Greta Knutson

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Ritratto di Greta Knutson al Museo nazionale di Stoccolma

Greta Knutson nota anche come Greta Knutson-Tzara (Stoccolma, 10 novembre 1899Parigi, 6 marzo 1983) è stata una pittrice, scrittrice e poetessa svedese, nonché studiosa di critica d'arte.

Si accostò all'astrattismo ed al cubismo; insieme al marito Tristan Tzara, cofondatore del dadaismo, negli anni trenta si unì al movimento surrealista per allontanarsene nel decennio successivo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque in una famiglia colta, composta da intellettuali portati per lo studio delle lingue straniere.[1] Frequentò sia l'Accademia di belle arti Carl Wilhelmson,[1] sia il Kungliga Konsthögskolan, l'Istituto Reale d'Arte, per proseguire gli studi presso la scuola d'arte del pittore cubista André Lhote a Parigi dove si trasferì all'inizio degli anni venti.[2]

In Francia conobbe Tristan Tzara, che sposò nel 1925. La coppia ebbe due figli[1], di cui uno, Christophe, nacque a Neuilly-sur-Seine nel 1927.[3] Con fondi derivati da un'eredità della moglie, Tzara fece costruire la residenza della famiglia a Montmartre, affidandone la progettazione all'architetto Adolf Loos, un ex secessionista. Greta fece modificare in parte il progetto originale in cui mancava uno studio per lei.[3]

Come il marito, Greta aderì al surrealismo nel corso degli anni trenta. Tuttavia quando, nel 1937,[4] si separò da Tzara per divorziare nel 1942,[1] si allontanò anche dal surrealismo per seguire il proprio interesse nella fenomenologia, in particolare legata ai filosofi Edmund Husserl[2] e Martin Heidegger.[4]

Nel 1929 allestì la prima mostra personale a Parigi, nel 1932 a Stoccolma.[1]

Verso la fine degli anni trenta dipinse il ritratto dello scultore svizzero Alberto Giacometti, del quale raccontò che in confidenza le aveva rivelato come i propri richiami all'arte africana fossero accidentali, legati alla moda del primitivismo allora in voga.[5]

Durante la seconda guerra mondiale ebbe una storia d'amore con René Char, e strinse legami d'amicizia con Albert Camus e André Breton.[1]

Sia come pittrice che come scrittrice Greta Knutson si ispirò alla modernità; fu una scrittrice prolifica, autrice di saggi di critica d'arte su riviste francesi e svedesi e, con meno frequenza, di poesie.[2] Nella maturità scrisse anche novelle e frammenti di poemi in prosa. Insieme a Gunnar Ekelöf tradusse opere letterarie svedesi in francese, mentre le sue poesie non vennero mai pubblicate in raccolte complete mentre era in vita.[2]

Soltanto nel 1980 venne pubblicata a Berlino una raccolta di testi scritti a partire dal 1927 e da lei stessa tradotti in tedesco, con il titolo di Bestien.[1]

Morì suicida a Parigi.[1]

Le poesie che aveva scritto in francese vennero tradotte in svedese dal poeta Lasse Söderberg; insieme al marito fu oggetto di studio da parte della storica dell'arte Cecilia Sjöholm. Söderberg, Sjöholm, l'attore Christian Fex e lo scrittore Jonas Ellerström presero parte all'incontro Madame Tzara? Greta Knutson och Tristan Tzara che si tenne presso l'Istituto di cultura romena di Stoccolma nell'ottobre 2007.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonte citata nel World biographical index

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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