Italo Picini

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Italo Picini (Bugnara, 9 novembre 1920Sulmona, 12 ottobre 2016) è stato un pittore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Italo Picini frequenta la Scuola d'arte di Sulmona e, grazie a una borsa di studio del Ministero dell'Educazione Nazionale, approda all'Istituto d'arte di Firenze [1].

A partire dal 1942 partecipa a manifestazioni artistiche nazionali: nel 1948 un suo dipinto a olio viene esposto alla XXIV Biennale di Venezia [2]; dal 1951 al '66 le sue opere sono ospitate dalla Quadriennale di Roma [3]; nel 1953 e nel 1955 i suoi lavori presenziano alla Biennale Nazionale d'arte di Verona.[senza fonte]

Dopo la fine dell'ultima guerra, Picini lavora come professore presso l'Istituto d'arte di Sulmona di cui diverrà successivamente preside. Si interessa al rilancio della tessitura artistica abruzzese e nel 1955 organizza, su autorizzazione del Ministero della Pubblica Istruzione, una sezione dedicata all'arte della tessitura, coinvolgendo come insegnante la tessitrice pescolana Maria d'Eramo [4]. A testimonianza di questo lavoro, Picini pubblicherà, molti anni dopo, il libro La tessitura artistica abruzzese (Castelli, Verdone Editore, 2012).

Carlo Fabrizio Carli descrive così i motivi dell'ispirazione del pittore:

«Per anni, Picini visitò d'estate i lavatoi pubblici, i mercati, le campagne abruzzesi, disegnando le donne del popolo intente nei loro durissimi lavori; disegni veloci, molto attenti al dato chiaroscurale, o bozzetti a tempera che, d'inverno, rielaborava in pittura ad olio o ancora a tempera nello studio sulmonese. Ciò che più stava a cuore a Picini erano, in realtà, dei valori formali...
Ma presto l'interesse formale, mai freddo e astratto, lasciava spazio nell'attitudine del pittore alla partecipazione esistenziale, alla ribellione verso un destino privo di umano riscatto; alla solidarietà nei confronti dei ceti più esposti e fragili: le donne e i bambini in particolare. Davvero, nel caso dell'artista abruzzese, valeva l'antico adagio: "facit indignatio versus"; la ribellione si faceva pittura. [5]»

Alla sua opera si sono interessati critici e storici dell'arte come Fortunato Bellonzi, Marcello Gallian[senza fonte], Carlo Barbieri [6], Piero Scarpa[senza fonte] e Leo Strozzieri [7].

Dal 1976 al '79 Picini insegna Tecniche espressive delle tradizioni popolari presso l'Accademia delle belle arti dell'Aquila.

Il pittore muore a Sulmona a 95 anni. Gran parte dei suoi dipinti è stata donata alla Provincia dell'Aquila, e sistemata in una mostra permanente nel palazzo di via Mazara [8].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cfr. Cosimo Savastano, Italo Picini. Dal cuore del XX all'affacciarsi del XXI secolo, Castelli, Verdone Editore, 2016
  2. ^ Cfr. La Biennale di Venezia, vol. 24, Venezia, Premiato Stabilimento C. Ferrari, 1948
  3. ^ La Quadriennale di Roma
  4. ^ Cfr. Erika D'Arcangelo, Italo Picini e Maria D'Eramo, in AA.VV., Tessere è Arte, a cura di E. D'Arcangelo, Spoltore, Di Paolo Edizioni, 2012, pp. 44-54
  5. ^ Italo Picini e le ragioni dell'Arte
  6. ^ C. Barbieri, "Il Mattino", Napoli, 5 aprile 1957
  7. ^ L. Strozzieri, Artisti italiani del '900. Saggi critici e testimonianze, Pescara, Artechiara, 2002
  8. ^ Arte in lutto. A 92 anni scompare Italo Picini

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Umberto Russo, Edoardo Tiboni, L'Abruzzo nel Novecento, Pescara, Ediars, 2004
  • Tessere è arte, a cura di Erika D'Arcangelo, Spoltore, Di Paolo Edizioni, 2012
  • Cosimo Savastano, Italo Picini. Dal cuore del XX all'affacciarsi del XXI secolo, Castelli, Verdone Editore, 2016

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN27149912452706211224 · LCCN (ENno2017081974 · GND (DE1037330129 · WorldCat Identities (ENlccn-no2017081974