Guido Melli

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Guido Melli

Guido Melli (Ferrara, 14 maggio 1900Milano, 2 dicembre 1985) è stato un patologo e immunologo italiano.

Tra gli anni venti e gli anni trenta le sue intense attività di ricerca lo portarono alla realizzazione dei primi lavori sulla ipersensibilità di anafilassi e sull’edema angioneurotico. Egli offrì un elevato contributo nel campo delle malattie allergiche e mise a punto un rigoroso metodo semiologico in ambito strumentale e diagnostico. Tale risultato conferì allo studioso Italiano un’indiscussa popolarità nazionale, grazie alla quale venne presto inserito fra i fondatori della Società Italiana allergologica.[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

I primi anni[modifica | modifica wikitesto]

Melli nacque in una famiglia ebrea di commercianti il 14 maggio 1900. Figlio di Vittorio e Regina Levi, sin dall'infanzia Guido fu educato dalla madre al rispetto dei precetti religiosi ebraici. Come era consuetudine nelle famiglie benestanti della città di Ferrara, compì inizialmente studi regolari presso le migliori scuole cittadine e si iscrisse al Liceo Classico Ludovico Ariosto dove si diplomò all’età di soli diciassette anni.[2] Proseguì quindi il suo percorso formativo iscrivendosi nel 1917 alla Facoltà di Medicina e Chirurgia di Ferrara dove si distinse sin da subito dagli altri suoi colleghi per la spiccata abilità in sala settoria[2]. Nel frattempo, diretto dal professor Nazareno Fiberti, condusse i primi studi sperimentali nel Laboratorio di Patologia generale. Al terzo anno di corso si trasferì presso l’Università degli Studi di Firenze dove fu allievo interno nell’Istituto di Patologia Speciale Medica e Metodologia Clinica diretto dal Professor Cesare Frugoni. Fu qui che, il 17 luglio 1923, si laureò a pieni voti con lode, discutendo una tesi sperimentale sull'urobilunuria.[2]

La carriera[modifica | modifica wikitesto]

I primi lavori[modifica | modifica wikitesto]

Dopo aver assolto gli obblighi di leva ed esser stato confermato nell’organico dell’Istituto Fiorentino come medico interno, nel biennio 1924-1925 si perfezionò presso l'Ospedale universitario della Charité di Berlino. Durante l’esperienza biennale in Germania si dedicò allo studio della chimica fisiologica guidato dal professor Paul Rona; svolse un periodo di apprendistato anche presso il professor Leonor Michaelis in merito soprattutto a emoblastosi e ipertensione[3]. Ritornato a Firenze, gli venne assegnato il ruolo di assistente del professor Frugoni, presso l’Istituto di Patologia Medica; nel 1927 si trasferì insieme a quest'ultimo presso la Clinica Medica generale di Padova e nel 1931 in quella di Roma.[1] Durante questi anni Melli ricoprì numerosi incarichi, tra i quali: aiuto ospedaliero, assistente universitario e aiuto universitario; si impegnò anche nella ricerca in tutti gli ambiti della medicina, con particolare attenzione agli studi allergologici. Divenuto socio fondatore della Società Italiana di allergologia, nel 1935 intraprese il ruolo di professore straordinario presso la Clinica medica generale dell'Università degli Studi di Parma, assumendone inoltre la direzione. Nel 1938, dopo aver assunto la carica di ordinario, venne allontanato di lì a poco da tale mansione, in quanto il 5 settembre entrò in vigore il decreto legge n.1390, che prevedeva l'allontanamento di tutti gli studenti e i docenti ebrei dalle scuole Italiane.[2]

Gli anni del Nazismo[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1938 al 1945, durante gli anni del Nazismo, fu costretto a vagare esule per diverse città estere, per poi fare rientro in Italia tra gli anni 1945 e 1946 come professore straordinario di Patologia Speciale Medica e metodologia clinica presso l'Università degli Studi di Parma, divenendo anche direttore del relativo Istituto clinico dell'Ospedale Maggiore.[1]

Foto di Guido Melli, dal Corriere della Sera, 1971

Gli anni a Milano[modifica | modifica wikitesto]

Il 1º dicembre 1949 venne chiamato a Milano per occupare la cattedra di Patologia medica presso l'Università, assumendo inoltre il compito di dirigere un reparto di medicina all'interno dell'Ospedale Luigi Sacco. Tra il 1966 e il 1967 assunse anche la cattedra di Clinica medica. Nel 1968 Melli scoprì insieme ai suoi collaboratori della Clinica medica dell'Università degli Studi di Milano l'utilità della globulina anti-linfocitaria nei trapianti renali[4] . Nella nuova sede di Milano Melli fondò la scuola di specializzazione in nefrologia medica e nel 1969 collaborò insieme ad altri suoi colleghi dell'Istituto di Clinica chirurgica alla fondazione del primo centro milanese di emodialisi. La sua grande fama e il suo perseverante impegno nella ricerca lo portarono a ricoprire ruoli molto importanti: dal 1953 al 1972 fu membro del consiglio dirigente della Società Italiana di Medicina Interna (SIMI);

«Fu fra la fine di aprile e i primi di maggio che, nel 1921, s’ebbe l’annuncio di una delle maggiori scoperte nel campo terapeutico. Per quell’avvenimento memorabile, oggi, milioni di diabetici, in ogni parte del mondo, hanno la possibilità di vivere normalmente come esseri sani tutelati da un farmaco-prodigio. E va gran merito al "centro per lo studio del diabete" cui presiede il professor Guido Melli, direttore della Clinica Medica dell’Università di Milano, aver promosso, nella ricorrenza di quella data famosa, un convegno internazionale alla Fondazione Giovanni Lorenzini, in via Bremo 65, a partire dalle ore 15 di oggi, sul tema "L’insulina nella ricerca e nella clinica"[5]»

Durante il triennio 1965-1968 esercitò la carica di Presidente all'interno della Società italiana di allergologia, dirigendone in questo stesso periodo la rivista bimestrale Folia Allergologica; fondò la Società Italiana di immunologia e immunopatologia e fu Presidente della relativa rivista Italian Journal of Immunology and Immunopathology. Durante la permanenza a Milano, la sua ricerca scientifica si basò principalmente sull'immunologia e sull'ipertensione.[2]

«Enorme nome a Milano: quanta gente ha avuto più lunga vita o almeno più speranza dal Melli. È un signore alto, molto asciutto[6]»

Le dimissioni dalla Società Italiana di Allergologia e la fusione dell’immunologia con l'allergologia[modifica | modifica wikitesto]

La storia dell’allergologia e immunologia clinica in Italia ebbe inizio nei primi anni del ‘900 grazie agli studi sulle allergie, compiuti da Cesare Frugoni, Giuseppe Sanarelli ed Amilcare Zironi. Questi studi destarono subito l’interesse del mondo scientifico e portarono alla luce la prima rivista europea di allergologia: I Quaderni dell’Allergia. La Società Italiana Allergologica, crocevia per gli studi degli allergologi e dei cultori delle più diverse branche delle scienze biologiche e cliniche, si proponeva di organizzare, con periodicità biennale, i Congressi Nazionali a partire da quello del 1954, e di stimolare e favorire la partecipazione Italiana a quelli internazionali.[7]

A partire dal 1967 all’interno della Società si iniziò a prendere in considerazione un eventuale cambio di denominazione: quella già in uso appariva alquanto riduttiva alla luce dei nuovi studi nel campo dell’immunologia clinica, che avevano incentivato maggiormente l’apprendimento dell'allergologia. Si voleva quindi modificare il nome in: “Società Italiana di Allergologia e Immunologia”. Dopo lo svolgimento di un referendum interno e presa in considerazione l’esperienza di altre Società italiane ed estere, l’Assemblea dei Soci, convocata nel 1968, rifiutò la proposta di modificare la denominazione, presentando come motivazione principale il parere sfavorevole sull’accostamento delle due discipline.[8] L’Assemblea auspicava però la costituzione di una Società Italiana di immunologia.

Il mancato cambio della denominazione portò il professor Guido Melli, Presidente della Società dal 1965, insieme ai Membri del Consiglio Direttivo, a rassegnare le dimissioni. La ristrutturazione della Società fu guidata dal professor Umberto Serafini, nominato Commissario Straordinario, il quale si adoperò subito per eleggere un nuovo Consiglio direttivo. Intanto, la scoperta che i meccanismi immunologici avevano un ruolo in alcune patologie metteva sempre più in stretta correlazione l’allergologia e l’immunologia e, quindi, riportava all’ordine del giorno la discussione sulla modifica della denominazione.[9] La proposta di modifica, presentata ufficialmente dal professor Umberto Serafini durante un’Assemblea Straordinaria dei Soci del 1969, si basava sulla convinzione che solo un’estensione della denominazione avrebbe favorito un sostanziale progresso delle rispettive discipline. Questa volta la mozione fu accolta a larga maggioranza: nacque così la Società Italiana di Allergologia e Immunopatologia Clinica. Naturalmente anche l’organo ufficiale subì una trasformazione ed a partire dal 1974 prese il nome di Folia Allergologica et Immunologica Clinica, dotandosi di una nuova veste editoriale ed ampliando il Comitato Editoriale Internazionale.[10]

L’inserimento dell’allergologia e dell’Immunologia Clinica tra le discipline ospedaliere ha permesso il riconoscimento della figura ospedaliera dell'Allergologo e Immunologo Clinico, e l’istituzione di Servizi e Divisioni di allergologia e immunologia Clinica, con la conseguente costruzione delle rispettive carriere ospedaliere. Nel biennio 1989-1991 venne creato il Giornale Italiano di Allergologia ed Immunologia Clinica, continuazione ideale di Folia Allergologica et Immunologica Clinica, che oltre a rappresentare uno strumento di informazione, si proponeva di competere con le più qualificate riviste specialistiche straniere.[11]

Gli ultimi anni e la morte[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1977, dopo esser stato collocato a riposo a causa dell'ormai anziana età, ricevette l'onoreficenza di Grande Ufficiale al merito della Repubblica italiana e la nomina di Professore Emerito dell'Università di Milano. Morì il 2 dicembre 1985 a causa di una grave malattia che lo aveva colpito alcuni anni prima[12]. È tumulato in un colombaro al cimitero di Bruzzano[13].

«E’ morto ieri mattina nella sua abitazione di corso Italia, il professor Guido Melli, illustre esperto di allergia e immunologia clinica. Nato a Ferrara, lascia la moglie Delia. Melli era stato allievo di Cesare Frugoni e del celebre clinico aveva raccolto l’eredità diventando il suo più noto successore. In collaborazione con il professor Malan, era stato il primo ad attuare in Italia il trapianto renale. Noti all’estero anche i suoi lavori sull’ipertensione. Aveva insegnato fino al 1970, anno in cui lasciò, volontariamente, la cattedra di Chimica medica perché non condivideva i metodi didattici e gli esami assemblari[14]»

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

  • Medaglia d’oro Guido Baccelli al merito clinico;
  • Medaglia d’oro della Fondazione Alessandro Volta al merito per la terapia clinica;
  • Grande Ufficiale al merito della Repubblica italiana;
  • Nomina di Professore Emerito dell’Università di Milano.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Alberto M. Bertolini, Enrico Malizia e Guido Melli, Gli elettroliti in biologia ed in medicina, Casa editrice ambrosiana, 1951.
  • Guido Melli, Allergia malattie allergiche e allergosimili, Casa Editrice Dr. Francesco Vallardi, 1959.
  • Guido Melli e Domenico Mazzei, Le immunoglobuline: aspetti strutturali e funzionali, Istituto sieroterapico milanese S. Belfanti, 1967.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Associazione De humanitate Sanctae Annae, Breve storia di un medico ebreo ed immunologo ferrarese in terra lombarda: il Prof. Guido Melli, in Medici ebrei e la cultura ebraica a Ferrara, Faust edizioni, 2014, ISBN 978-88-98147-17-5. URL consultato il 26 dicembre 2017.
  2. ^ a b c d e Silvia Rigo, 2009, Dizionario Biografico degli italiani Treccani[collegamento interrotto]
  3. ^ Mario Musella, Melli alla cattedra di clinica medica, Corriere della Sera, 28 maggio 1966
  4. ^ F.Pi., Il siero che permette i trapianti, Corriere della Sera, 3 dicembre 1985
  5. ^ Mario Musella, I prodigi dell’insulina, Corriere della Sera, 24 aprile 1971
  6. ^ Vittorio Notarnicola, È già cominciato il futuro dei trapianti renali in serie, Corriere della Sera, 12 febbraio 1970
  7. ^ Storia della Società di Allergologia e Immunopatologia, Le origini
  8. ^ Storia della Società di Allergologia e Immunopatologia, La modernizzazione
  9. ^ Storia della Società di Allergologia e Immunopatologia, La modernizzazione
  10. ^ Storia della Società di Allergologia e Immunopatologia, La Società Italiana di Allergologia e Immunologia Clinica
  11. ^ Storia della Società di Allergologia e Immunopatologia, L'Allergologia e Immunologia Clinica diventa una disciplina ospedaliera
  12. ^ Riccardo Modestino “Breve storia di un medico ebreo ed immunologo ferrarese in terra lombarda: il Prof. Guido Melli” in Associazione De Humanitate Sanctae Annae “Medici Ebrei e la cultura ebraica a Ferrara” op. cit., pp.141
  13. ^ Comune di Milano, app di ricerca defunti "Not 2 4get".
  14. ^ La scomparsa del professor Guido Melli, Corriere della Sera, 3 dicembre 1985

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Associazione De Humanitate Sanctae Annae, Medici ebrei e la cultura ebraica a Ferrara, Faust Edizioni, 2014, ISBN 978-88-98147-17-5.
  • A.F., Sui trapianti renali parla il prof. Malan, Corriere della Sera, 21 marzo 1973, p. 2
  • F.Pi., Il siero che permette i trapianti, Corriere della Sera, 18 settembre 1968, p. 5
  • La scomparsa del professor Guido Melli, Corriere della Sera, 3 dicembre 1985, p. 25
  • L'insidia del rigetto, Corriere della Sera, 5 marzo 1969, p. 7
  • Mario Musella, Melli alla cattedra di clinica medica, Corriere della Sera, 28 maggio 1966, p. 8
  • Mario Musella, Le allergie sono un errore nell'autodifesa dell'organismo, Corriere della Sera, 5 ottobre 1967, p. 7
  • Gaetana Silvia Rigo, «Guido Melli» in Dizionario Biografico degli italiani, Volume 73, 2009
  • Vittorio Notarnicola, É già cominciato il futuro dei trapianti renali in serie, Corriere della Sera, 12 febbraio 1970, p. 2

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]