Guido Tosi

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Guido Tosi sulle Alpi Orobie, in Val di Campo, nel 2009

Guido Tosi (Busto Arsizio, 10 luglio 1949Formazza, 20 novembre 2011) è stato un biologo, zoologo e divulgatore scientifico italiano, esperto di conservazione e gestione della fauna.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Laureato in Scienze biologiche presso l'Università degli Studi di Milano, dal 1977 al 1986 fu libero professionista nel settore della zoologia e gestione faunistica, esperto cacciatore di montagna collaborando con la stessa Università di Milano, di cui diventò Conservatore del Museo Zoologico nel 1986[1].

L'attività accademica[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1986 al 1994 Tosi fu conservatore del Museo Zoologico (ora Museo Didattico di Zoologia) del Dipartimento di Biologia dell'Università degli Studi di Milano, contribuendo al suo ammodernamento. Nel 1991, nel suo ruolo di Funzionario tecnico, fu chiamato nella sede distaccata dell'Università di Milano a Varese per contribuire alla nascita di un polo di ricerca specificatamente dedicato alla conservazione e gestione della fauna e all'ambiente. Nel 1998 diventò Professore associato presso la neo-istituita Università degli Studi dell'Insubria, dove fu titolare dei corsi di "Zoocenosi e gestione della fauna", "Analisi e gestione delle biocenosi" ed "Educazione ambientale".

L'inizio della carriera e le tappe più significative[modifica | modifica wikitesto]

Tosi, sin dal principio della sua carriera, pose le basi di quella che sarebbe in seguito divenuta la sua professionalità scientifica nel settore della zoologia applicata e della conservazione e gestione faunistica: sin dal 1974 fu attivo collaboratore del gruppo di ricerca dell'Università degli Studi di Milano, insieme a Ettore Tibaldi e Silvano Toso (successivamente divenuto Direttore dell'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, confluito nell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), che lo vide condurre studi sull'ecologia dell'avifauna nel tratto di fiume Po interessato dalla centrale nucleare di Caorso, nell'ambito del progetto "Indagine idrobiologica per la valutazione degli effetti degli scarichi termici di centrali termoelettriche sull'ecosistema fluviale del medio Po", attività che videro impegnato Tosi sino al 1989.

Grande appassionato cacciatore da sempre rispettoso della fauna selvatica e particolarmente attento nella gestione della stessa, amava perdersi nelle montagne ad ammirare le bellezze delle stesse e dei suoi abitanti.

Tosi durante il trasporto di un individuo di stambecco catturato in Valsavarenche, nel maggio 1990 all'interno del Parco Nazionale del Gran Paradiso per la reintroduzione nelle Alpi Orobie.

Dal 1980 al 1999 Tosi si dedicò al progetto di reintroduzione dello stambecco sulle Alpi lombarde, nella veste di Coordinatore scientifico del programma di ricerca, conservazione e monitoraggio a lungo termine "Reintroduzione dello stambecco (Capra ibex) sulle Alpi Lombarde". Un importante progetto di conservazione attiva grazie al quale le Alpi lombarde vantano una ampia popolazione di questa specie che ha costituito, proprio in quegli anni, un emblema della conservazione della fauna in Italia.

L'esperienza maturata in questo progetto fece sì che Tosi fosse anche attivamente coinvolto in progetti di reintroduzione avvenuti successivamente in altre aree delle Alpi italiane, quale il progetto di reintroduzione nel Massiccio dell'Adamello[2], e il progetto di reintroduzione in Val di Genova[3]

Rilasci di stambecco effettuati in Val Biandino, ottobre 1989.

A partire dal 1992 iniziò la sua attività nell'ambito della gestione e conservazione della fauna all'estero, in collaborazione con il Cesvi, in particolare in Africa nell'ambito del progetto "Management Plan of Iona National Park" (Angola), seguito nel 1993 dal progetto "Conservation and use of environmental resources for the benefit of the populations living in the area of Lake Rukwa, Lukwati and Muipa Forest Reserves" (Tanzania e "Sustainable Development and Natural Resources Management in Southern Zimbabwe". Nel 1995 fu Coordinatore scientifico del progetto "Analysis of migratory movements of large mammals and their interaction with human activities" nel Parco nazionale del Tarangire (Tanzania).

Nel 1996 contribuì a fondare la ONG Istituto Oikos Onlus[4], con cui diede vita, nel 2003, alla stazione di ricerca e formazione "Mkuru Training Camp"[5], nel nord della Tanzania, per la quale rivestì il ruolo di Coordinatore scientifico fino al 2011.

Dal 2006 al 2011 è stato membro del Consiglio Direttivo del Consorzio del Parco Nazionale dello Stelvio[6]. La nomina è avvenuta da parte del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

Promuove l'istituzione della Riserva Naturale Statale “Tresero – Dosso del Vallon” nel Parco Nazionale dello Stelvio[7].

La Conservazione dei grandi Carnivori[modifica | modifica wikitesto]

Tosi realizzò, in collaborazione con Marco Apollonio dell'Università degli Studi di Sassari e con il contributo dell'Ufficio faunistico del Parco naturale provinciale dell'Adamello-Brenta (Trento) uno studio di revisione delle scelte gestionali da adottare nell'ambito della conservazione dell'orso bruno nelle Alpi Centrali. Tale documento, denominato "Approfondimenti tecnico-scientifici sulla gestione della popolazione di orsi in Trentino e sulla sua sostenibilità", realizzato per conto della Provincia autonoma di Trento, costituisce lo strumento di gestione a cui gli Enti interessati fanno riferimento per pianificare le strategie di intervento[8].

La comunicazione[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1989 al 1994 fu consulente scientifico, per gli aspetti faunistici, della trasmissione in onda su Canale 5 "L'Arca di Noè"[9]., condotto da Licia Colò[10]. La consulenza scientifica lo portò a commentare diversi filmati girati in Africa (Burkina Faso, Kenya, Madagascar, Sudafrica, Swaziland, Tanzania); Asia (India); Europa; Sud e Nord America (Argentina, Cile, Alaska, Canada).

Fu inoltre autore di alcuni articoli divulgativi sulla fauna e sulla conservazione dell'ambiente, in particolare sul mensile Oasis (rivista).

  • TOSI Guido, Petretti Francesco, Gerletti Guido, 1992. Fragili pachidermi : elefante africano. Oasis, 7-8: 30-51.
  • Guido TOSI, 1993. In equilibrio sulle Alpi: camoscio alpino. Oasis, 4: 36-53.
  • Gerletti Guido, TOSI Guido, 1994. Bufalo cafro. Il successo è nel gruppo. Oasis, 5: 38-53.
  • TOSI Guido, 1994. Un dilemma per il futuro: protezione o gestione? Oasis, 11: 59.
  • TOSI Guido, Gerletti Guido, 1995. Rinoceronti africani. Cronaca di un'estinzione annunciata. Oasis, 5: 41-55.
  • Gerletti Guido, TOSI Guido, 1995. Antilopi. L'evoluzione a rischio. Oasis, 7: 26-39.

Nel 2000 è membro della Giuria Internazionale del 14° Sondrio Film Festival[11].

Nel 2005 è autore dei testi del libro fotografico sul popolo Masaai curato da Franco Mari "Io Masai" Ed. Nicolini[12].

Dal 15 al 16 giugno 2007 è il padrino della Prima Giornata italiana della Biodiversità[13].

L'incidente in Val Formazza[modifica | modifica wikitesto]

Il 20 novembre 2011 è scomparso precipitando in un dirupo in Val Formazza[14].

Il 28 novembre 2011 è stato ricordato con un minuto di silenzio in occasione della celebrazione dei 20 anni dei Parchi e della conservazione della fauna selvatica[15].

Dal 20 dicembre 2011 il gruppo di ricerca coordinato da Tosi operante presso l'Università degli Studi dell'Insubria è stato denominato, in sua memoria, Unità di Analisi e Gestione delle Risorse Ambientali (UAGRA) - Guido Tosi Research Group[16].

Il 31 gennaio 2012 ha ottenuto una menzione speciale alla memoria dal Governatore della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, nell'ambito del cerimonia del conferimento del Premio Eupolis 2012 "per il costante e collaborativo contributo di conoscenza offerto nella gestione delle risorse naturali e nelle modalità relazionali tra enti e soggetti della pubblica amministrazione"[1].

I'1º giugno 2012 si è tenuta una cerimonia di commemorazione organizzata dall'Università degli Studi dell'Insubria[17].

Al 73º Congresso dell'Unione Zoologica Italiana (UZI), tenutosi a Firenze dal 24 al 27 settembre 2012, il Simposio II "Uso dello Spazio, Orientamento e Migrazioni" è stato organizzato in "onore di Guido Tosi"[18].

Il 16 novembre 2012, la Provincia di Varese, nella persona dell'Assessore alle Politiche per l'Agricoltura e Gestione Faunistica – Commercio ha presieduto la cerimonia di taglio del nastro della Sala Convegni "Guido Tosi", a lui intitolata[19].

L'Associazione Teriologica Italiana (ATIt) dà comunicazione della cerimonia di taglio del nastro della Sala Convegni "Guido Tosi", faunista e teriologo già Socio dell'Associazione.[20].

La Regione Lombardia, Direzione Generale Agricoltura, il 15 febbraio 2013 ha presentato a Palazzo Lombardia, il volume postumo curato da Tosi "Monitoraggio di Uccelli e Mammiferi in Lombardia. Tecniche e metodi di rilevamento". Nel corso dell'evento è stato dedicato un momento di ricordo a Guido Tosi.[21].

Il 21 settembre 2014 viene inaugurata la Baita del Ghighel [22]., dedicata alla memoria di Tosi, che conterrà immagini, testi e oggetti che testimonieranno la sua attività professionale.[23]. Nel corso dell'evento è stato inoltre fondato il Centro di Formazione Permanente sulla Gestione e Conservazione della Fauna Alpina “Guido Tosi”, promosso in sinergia dall'Università degli Studi dell'Insubria, Istituto Oikos, Comune di Formazza, AFV "Formazza", Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) - Istituto per lo Studio degli Ecosistemi (ISE), Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), Unione Nazionale Cacciatori Zona Alpi (UNCZA), Legambiente, Club Alpino Italiano. Il Centro di Formazione Permanente sulla Gestione e Conservazione della Fauna Alpina "Guido Tosi" ha ricevuto il patrocinio da parte della Convenzione delle Alpi e della Rete Alpina delle Aree Protette - Alparc [24].

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Pubblicazioni scientifiche[modifica | modifica wikitesto]

Lista delle più significative pubblicazioni scientifiche degli ultimi dieci anni di attività:

Monografie[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Éupolis lombardia, Assegnazione del Premio Éupolis lombardia 2012 (PDF), su eupolis.regione.lombardia.it, eupolis.it, gennaio 2012. URL consultato il ottobre 2012.
  2. ^ La reintroduzione dello stambecco nel Massiccio dell'Adamello, su parks.it, febbraio 1996. URL consultato il ottobre 2012.
  3. ^ La reintroduzione dello stambecco in Val di Genova (PDF), su pnab.it, Parcon Naturale Adamello Brenta, novembre 2000. URL consultato il febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2012).
  4. ^ Istituto Oikos, su istituto-oikos.org, Istituto Oikos Onlus.
  5. ^ Mkuru Training Camp, su mkurutrainingcamp.org, Mkuru Training Camp.
  6. ^ In rappresentanza delle istituzioni scientifiche e delle università italiane. [collegamento interrotto], su www3.varesenews.it, VareseNews.it, gennaio 2006. URL consultato il novembre 2012.
  7. ^ Il piano di Gestione della Riserva Naturale Statale “Tresero – Dosso del Vallon”. (PDF), su stelviopark.it, Parco Nazionale dello Stelvio, giugno 2012. URL consultato il febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  8. ^ Rapporto orso 2011 (PDF), su orso.provincia.tn.it, provincia.tn.it (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2013).
  9. ^ ADNKRONOS, Canale 5 "L'Arca di Noè", in adnkronos.com, 18 settembre 1992. URL consultato il dicembre 2012.
  10. ^ Roberto Rotondo, Il dottore degli stambecchi «Così salverò lo scoiattolo rosso», in Corriere.it, 21 ottobre 2009. URL consultato il ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  11. ^ Centro Documentazione Aree Protette, Giuria Internazionale Sondrio Film Festival (PDF), in Provincia di Sondrio), 16 ottobre 2000. URL consultato il dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  12. ^ Diego Pisati, Io Masaai, in Insubria Critica. Libri, Arte, Teatro e Cultura: un fiume che scorre (tratto dal quotidiano La Prealpina.it), 7 dicembre 2005. URL consultato il novembre 2012.
  13. ^ GEO, Prima Giornata italiana della Biodiversità (PDF) [collegamento interrotto], in GEO Uno sguardo diverso sul mondo, 16 giugno 2007. URL consultato il marzo 2013.
  14. ^ Graziella Leporati, Cade in un dirupo e muore Guido Tosi, in Ilgiorno.it, 20 novembre 2011. URL consultato il ottobre 2012.
  15. ^ I venti anni dei parchi e la conservazione della fauna selvatica, in gaianews.it, 27 novembre 2011. URL consultato il ottobre 2012.
  16. ^ Unità di Analisi e Gestione delle Risorse Ambientali (UAGRA) - Guido Tosi Research Group, in uninsubria.it, 20 dicembre 2011. URL consultato il marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2015).
  17. ^ Commemorazione per il professor Guido Tosi, su www3.varesenews.it, VareseNews.it. URL consultato il novembre 2012.
  18. ^ Simposio II – Uso dello spazio, orientamento e migrazioni, su unifi.it. URL consultato il ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 14 ottobre 2012).
  19. ^ Cerimonia di intitolazione all'ex palazzina che ha commemorato la figura del biologo e zoologo, su www3.varesenews.it, VareseNews.it. URL consultato il novembre 2012.
  20. ^ L'ATIt informa della cerimonia di taglio del nastro della Sala Convegni "Guido Tosi", faunista e teriologo già Socio dell'Associazione Teriologica Italiana. (PDF) [collegamento interrotto], su biocenosi.dipbsf.uninsubria.it, Atit. URL consultato il dicembre 2012.
  21. ^ La Regione Lombardia informa della presentazione del libro "Monitoraggio di Uccelli e Mammiferi in Lombardia. Tecniche e metodi di rilevamento". [collegamento interrotto], su regione.lombardia.it, Regione LombardiaAtit. URL consultato il febbraio 2013.
  22. ^ Copia archiviata, su www3.varesenews.it, Varese News. URL consultato il settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 9 novembre 2014).
  23. ^ News sull'inaugurazione della Baita del Ghighel., su www4.uninsubria.it, Università degli Studi dell'Insubria. URL consultato il settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 17 dicembre 2014).
  24. ^ La Rete Alpina delle Aree Protette, su alparc.org, Alparc. URL consultato il settembre 2014.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]