Joseph Leydet

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Joseph Leydet (Montrouge, 21 gennaio 1855Parigi, 18 marzo 1919[1]) è stato un magistrato francese, che fece arrestare Marguerite "Meg" Japy Steinheil, accusata nel 1908 dell'omicidio del marito, il pittore Adolphe Steinheil e della propria madre Emilie Japy.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo gli studi superiori, si avviò alla professione di avvocato aprendo un suo studio a Parigi.[2] A partire dal 1885 entrò in magistratura e fu giudice istruttore a Mantes. L'anno dopo fu arruolato nell 78º Reggimento fanteria come sottotenente di riserva.[3] Nel 1887, dopo il congedo, fu Procuratore della Repubblica a Dreux,[4] quindi a Pontoise nel 1893[5][senza fonte]. Tre anni dopo divenne Sostituto procuratore della Repubblica a Parigi, dove partecipò a due dei maggiori processi della Belle Époque.

Il processo Steinheil[modifica | modifica wikitesto]

Leydet fu uno dei protagonisti del processo a Marguerite "Meg" Japy Steinheil, che era in rapporti intimi del Presidente della Repubblica francese Félix Faure[6] accusata nel dicembre del 1908 dell'omicidio del marito, il pittore Adolphe Steinheil e della propria madre Emilie Japy avvenuti nella notte tra il 30 e il 31 maggio 1908[7][8]: il procuratore Leydet, che aveva avuto una relazione con la donna,[9] fu incaricato delle indagini e la fece arrestare, ma all'inizio del 1909 fu sollevato dall'incarico e sostituito dal collega Louis André che rinviò a giudizio l'accusata per omicidio premeditato.[10]

Il nuovo processo contro la Steinheil ebbe inizio il 3 novembre 1909 con Paul Trouard-Riolle[11] alla pubblica accusa, ma la Steinheil fu assolta.

Il processo Humbert[modifica | modifica wikitesto]

Joseph Leydet fu il primo giudice a usare come prova in un caso di omicidio il risultato di un'autopsia, che allora era un procedimento innovativo.[12]

Nel 1900 Joseph Leydet fu coinvolto in un altro processo che all'epoca ebbe una certa risonanza, che si concluse con una condanna: l'accusata, Therese Humbert, in combutta col marito e i suoi due fratelli aveva ottenuto prestiti e favori facendo credere ai truffati di turno di essere parente del milionario statunitense Crawford.

Il caso Humbert aveva delle connessioni con il caso Dreyfus, altro famoso processo della Belle Époque.[13][14]

Vita personale[modifica | modifica wikitesto]

Sposato con Camille Elisabeth Suzanne Dubois la coppia ebbe due figli: Pierre André Victor Leydet[15] e Marie Louise Elisabeth Germaine Leydet.[16]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine della Legion d'onore[17] - nastrino per uniforme ordinaria

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • De la possession et de la prescription dans leurs rapports avec la propriété et l'usage des eaux, A. Cotillon, Parigi 1882. (tesi di dottorato di Joseph Leydet)
  • Étude sur le Jury civil en Angleterre, articolo scritto da J. Leydet sulla brochure Extrait du Bulletin de la Société de législation comparée, 1884.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b http://www.culture.gouv.fr/LH/LH132/PG/FRDAFAN83_OL1630049v001.htm
  2. ^ ''Bulletin de la Société de législation comparée'', Edizione 26 del 1897, p. 28
  3. ^ Journal Official de la Republique Française, 1885.
  4. ^ Bulletin officiel du Ministère de la justice del 1894
  5. ^ "1897: LEYDET Joseph), procureur de la République, à Pontoise (Seine-et-Oise)"
  6. ^ Martin 1984, p. 19.
  7. ^ Parti social français Auteur du texte, Le Petit journal, [s.n.], 2 novembre 1909. URL consultato il 16 settembre 2017.
  8. ^ Le Journal, [s.n.], 1º dicembre 1908. URL consultato il 16 settembre 2017.
  9. ^ Le Petit journal, [s.n.], 2 novembre 1909. URL consultato il 16 settembre 2017.
  10. ^ Martin 1984, p. 43.
  11. ^ Martin 1984, p. 54.
  12. ^ Datta 2011, p. 205.
  13. ^ Benjamin F. Martin, The Hypocrisy of Justice in the Belle Epoque, LSU Press, 1999, ISBN 0807153796.
  14. ^ "Incomincia il processo per diffamazione intentato dal banchiere Cattaui contro gli Humbert e d'Aurignac. Teresa Humbert si difende con grande energia cercando dì compromettere il guardasigilli" da "Il Secolo XX: rivista popolare illustrata, Volume 2" del 1903, p. 23;
  15. ^ J.O.R.F. n° 072 du 26/03/2008 Référence n°: D-60302"
  16. ^ (FR) Archives en ligne - Archives départementales d'Eure-et-Loir, su archives28.fr. URL consultato il 1º ottobre 2017 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2016).
  17. ^ http://www.archivesnationales.culture.gouv.fr/chan/chan/fonds/edi/sm/LH_rep_num-1.pdf

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Venita Datta, Heroes and Legends of Fin-de-Siècle France: Gender, Politics, and National Identity", New York, Cambridge University Press, 2011, ISBN 9780521186520.
  • (FR) Alain Decaux, Les Assassins, Paris, Éditions Perrin, 1986, ISBN 2-262-00392-0.
  • (FR) Pierre Darmon, Marguerite Steinheil, ingénue criminelle ?, Paris, Éditions Perrin, 1996, ISBN 978-2-262-01163-5.
  • (EN) Benjamin F. Martin, The Hypocrisy of Justice in the Belle Époque, Baton Rouge, Louisiana State University Press, 1984, ISBN 978-0807124949.
  • (EN) Marguerite Steinheil, My memories, London, Sturgis & Walton, 1912.
  • (FR) Pierre Tavernier, Madame Steinheil, Ange ou démon? Favorite de la République, Paris, Presses de la Cité, 1974.