Konstanty Michalski

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Konstanty Michalski

Konstanty Michalski (Dąbrówka Mała, 12 aprile 1879Cracovia, 6 agosto 1947) è stato un presbitero, filosofo e teologo polacco di fede cattolica[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Michalski nacque il 12 aprile 1879, figlio dell'operaio siderurgico Ignacy Michalski e di sua moglie Paulina, nata Winkler. Quando all'età di tre anni perse i genitori, iniziò a prendersi cura di lui uno zio e si trasferì a Siemianowitce.[2] Completato il ciclo di istruzione primaria nel 1893, nel 1898 si stabilì a Cracovia per frequentare il liceo lazzarista.[2] Nello stesso anno professò i voti religiosi e iniziò a studiare teologia.[2][3] Il 5 luglio 1903 fu ordinato sacerdote.[2][3] Dopo essersi laureato in slavistica presso l'Università Jagellonica, insegnò lingua polacca, storia della filosofia e patrologia presso il noviziato della Congregazione della missione.[2] Nel 1911 completò con lode il dottorato in filosofia presso l'Università cattolica di Lovanio, discutendo una dissertazione redatta sotto la supervisione di Maurice de Wulf.[2][3][4]

Sacerdote missionario, a partire dal 1914 fu professore di filosofia presso la facoltà teologica dell'Università Jagellonica di Cracovia.[2][3] Decano della facoltà teologica per 4 mandati (negli anni accademici 1923/24, 1928/29, 1935/36, 1936/37)[2][4], nel 1931 e nel 1932 divenne il rettore di tutto l'ateneo.[3] La Campagna di Polonia da parte del Reich tedesco interruppe temporaneamente la sua attività di insegnamento e ricerca. Insieme all'intero corpo docente dell'università, fu arrestato il 6 novembre 1939 e internato nel Campo di concentramento di Sachsenhausen.[2][3] L'appartamento di Michalski fu sgomberato con la forza e molti dei suoi libri, manoscritti e opere accademiche furono gettati con noncuranza nel cortile di casa. Le proteste internazionali del 6 febbraio 1940 portarono al rilascio di molti internati, ma non impedirono la morte di alcuni colleghi nel campo o successivamente in conseguenza delle privazioni.[2] Michalski fu esiliato nel villaggio polacco orientale di Sichów (nell'odierna Ucraina), senza l'opportunità di svolgere alcun lavoro accademico.[2] Al termine della guerra, nel 1945, riprese a insegnare filosofia a Cracovia.[3] Data l'età avanzata, non ebbe il tempo di realizzare una raccolta sistematica delle sue opere, che sono quindi rimaste frammentarie.[2]

Nel 1927 fu nominato membro corrispondente dell'Accademia polacca della cultura[2][1] e nel 1933 membro effettivo[2]. Nel 1928 rappresentò l'Accademia polacca nell'Union Académique Internationale di Bruxelles, alla quale presentò il suo progetto Corpus philosophorum medii aevi, che aveva elaborato insieme ad Aleksander Birkenmajer[2], e che continua ancora negli anni Duemila. Michalski fu uno dei principali studiosi polacchi di filosofia medievale. I suoi principali interessi di ricerca furono la Scolastica e il tardo nominalismo, in particolare quello polacco del XIV secolo.[1][3]Tale interesse nacque dalla forte influenza esercitata dalla filosofia di Giovanni Buridano sull'Università di Cracovia durante il Medioevo.[4] Insieme a Pierre Duhem, Michalski divenne un pioniere nello studio della filosofia del XIV secolo[4], di cui fu il primo a intraprendere un'analisi approfondita.[4] Rintracciò, esaminò e integrò in un quadro organico un numero sorprendente di documenti.[4] Con il suo lavoro, Michalski fece di Cracovia un centro di ricerca medievale.[4]

Secondo Michalski, la filosofia tardomedievale mostrò un crescente e marcato scetticismo, che egli ascrisse all'influenza decisiva di Guglielmo di Ockham.[4] Secondo il professore di filosofia Claude Panaccio, Michalski adottò una prospettiva tomista e, malgrado alcuni errori, giunse a una valutazione sostanzialmente corretta del contesto dell'epoca oggetto dei suoi studi.[4]

Michalski poneva sé stesso all'interno di un movimento di rinnovamento della storiografia medievale che egli faceva iniziare con il metodo induttivo di Denifle e Ehrle, i quali sfruttarono completamente il materiale manoscritto e così introdussero la nuova consapevolezza dell'esistenza di una varietà di indirizzi e di scuole filosofiche durante tutto il Medioevo. Prima di allora, la storiografia medievale era concepita come una lunga teoria di interpreti della dottrina cristiana e dei dogmi culminata col tomismo, "senza gravi scosse e turbamenti", con differenze e prese di distanza che si limitavano ad aspetti secondari e marginali.[5]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Tomizm w Polsce na przełomie XV i XVI w. ("Il tomismo in Polonia a cavallo tra XV e XVI secolo; 1911)
  • Odrodzenie nominalizmu w XIV w. (La rinascita del nominalismo nel XIV secolo; 1926).[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d "Michalski, Konstanty," Encyklopedia Powszechna PWN (PWN Universal Encyclopedia), vol. 3, p. 104.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o (DE) Olaf Pluta (a cura di), Die Philosophie im 14. und 15. Jahrhundert. in memoriam Konstanty Michalski (1879-1947), Bochumer Studien zur Philosophie, vol. 10, John Benjamins Publishing, 1988, ISBN 9789060322970.
  3. ^ a b c d e f g h (DE) H. Kowalska, Michalski, Konstanty (1879-1947), Historiker und Philosoph, in Österreichisches Biographisches Lexikon 1815 – 1950, 1974.
  4. ^ a b c d e f g h i (EN) Claude Panaccio, Konstanty Michalski on Late Medieval Nominalism, The Golden Age of Polish Philosophy, Springer, pp. 221–234.
  5. ^ Francesco Corvino, Konstanty Michalski (1879-1947), in Rivista Critica di Storia della Filosofia, vol. 14, n. 2, aprile-giugno 1959, pp. 206-220, JSTOR 44020352, OCLC 7788161072.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • "Michalski, Konstanty," Encyklopedia Powszechna PWN (PWN Universal Encyclopedia), Varsavia, Państwowe Wydawnictwo Naukowe, vol. 3, 1975, p. 104.

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