Italo Gherardini

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Italo Gherardini
NascitaMontescudaio, 29 maggio 1915
MorteRas al Ara, Yemen, 27 novembre 1940
Cause della mortecaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Aeronautica
SpecialitàBombardamento
Reparto6ª Squadriglia
XLIV Gruppo Autonomo Bombardamento Terrestre
GradoSottotenente di complemento
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna dell'Africa Orientale Italiana
BattaglieConquista italiana della Somalia Britannica
Decorazionivedi qui
dati tratti da Medaglie d'Oro al Valor Militare[1]
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Italo Gherardini (Montescudaio, 29 maggio 1915Ras al Ara, 27 novembre 1940) è stato un ufficiale e aviatore italiano, che con il grado di Sottotenente della Regia Aeronautica, che durante la seconda guerra mondiale combatté in Africa Orientale Italiana venendo decorato con la medaglia d'oro al valore militare alla memoria.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Montescudaio, provincia di Pisa, il 29 maggio 1915.[1] Arruolatosi nella Regia Aeronautica fu assegnato, come sottotenente di complemento, al XLIV Gruppo del 41º Stormo[2] equipaggiato con i bombardieri Savoia Marchetti S.79 Sparviero.[2] Il piano originale prevedeva il potenziamento[3] del corpo aereo schierato in A.O.I. comandato dal generale Pietro Pinna Parpaglia, e alle dirette dipendenze del Viceré d'Etiopia Amedeo di Savoia, duca d'Aosta, anch’egli generale della Regia Aeronautica.[4] I 36 S.79 dello Stormo dovevano trasferirsi in Africa, ma l'ostacolo creato dall'Egitto britannico,[4] consentì la parziale realizzazione del piano e le operazioni di rischieramento si interruppero nel marzo 1940, dopo soli 18[5] velivoli trasferiti.[6]

L'invasione della Somalia britannica[modifica | modifica wikitesto]

Teatro della campagna di invasione della Somalia Britannica.
Un bombardiere Savoia Marchetti S.79 Sparviero.

Sull'onda dei successi della Germania nazista, l’Italia tentò di acquisire rapidamente vantaggi territoriali. Sin dal 12 giugno[5] iniziarono operazioni di bombardamento sui protettorati britannici nel corno d'Africa.[4] Nell'agosto 1940 gli Italiani attaccarono la Somalia britannica partendo dai confinanti territori della Etiopia occupata.[2] Il ruolo dell’aviazione fu considerato fondamentale per il conseguimento del risultato e la 6ª Squadriglia,[2] 44º Gruppo Autonomo Bombardamento Terrestre,[1] fu intensamente impegnata nella rapida campagna, conclusasi con successo,[2] mentre i britannici ripiegavano e infine evacuarono le truppe verso il porto di Aden in Yemen, nella vicina penisola araba, lasciando la Somalia agli Italiani.[6] Dopo l’entrata in guerra dell’Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, solo ulteriori 40 S.79 riuscirono a raggiungere l’Africa Orientale Italiana, dapprima effettuando scalo tecnico dell'Aeroporto di Cufra e di Auenat,[7] ma tale rotta si interruppe dopo la loro conquista da parte degli inglesi, avvenuta nel dicembre 1940 e poi con partenza dall'Aeroporto di Benina di Bengasi, tramite installazione di speciali serbatoi.[7]

L'attacco ai convogli[modifica | modifica wikitesto]

Conquistato l'accesso al Golfo di Aden, la Regia Aeronautica a partire dal settembre del 1940[5] si concentrò nell'opera di contrasto[5] ai convogli che dall'India rifornivano le truppe inglesi in Egitto. Gli affondamenti ottenuti, convinsero i britannici a potenziare i reparti di aerei da caccia per fermare le azioni italiane. In questi pochi mesi dall'inizio del conflitto Gherardini eseguì più di duecento missioni di ricerca e attacco ai convogli.[5]

Il 27 novembre, nel corso di una di queste missioni con decollo dall'Aeroporto di Dire Dawa,[2] il suo aereo fu attaccato da tre aerei nemici, ed abbattuto sul cielo dello Yemen con la perdita di tutto l’equipaggio.[6] Per onorarne il coraggio gli fu concessa[3] la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[1]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ufficiale pilota di eccezionali qualità militari, su tutti i cieli dell’Impero in oltre seicento ore di volo, valicando i confini del dovere, si distingueva in ogni più arduo cimento, portava a termine una difficilissima missione sulla base di Aden nonostante fosse attaccato da tre caccia avversari con i quali impegnava combattimento abbattendone uno e ponendo in fuga gli altri. Caduti due componenti l’equipaggio nell’impari lotta, chiedeva di accompagnarli all’ultima dimora al comando di un plotone d’onore. Rientrato al campo dal mesto uffizio mentre una formazione era in procinto di prendere il volo per una rischiosissima impresa, fedele alle nobili tradizioni dell’arma, chiedeva ed otteneva l’onore di parteciparvi. Nell’azione conclusasi in asprissimo combattimento contro forze nemiche soverchianti, durante la quale venivano abbattuti due apparecchi e gravemente danneggiata una grossa nave, coronava il suo grande ideale con l’offerta suprema della sua giovinezza. Quando già la vittoria precorreva le ali onuste di gloria egli passava sereno dal cielo della guerra a quello degli eroi. Cielo dell’Impero 1937-1940 - Cielo di Ras Al Ara, 15 ottobre 1940 XVIII.[1]»
— Regio Decreto 10 maggio 1941[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Ufficio Storico Stato Maggiore dell'Aeronautica 1969, p. 183.
  2. ^ a b c d e f Dunning 1988, p. 39.
  3. ^ a b Pagliano 1954, p. 247.
  4. ^ a b c Pagliano 1954, p. 246.
  5. ^ a b c d e Brotzu, Cosolo, Caso 1972, p. 55.
  6. ^ a b c (FR) Giulio Gobbi, L'aviation italienne en AOI 1940-41, in Regia Aeronautica, aermacchi.ifrance.com. URL consultato il 27 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 19 agosto 2008).
  7. ^ a b Brotzu, Cosolo, Caso 1972, p. 56.
  8. ^ Bollettino Ufficiale 1941 disp. 28 pag. 1129.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Emilio Brotzu, Gherardo Cosolo e Michele Caso, Dimensione Cielo, Aerei Italiani nella 2ª Guerra Mondiale Bombardieri Ricognitori Vol.4, Roma, Edizioni dell'Ateneo & Bizzarri, 1972.
  • (EN) Chris Dunning, Combat Units od the Regia Aeronautica. Italian Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN 1-871187-01-X.
  • I Reparti dell'Aeronautica Militare Italiana, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1977.
  • Vincenzo Lioy, L'Italia in Africa. L'opera dell'Aeronautica. Eritrea Somalia Etiopia (1919-1937) Vol.2, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1965.
  • Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Ufficio Storico Stato Maggiore dell'Aeronautica, 1969.
  • Franco Pagliano, Storia di diecimila aeroplani, Milano, Edizioni Europee, 1954.

Periodici[modifica | modifica wikitesto]

  • Nico Sgarlato, Le Aquile dell'Impero, in Ali di Gloria, n. 3, Parma, Delta Editrice, aprile-maggio 2012.