Italo Oxilia

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Italo Oxilia (Bergeggi, 3 agosto 1887Savona, 16 giugno 1971) è stato un antifascista italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque da Giovanni e Maria Malagamba. Esperto capitano, il 12 dicembre del 1926 fece espatriare clandestinamente Filippo Turati a Calvi in Corsica, portandolo via a bordo di un motoscafo che salpò da Savona. Fu condannato al confino in contumacia.[1] Trascorso un periodo in Francia, durante il quale lavorò come operaio e si vide confiscare la casa e il terreno a Quiliano lasciatigli in eredità dal padre, e in Belgio, tornò in Italia per compiere una seconda impresa: nel luglio 1929, alla guida di un piccolo yacht, fece fuggire da Lipari i confinati politici Carlo Rosselli, Emilio Lussu e Francesco Fausto Nitti.

Comandò poi alcuni mercantili che rifornirono i volontari italiani schierati coi repubblicani nella guerra civile spagnola. Nuovamente in Italia, nel 1940 fu arrestato, ma venne graziato da Mussolini. Durante la resistenza guidò la Sap Matteotti a Villapiana, in seguito diresse il giornale Giustizia e Libertà della sezione savonese del Partito d'Azione e fu assessore con la giunta Aglietto.

Eccetto questi e pochi altri incarichi, nel dopoguerra fu dimenticato e visse in condizioni di indigenza fino alla morte, conseguenza di una lunga malattia.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Commissione di Genova, ordinanza del 25.1.1927 contro Italo Oxilia (“Attività antifascista, concorso nell'espatrio clandestino di Turati e Pertini”) In: Adriano Dal Pont, Simonetta Carolini, L'Italia al confino 1926-1943. Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali dal novembre 1926 al luglio 1943, Milano 1983 (ANPPIA/La Pietra), vol. II, p. 756

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]