski, Brad (a cura di), Guitar World Presents Nu-Metal, Hal Leonard Corporation, 2002, pp. 79–82, ISBN 0-634-03287-9.
  13. ^ a b Ben Ratliff, Review of L.D. 50, su rollingstone.com, Rolling Stone, 28 settembre 2000. URL consultato il 7 marzo 2012 (archiviato dall'url originale il 12 novembre 2007).
  14. ^ a b William Ruhlmann, Review of L.D. 50, su allmusic.com, AllMusic. URL consultato il 24 febbraio 2010.
  15. ^ Mudvayne @ The Webster | The Aquarian Weekly, su theaquarian.com, 8 aprile 2009. URL consultato il 2 febbraio 2013 (archiviato il 20 dicembre 2013).
  16. ^ Nate Finn, Nice nihilism on Mudvayne's 'L.D. 50' [collegamento interrotto], in The Daily Cardinal, Madison, Wisconsin, 15 novembre 2000. URL consultato il 4 febbraio 2010.
  17. ^ a b Review of L.D. 50, in Melody Maker, 17 ottobre 2000.
  18. ^ a b Mikael Wood, Review of Mudvayne, su spin.com, Spin. URL consultato il 13 gennaio 2012 (archiviato il 24 agosto 2011).
  19. ^ Bradley Torreano, Review of The Beginning of All Things to End, su allmusic.com, AllMusic. URL consultato il 26 febbraio 2010.
  20. ^ Radio Has Helped The Group Find Its Place In The Metal Music Genre [collegamento interrotto], su pqasb.pqarchiver.com, 29 gennaio 2009. URL consultato il 3 febbraio 2013.
  21. ^ Mudvayne, Mudvayne - Similar Artists, Influenced By, Followers, su allmusic.com, AllMusic. URL consultato il 3 febbraio 2013 (archiviato il 26 aprile 2016).
  22. ^ a b c Chad 'Kud' Gray Interview via http://www.angelfire.com/punk3/mudvaynegods/kudbio.html Archiviato il 24 marzo 2014 in Internet Archive.
  23. ^ Greg 'Gurrg' Tribbett Interview via http://www.angelfire.com/punk3/mudvaynegods/guurgbio.html Archiviato il 24 marzo 2014 in Internet Archive.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Heavy metal: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di heavy metal