Gualtiero Tumiati

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Gualtiero Tumiati

Gualtiero Tumiati (Ferrara, 8 maggio 1876Roma, 23 aprile 1971) è stato un attore e regista teatrale italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Ferrara, figlio di Gaetano, un noto avvocato. Si laureò in giurisprudenza ed esercitò brevemente la professione presso lo studio legale paterno. Era fratello dello scrittore Corrado Tumiati, del professore universitario e giurista Leopoldo Tumiati e del drammaturgo Domenico Tumiati (1874-1943). Era zio del giornalista e scrittore Gaetano Tumiati e del giovane Francesco Tumiati eroe dell'antifascismo ferrarese.

L'attore[modifica | modifica wikitesto]

Il suo debutto da attore generico avvenne attorno ai trent'anni, tuttavia, le sue doti interpretative lo fecero ben presto notare. Del 1910 è il successo nel Cyrano de Bergerac. Allo scoppio della prima guerra mondiale, Tumiati si dedicò a spettacoli per intrattenere le truppe. Con il 1920 iniziò il periodo dei grandi lavori teatrali: tra gli altri, La dodicesima notte di William Shakespeare e Liliom di Ferenc Molnár. Nel 1924, grazie all'appoggio della moglie Beryl Hight, pittrice e scenografa, fondò a Milano la "Sala Azzurra", uno dei primi teatri d'avanguardia. Nel 1936, Silvio D'Amico lo chiamò a far parte del corpo docente dell'Accademia nazionale d'arte drammatica; tuttavia, Tumiati se ne distaccò l'anno seguente.[1]

Nel 1940 diresse l'Accademia dei filodrammatici di Milano: suoi allievi furono Giorgio Strehler e Paolo Grassi. Risale al 1951 l'unione con Annibale Ninchi. Il 1958 è l'anno del ritiro dalle scene, salvo poi ritornarvi ancora una volta ben undici anni dopo, per interpretare l'indovino Tiresia, cieco come ormai era anche lui, nell'Edipo re di Sofocle, diretto da Giorgio De Lullo al Teatro alla Scala.

Ha interpretato inoltre numerosi film di successo, tra i quali Malombra (1942), Eugenia Grandet (1947), La figlia del capitano (1947), Il Cristo proibito (1951), Il mercante di Venezia (1953), Ulisse (1954) e Guerra e pace (1956).

Trascorse gli ultimi dieci anni di vita in cecità, assistito dalla moglie Beryl Hight, che morì il 6 novembre del 1970, cinque mesi prima di lui,[2] che morì il 23 aprile 1971. È sepolto al cimitero Flaminio di Roma.

Prosa teatrale[modifica | modifica wikitesto]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Tumiati in Malombra (1942)
Tumiati in Eugenia Grandet (1947)

Prosa radiofonica EIAR[modifica | modifica wikitesto]

Doppiatori[modifica | modifica wikitesto]

  • Aldo Silvani in Il Passatore, La figlia del capitano, Il Cristo proibito, I figli di nessuno, Don Camillo
  • Mario Besesti in Menzogna, Il tenente Giorgio, I tre corsari, Noi peccatori, La nave delle donne maledette

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Daniele Ravenna, Domenico, Gualtiero, Leopoldo e Corrado. I fratelli Tumiati fra Ottocento e Novecento, Atti dell'Accademia delle Scienze di Ferrara, Anno Accademico 2020-2021, volume 98, p. 286.
  2. ^ La Stampa di sabato 24 aprile 1971, pag. 8

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Controllo di autoritàVIAF (EN121278866 · ISNI (EN0000 0000 7936 515X · SBN TO0V309185 · BAV 495/344886 · LCCN (ENno2010087786 · WorldCat Identities (ENlccn-no2010087786