Kinowa

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Kinowa
Lingua orig.Italiano
AutoreAndrea Lavezzolo
EditoreEdizioni Mediolanum
Editoriale Dardo
1ª app.1950
1ª app. inKinowa

Kinowa è un personaggio dei fumetti protagonista di una serie western creata nel 1950 da Andrea Lavezzolo con lo pseudonimo di A. Lawson e disegnato prima dalla EsseGesse e dopo da Pietro Gamba che curò la serie fino al 1953.[1][2] Il personaggio ha avuto notorietà e distribuzione in diversi paesi d'Europa, fra cui Francia, Grecia, Svezia e Turchia, dove sono stati inoltre realizzati sul suo soggetto anche fotoromanzi e film.

Biografia del personaggio[modifica | modifica wikitesto]

Sam Boyle e la sua famiglia vengono attaccati dagli indiani mentre attraversano il far west con una carovana. Lui riesce a salvarsi nonostante gli indiani gli tolgano lo scalpo, ma la moglie viene uccisa e il figlio viene rapito, anche se lui lo crede morto. Diversi anni dopo appare un uomo che porta una maschera con le sembianze del diavolo; quest'uomo va a caccia di indiani per ucciderli con gusto e senza pietà, viene da loro chiamato Kinowa e ha una nomea di soprannaturale. Ben presto si scopre che si tratta di Sam Boyle, assetato di vendetta contro chi gli uccise la famiglia e gli tolse il cuoio capelluto. Agisce inizialmente da solo e poi assieme a Silver Gek, il figlio cresciuto dai pellerossa e poi ritrovato, e Long Rifle, scout e trapper.[1][3]

Storia editoriale[modifica | modifica wikitesto]

Kinowa
fumetto
Lingua orig.italiano
PaeseItalia
TestiAndrea Lavezzolo
DisegniEsseGesse, Pietro Gamba
EditoreEditoriale Dardo
Collana 1ª ed.Collana Scudo/Freccia
1ª edizionemaggio 1950 – marzo 1953
Periodicitàsettimanale
Albi135 (completa)
Generewestern
Kinowa
fumetto
Lingua orig.italiano
PaeseItalia
TestiAndrea Lavezzolo
DisegniEsseGesse, Pietro Gamba
EditoreEditoriale Dardo
Collana 1ª ed.Albi Stella D'Oro prime sette serie sono ristampe, l'ottava presenta storie inedite
1ª edizione1958 – 1961
Periodicitàsettimanale
Albi171 (completa)
Generewestern

La serie a fumetti dedicata al personaggio venne edita dal maggio 1950 al marzo 1953 per centotrentacinque albi di formato quadrato[2] che vennero interamente ristampati nel formato a strisce suddivise in sette serie, dal 1958 al 1960, nella collana Albi Stella d'oro, a conclusione della quale venne stampata una ottava serie di 36 numeri con storie inedite pubblicata dal 1960 al 1961, per un totale di 171 numeri.[4][5][2] Una ristampa anastatica amatoriale è stata prodotta negli anni settanta.[6][4]

La serie è stata ristampata varie volte in vari formati dal 1952[7][8][9][10]. Nella seconda ristampa della collana agli episodi originali si aggiunge la Serie VII fino a quel momento inedita e composta di 36 albi realizzata da Andrea Lavezzolo con i disegni di Franco Oneta e Pietro Gamba[8].

Oltre a ristampe fino al 1990, sono stati poi pubblicati nel 2000 quattro albi inediti per un'avventura completa di Kinowa dalla Editoriale Mercury con il titolo Il ritorno di Kinowa, scritta da Ermes Senzò e disegnata da Yldirim Örer. L'anno seguente è stata infine pubblicata un'ulteriore storia da Il Fumetto Club, intitolata Nokiwa - Il fratello dello scotennato, con disegni di Corrado Civello[3].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Kinowa, su guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 31 gennaio 2017.
  2. ^ a b c Kinowa, su guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 31 gennaio 2017.
  3. ^ a b Fonte: Comicsando.wordpress.com
  4. ^ a b FFF - KINOWA, su lfb.it. URL consultato il 31 gennaio 2017.
  5. ^ Albi Stella D'Oro, su guidafumettoitaliano.com. URL consultato l'8 novembre 2017.
  6. ^ Vedi: Lfb.it - tutte le pubblicazioni di Kinowa
  7. ^ Kinowa prima ristampa - Fantasie ed Immagini, su guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 31 gennaio 2017.
  8. ^ a b Albi Stella D'Oro - seconda R, su guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 31 gennaio 2017.
  9. ^ Albi di Kinowa - terza R, su guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 31 gennaio 2017.
  10. ^ Kinowa 5R, su guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 31 gennaio 2017.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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