Henry Garat

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Henry Garat, pseudonimo di Émile Henri Camille Garassu (Parigi, 3 aprile 1902Hyères, 14 agosto 1959), è stato un attore francese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio d'arte dell'attore teatrale e cinematografico Édouard Garassu detto Jean Garat (1866-1943) e Césarine Paola Lévy, Henri Garat nacque a Parigi. Dopo aver svolto diversi lavori modesti tra il 1912 e il 1918, tra i quali il cameriere e l'impiegato in un grande magazzino, mentre suo padre era al fronte entrò al Conservatorio Reale di Bruxelles. A quei tempi si esibiva al Moulin Rouge, dove aveva esordito sin da bambino.[1][2]

Apparve più volte sui palcoscenici parigini, interprete apprezzato di commedie, operette e riviste.[2] Recitò accanto a Mistinguett e fece una tournée anche in Italia.[2]

Nel 1926 sostituì Maurice Chevalier nell'operetta Ça, c'est Paris.[3] Nel 1930 il cinema sonoro gli diede una possibilità nelle versioni francesi delle produzioni tedesche dell'UFA. Sostituì Willi Fritsch nella versione francese di Die Drei von der Tankstelle, Le Chemin du paradis. Ha anche eseguito la canzone Avoir un bon copain. Girò nel 1931 Le congrès s'amuse (Der Kongreß tanzt), diretto da Erik Charell e Jean Boyer in cui cantò Serait-ce un rêve.[4]

Si trasferì negli Stati Uniti d'America nel 1933 e con Hollywood Pictures girò La principessa innamorata, con Janet Gaynor. Nel 1936, recitò al fianco di Danielle Darrieux in Ragazzaccio.

Il cinema sonoro gli diede la popolarità e il successo in una serie di operette comico-sentimentali che mettevano in valore il suo garbo e il suo fascino.[2]

Nel 1938, in L'Accroche-cœur di Sacha Guitry recitò al fianco di Jacqueline Delubac. Il suo stile di vita stravagante, il suo consumo di cocaina, i suoi matrimoni e i suoi divorzi hanno finirono per creargli gravi problemi. Aprì un ristorante, un negozio di giocattoli, ma i fallimenti dei suoi ultimi film lo fecero sprofondare nella depressione.[2] Nel 1944 partì per la Svizzera per sottoporsi a un trattamento di disintossicazione.[3]

Successivamente si recò in Inghilterra, negli Stati Uniti, in Costa Azzurra.

Nel 1951 si trovò ad Algeri. L'anno seguente tentò invano un ritorno a Parigi in un cabaret sugli Champs-Élysées. All'inizio del 1953 fece un'ultima tournée canora al cabaret di Villa d'Este, poi lasciò la capitale per la Costa Azzurra dove ricevette un ultimo tributo al Casino de Juan-les-Pins e dove trovò, tra gli altri, Lilian Harvey.

Morì a Hyères nel 1959, assistito dalla quarta moglie e dal loro giovane figlio.[3]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ En causant avec Henry Garat, su gallica.bnf.fr. URL consultato il 20 agosto 2021.
  2. ^ a b c d e Garat, Henri, in le muse, V, Novara, De Agostini, 1965, p. 168.
  3. ^ a b c Henri Garat, su dutempsdescerisesauxfeuillesmortes.net. URL consultato il 30 agosto 2021.
  4. ^ Serait-ce un rêve, su bibliotheques-specialisees.paris.fr. URL consultato il 30 agosto 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Martin Banham, The Cambridge Guide to Theatre, Cambridge, Cambridge University Press., 1998.
  • (FR) Christophe Barbier, Dictionnaire amoureux du théâtre, Plon, 2015.
  • (EN) Oscar G. Brockett e J. Hildy Franklin, History of the Theatre, Boston, Allyn and Bacon, 2003.
  • John Russel Brown, Storia del teatro (The Oxford Illustrated History of the Theatre), Il Mulino, 1999.
  • (EN) Edward Forman, Historical Dictionary of French Theatre, Lanham, Scarecrow Press, 2010.
  • (FR) Jacqueline de Jomaron, Le Théâtre en France, Parigi, Armand Colin, 1992.
  • (FR) Dany Porché, Ego-dictionnaire des mots du théâtre, Pietraserena, Dumane, 2017.
  • Glynne Wickham, Storia del teatro, Bologna, Il Mulino, 1988.
  • (FR) Nicole Wild e David Charlton, Théâtre de l'Opéra-Comique. Paris: répertoire 1762-1972, Sprimont, Editions Mardaga, 2005.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN32183198 · ISNI (EN0000 0000 3548 9214 · Europeana agent/base/119103 · LCCN (ENn97123801 · GND (DE1062023889 · BNE (ESXX1703143 (data) · BNF (FRcb138942846 (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n97123801