Henri Teissier

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Henri Antoine Marie Teissier
arcivescovo della Chiesa cattolica
Monsignor Teissier nel 2004.
Justice et paix
 
Incarichi ricoperti
 
Nato21 luglio 1929 a Lione
Ordinato diacono29 giugno 1954 dal vescovo Emile-Arsène Blanchet (poi arcivescovo)
Ordinato presbitero24 marzo 1955
Nominato vescovo30 novembre 1972 da papa Paolo VI
Consacrato vescovo2 febbraio 1973 dal cardinale Léon-Etienne Duval
Elevato arcivescovo20 dicembre 1980 da papa Paolo VI
Deceduto1º dicembre 2020 (91 anni) a Lione
 

Henri Antoine Marie Teissier (Lione, 21 luglio 1929Lione, 1º dicembre 2020) è stato un arcivescovo cattolico francese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Henri Antoine Marie Teissier è nato a Lione il 21 luglio 1929. Proveniva da una famiglia stabilitasi a Philippeville, nell'Algeria francese, nel 1849.[1] Crebbe in varie città della Francia continentale, seguendo gli spostamenti del padre, un ufficiale di carriera.

Formazione e ministero sacerdotale[modifica | modifica wikitesto]

Frequentò le scuole dei gesuiti. Nel 1947 la famiglia si ristabilì ad Algeri.

Studiò letteratura classica in Marocco, filosofia all'Università di Parigi, teologia all'Institut catholique di Parigi, lingua e letteratura araba all'École nationale des langues vivantes di Parigi e studi arabi all'Università del Cairo e all'Università di Aix-Marseille. Compì gli studi per il sacerdozio presso il seminario carmelitano di Parigi. Imparò l'arabo all'Istituto domenicano di studi orientali, dove assistette all'ascesa dei nazionalismi arabi.

Il 29 giugno 1954 fu ordinato diacono per l'arcidiocesi di Algeri nella cappella di San Giuseppe dei carmelitani dell'Institut catholique di Parigi da monsignor Emile-Arsène Blanchet, vescovo titolare di Lero. Il 24 marzo dell'anno successivo fu ordinato presbitero. Nel 1958 fece ritorno ad Algeri. Fu uno dei venti sacerdoti, tra i quali vi era il cardinale Léon-Etienne Duval, che nel 1965 ottennero la cittadinanza algerina. Dopo il ritorno in patria di molti pieds-noirs la Chiesa cattolica riuniva appena 20 000 fedeli, con pochi volontari e studenti africani.

Nel 1971 venne nominato membro del Segretariato per i non cristiani.

Ministero episcopale[modifica | modifica wikitesto]

Il 30 novembre 1972 papa Paolo VI lo nominò vescovo di Orano. Ricevette l'ordinazione episcopale il 2 febbraio successivo nella cattedrale del Sacro Cuore ad Algeri dal cardinale Léon-Etienne Duval, arcivescovo metropolita di Algeri, co-consacranti l'arcivescovo Sante Portalupi, delegato apostolico nell'Africa settentrionale e pro-nunzio apostolico in Algeria e Tunisia, e l'amministratore apostolico di Magdeburgo Hans-Georg (Johannes) Braun.

Nel 1976 le scuole cattoliche furono nazionalizzate, la shari'a divenne il punto di riferimento per la legge e l'arabo l'unica lingua di insegnamento.[2]

Il 20 dicembre 1980 papa Paolo VI lo nominò arcivescovo coadiutore di Algeri. Il 19 aprile 1988 succedette alla medesima sede.

Fu vicepresidente di Caritas internationalis per i paesi arabi dal 1975 al 1987 e in qualità di titolare di questo ufficio venne coinvolto in vari simposi islamo-cristiani e nelle due conferenze cristiane per la Palestina.

Dal 1983 al 2004 fu presidente della Conferenza episcopale regionale del Nordafrica.

Profondamente legato all'Algeria, Teissier guidò la Chiesa algerina nei difficili anni della guerra civile durante la quale vennero assassinate 19 persone tra sacerdoti e religiosi professi.[3] Nonostante le prove e le minacce, Teissier non abbandonò il paese con l'unica ambizione di "scoprire e suscitare fratelli". Difese costantemente le autorità algerine,[4] anche durante la guerra che provocò più di 200 000 morti, per non esporre ulteriormente i cristiani, già duramente colpiti.

Nel 2005, durante una tavola rotonda sulle religioni monoteistiche con Tahar Absi,[5] professore all'Università di Algeri, dal titolo "Pace e tolleranza", Teissier disse che la parola salam ("pace" in arabo) è tra i fondamenti del cristianesimo. "Gesù si divertiva ad insegnare ai suoi discepoli che ogni volta che si varcava la soglia di una casa era imperativo pronunciare la parola pace" e che "Islam, Cristianesimo ed Ebraismo sono certamente tre religioni diverse che però hanno una comune origine e scopo: la felicità dell'umanità". Ricordò la nuova posizione sviluppata dalla Chiesa "che consiste nel considerare le altre religioni nell'ottica della ricerca di elementi che promuovano l'amore tra gli uomini e che rafforzino in loro il sentimento di appartenenza alla stessa famiglia" e che "l'esistenza in Algeria di una comunità cristiana è la prova che viviamo in un clima di tolleranza e che condividiamo le stesse gioie e le stesse prove degli altri popoli del pianeta".[6]

Nel febbraio del 2003 e nel giugno del 2007 compì la visita ad limina.

Il 24 maggio 2008 papa Benedetto XVI accettò la sua rinuncia al governo pastorale dell'arcidiocesi per raggiunti limiti di età.[7][8]

Partecipò II assemblea speciale per l'Africa del Sinodo dei vescovi che ebbe luogo nella Città del Vaticano dal 4 al 25 ottobre 2009 sul tema "La Chiesa in Africa a servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace. "Voi siete il sale della terra ... Voi siete la luce del mondo" (Mt 5, 13.14)".[9]

Morì all'ospedale "Edouard Herriot" di Lione il 1º dicembre 2020 all'età di 91 anni per le conseguenze di un ictus.[10][11][12][13][14][15][16] Una prima celebrazione di esequie si tenne il 5 dicembre alle ore 14:30 nella cattedrale primaziale dei Santi Giovanni Battista e Stefano a Lione e venne presieduta da monsignor Michel Marie Jacques Dubost, amministratore apostolico di Lione.[16] Una seconda celebrazione si tenne l'8 dicembre nella basilica di Nostra Signora d'Africa ad Algeri e venne presieduta da monsignor Jean-Paul Vesco, vescovo di Orano.[17] Al termine del rito fu sepolto nello stesso edificio.[18]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Genealogia episcopale[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (FR) Monseigneur Henri Teissier, archevêque émérite d'Alger, n'est plus !, su beurfm.net, 4 dicembre 2020. URL consultato il 29 dicembre 2021.
  2. ^ Decreto del 16 aprile 1976. Citato in: (FR) Philippe Delisle e Marc Spindler, Les relations Églises-État en situation postcoloniale, Parigi, Karthala Éditions, 2003, pp. 419, ISBN 9782845864160. URL consultato il 29 dicembre 2021.
  3. ^ (DE) Thomas Schmid, Der Mord an den Trappisten von Tibhirine, in Le Monde diplomatique, 13 dicembre 2009. URL consultato il 29 dicembre 2021.
  4. ^ (FR) Jean-Baptiste Rivoire, Le crime de Tibhirine: révélations sur les responsables, Parigi, La Découverte, 2011, pp. 39-40, ISBN 9782707167750. URL consultato il 29 dicembre 2021.
  5. ^ (FR) Tahar Absi: Une Algérie du dialogue, su taharabsi.over-blog.com, 6 dicembre 2014. URL consultato il 29 dicembre 2021.
  6. ^ (FR) Nacima Chabani, Paix et tolérance, su djazairess.com, 12 ottobre 2005. URL consultato il 29 dicembre 2021.
  7. ^ Rinuncia dell'Arcivescovo Metropolita di Alger (Algeria) e nomina del successore, in bollettino della Sala stampa della Santa Sede, 24 maggio 2008. URL consultato il 29 dicembre 2021.
  8. ^ (FR) En retraite, Mgr Teissier quitte l'Archevêché d'Alger, su elwatan.com, 26 maggio 2008. URL consultato il 29 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 1º settembre 2008).
  9. ^ Nomine nell'ambito della Seconda Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi, in bollettino della Sala stampa della Santa Sede, 23 settembre 2009. URL consultato il 29 dicembre 2021.
  10. ^ Adelaide Patrignani, Morte di monsignor Teissier, una vita spesa per la terra algerina, in Vatican News, 1º dicembre 2020. URL consultato il 29 dicembre 2021.
  11. ^ (FR) Anne-Bénédicte Hoffner, Mort de Mgr Henri Teissier, une vie au service de l'Algérie et de son Église Abonnés, in La Croix, 1º dicembre 2020. URL consultato il 29 dicembre 2021.
  12. ^ (FR) Monseigneur Henri Teissier, évêque émérite d'Alger, su aufildelapense.wordpress.com, 2 dicembre 2020. URL consultato il 29 dicembre 2021.
  13. ^ (FR) Décès de Mgr Henri Teissier, archevêque émérite d'Alger, su ocso.org, 1º dicembre 2020. URL consultato il 29 dicembre 2021.
  14. ^ È morto Henri Teissier, arcivescovo emerito di Algeri, in Famiglia Cristiana, 1º dicembre 2020. URL consultato il 29 dicembre 2021.
  15. ^ Gabriella Ceraso, Papa, il vescovo Teissier uomo di dialogo e pace, in Vatican News, 3 dicembre 2020. URL consultato il 29 dicembre 2021.
  16. ^ a b (FR) A Dieu Mgr Henri Teissier, évêque émérite d'Alger, su lyon.catholique.fr, 3 dicembre 2020. URL consultato il 29 dicembre 2021.
  17. ^ Charles de Pechpeyrou, Vescovo del dialogo, in L'Osservatore Romano, 10 dicembre 2020. URL consultato il 29 dicembre 2021.
  18. ^ Giuseppe Scattolin, Henri Teissier, pioniere del dialogo interreligioso, in Nigrizia, 10 dicembre 2020. URL consultato il 29 dicembre 2021.
  19. ^ (FR) Mustapha Cherif, Hommage à notre compatriote Henri Teissier, su mosquee-lyon.org, 25 maggio 2008. URL consultato il 29 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 27 novembre 2010).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Orano Successore
Bertrand Lacaste 30 novembre 1972 - 20 dicembre 1980 Pierre Lucien Claverie, O.P.
Predecessore Arcivescovo metropolita di Algeri Successore
Léon-Etienne Duval 19 aprile 1988 - 24 maggio 2008 Ghaleb Moussa Abdalla Bader
Predecessore Presidente della Conferenza Episcopale Regionale del Nordafrica Successore
Léon-Etienne Duval 1983 - 2004 Fouad Twal
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