Goga Ashkenazi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Goga Ashkenazi, pseudonimo di Gaukhar Yerkinovna Berkalieva[1] (in kazako Гауһар Еркінқызы Берқалиева?; Taraz, 1º febbraio 1980), è un'imprenditrice kazaka, miliardaria, fondatrice e CEO di MunaiGaz Engineering Group, un conglomerato kazako che opera nel settore del petrolio e del gas. Dal 2012 è stata alla guida della società di moda Vionnet con sede a Milano, Italia[2][3].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nata nell'oblast di Zhambyl, nella Repubblica socialista sovietica kazaka,[4] è cresciuta a Mosca, dove suo padre, l'ingegnere Yerkin Berkaliev, era membro del Comitato centrale del Partito Comunista sotto Mikhail Gorbachev. Sua madre, Saule, era laureata in ingegneria e medicina. Ha una sorella, Meruert, di 10 anni più anziana.[5]

Dopo la caduta dell'Unione Sovietica nel 1991, la sua famiglia è tornata in Kazakistan. Desiderosi che la loro figlia ricevesse un'istruzione competitiva, i suoi genitori mandarono la dodicenne Goga in un collegio in Inghilterra.[2] Ha frequentato per la prima volta la Buckswood Grange School nell'East Sussex, seguita dalla Stowe School, ma è stata espulsa dopo essere stata sorpresa a baciare un ragazzo.[6][5] Ha poi frequentato la Rugby School e ha quindi studiato al Somerville College di Oxford, diplomandosi nel 2001 in storia moderna ed economia.[5][7]

È di fede ebraica halakhah.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Dopo aver lasciato Oxford, Ashkenazi ha lavorato presso società di investment banking, tra cui Merrill Lynch e Morgan Stanley a Londra e ABN AMRO a Hong Kong.[5]

Nel 2003, Ashkenazi ha fondato il MunaiGaz Engineering Group con sua sorella, Meruert.[6] La società costruisce stazioni di compressione per gasdotti e operazioni di tunneling per reti di servizi pubblici, turbine a gas e impianti diesel.

Nel 2012 Ashkenazi ha rilevato dall'imprenditore Matteo Marzotto Vionnet, la società di moda fondata nel 1912 da Madeleine Vionnet, con sede a Milano.[8] Racconta di aver trascorso un anno in Italia studiando arte, design, moda e lingua italiana.[9]

Ashkenazi tenta di percorrere varie strade per rilanciare il marchio, dalla dem couture disegnata da Hussein Chabayan all'ecosotenibilità.[10] Nell'ottobre 2018 la casa di moda viene messa in liquidazione volontaria.[11][10]

Ashkenazi è anche nel consiglio di amministrazione di Ivanhoe Mining Group.[6]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

All'età di 23 anni, ha incontrato e sposato l'americano Stefan Ashkenazy,[6] il cui padre Severyn Ashkenazy ha fondato L'Ermitage Hotel Group. La coppia si è separata nel 2004 e ha divorziato nel 2007, ma lei ha mantenuto il suo cognome, anche se con un'ortografia diversa a causa di un errore di battitura sul suo passaporto russo. I suoi genitori sono entrambi atei giurati in quanto membri del Partito Comunista, ma suo padre è di origine musulmana e Goga è ebrea attraverso la nonna materna. Goga osserva che non aveva bisogno di convertirsi per sposare Ashkenazy in una cerimonia ebraica. Dice anche che nella sua borsa porta una pagina di una Torah di 1.200 anni.

Ashkenazi ha avuto una relazione extraconiugale con il miliardario Timur Kulibayev, genero del presidente del Kazakistan. Lei e Kulibayev hanno avuto due figli: Adam, nato nel 2007, e Alan, nato nel 2012. Lei si è a lungo divisa tra Milano, dove c'è la sede di Vionnet, e Londra, dove vivono i suoi figli.

È molto amica del principe Andrea, duca di York, così come del banchiere Nat Rothschild, dell'immobiliarista Nick Candy, del membro della band dei Duran Duran Nick Rhodes e di Lord Edward Spencer-Churchill.

Il suo nome, Gaukhar, significa diamante in kazako, mentre il nome di sua sorella Meruert significa perla.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (RU) Ограбление не портит Гоге настроение, in Forbes Kazakhstan, 15 gennaio 2013. URL consultato il 3 ottobre 2015.
  2. ^ a b (EN) Eric Konigsberg, Goga Ashkenazi: Fashion’s First Female Oligarch, in New York (magazine), 11 febbraio 2015. URL consultato il 3 ottobre 2015.
  3. ^ (EN) Christopher Bagley, Gaga for Goga, in W Magazine, 28 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 15 agosto 2018).
  4. ^ (EN) Richard Kerbaj, Kazakh millionaire fights Home Office visa ban, in The Sunday Times, 17 marzo 2013. URL consultato il 3 ottobre 2015 (archiviato dall'url originale il 29 maggio 2014).
  5. ^ a b c d (EN) Lydia Slater, Goga Ashkenazi: not your average oligarch, in The Times, 6 aprile 2013. URL consultato il 3 ottobre 2015.
  6. ^ a b c d (EN) Lydia Slater, High flyer – Goga Ashkenazi takes over the world, in London Evening Standard, 3 giugno 2010. URL consultato il 3 ottobre 2015.
  7. ^ (EN) Ian Burrell, Goga Ashkenazi: By royal ascent, in The Independent, 12 marzo 2011. URL consultato il 20 luglio 2017.
  8. ^ Goga Askhenazi unica azionista di Madeleine Vionnet, in Fashion Week, 12 giugno 2012. URL consultato il 1º gennaio 2023.
  9. ^ (EN) J.J. Martin, Vionnet's Lady Goga, in Harper's Bazaar, 13 ottobre 2013.
  10. ^ a b Marta Casadei, Da Vionnet a Patou, perché i grandi gruppi risvegliano marchi doprmienti, in Il Sole 24 Ore, 11 giugno 2019. URL consultato il 1º gennaio 2023.
  11. ^ Vionnet verso la liquidazione volontaria, in Milano Finanza, 12 ottobre 2018. URL consultato il 1º gennaio 2023.