Giuseppe Fontana

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Giuseppe Fontana
NascitaVicenza, 22 agosto 1902
Mortemar Mediterraneo, 10 gennaio 1941
Cause della morteCaduto in combattimento
Luogo di sepolturadisperso in mare
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Marina
Anni di servizio1923 -1941
GradoCapitano di fregata
GuerreGuerra civile spagnola
Seconda guerra mondiale
Comandante ditorpediniera Albatros
cacciatorpediniere Antonio da Noli
torpediniera Vega
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Navale di Livorno
dati tratti da Le Medaglie d'Oro al Valor Militare volume 1 (1935-1941)[1]
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Giuseppe Fontana (Vicenza, 22 agosto 1902mar Mediterraneo, 10 gennaio 1941) è stato un militare e marinaio italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Le torpediniere Altair, Aldebaran, Antares, Andromeda, Perseo, Sagittario, e Vega ormeggiate a pacchetto a Napoli in occasione della Rivista "H" del 1938.

Nacque a Vicenza il 22 agosto 1902.[1] Arruolatosi nella Regia Marina all'età di quindici anni, nel 1917 iniziò a frequentare la Regia Accademia Navale di Livorno (dopo dovette ripetere un anno), da dove uscì con il grado di guardiamarina il 15 luglio 1923.[2] Fu promosso sottotenente di vascello nel 1925 e tenente di vascello nel 1928.[2]

Dopo aver prestato servizio su alcune unità di superficie, fu comandante della torpediniera Albatros e poi vicecomandante dell'incrociatore corazzato San Giorgio.[3] Promosso capitano di corvetta dal 25 gennaio 1937 fu comandante in 2^ del cacciatorpediniere Antonio da Noli, con cui prese parte alle operazioni belliche in Spagna.[3]

Il 28 aprile 1939 fu al comando della 10ª Squadriglia di torpediniere (composta da Vega, Sirio, Sagittario e Perseo) stanziata presso l'isola di Lero nel possedimento italiano del Dodecanneso, alzando la sua insegna sulla Vega.[3] Rientrò in Italia nel gennaio 1940, stabilendosi con la sua squadriglia di base a La Spezia.

Trasferito in Sicilia, all'alba del 10 gennaio 1941 la Vega, su cui era imbarcato e si trovava in navigazione insieme alla similare Circe, avvistò delle unità britanniche al largo dell'isola di Pantelleria.[2] Lo scontrò fu cruento e durò diverse ore. La nave fu colpita in più punti e rimase immobilizzata in fiamme e affondò in poco tempo.[2]

Egli perì nell'affondamento dopo aver lasciato il suo salvagente ad un suo subalterno e fu decorato con la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria assieme al sottotenente di vascello Giorgio Scalia.[3]

Poco prima della sua morte, con decreto straordinario, fu promosso al grado di capitano di fregata.[2]

A lui sono state dedicate delle strade sia a Vicenza che a Fiumicino.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di squadriglia torpediniere, in numerose delicate missioni di guerra dette sempre prova di perizia e di sereno ardimento. Nel corso di una ricerca notturna, conseguito il contatto con soverchianti forze navali avversarie, portò con abile e pronta manovra la torpediniera all’attacco, riuscendo ad infliggere al nemico sicure perdite con il lancio ravvicinato dei siluri. Durante la fase di disimpegno, dopo che la sua unità fu colpita dalla violenta reazione del fuoco avversario ed apparve impossibile il tentativo di salvarla, deciso a far pagare al nemico il più duramente possibile la perdita della torpediniera, si riportò contro la formazione avversaria e, con intenso tiro delle sue artiglierie protratto fino all’estremo limite, ripetutamente colpì le navi che ne facevano parte. Quando l’affondamento della sua unità risultò imminente, dispose il salvataggio dei superstiti, ad uno dei quali diede anche il proprio salvagente, rincuorandoli fino all’ultimo dal suo posto di comando. Nell’adempimento delle proprie mansioni divideva con la sua nave l’estrema sorte gloriosa. Canale di Sicilia, 10 gennaio 1941.[4]»
— Regio Decreto 22 aprile 1941.
Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Al comando di unità di superficie effettuava numerose missioni di guerra in zone particolarmente insidiate dal nemico, confermando in ogni circostanza elevate doti di ardimento, perizia tecnica ed audace spirito aggressivo. Nell'adempimento del dovere scompariva in mare con la sua unità. Mediterraneo centrale, 10 giugno 1940-10 gennaio 1941
— Regio decreto 25 gennaio 1941.
Medaglia Commemorativa della Guerra di Spagna (1936-1939) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Paolo Alberini e Franco Prosperini, Uomini della Marina, 1861-1946, Roma, Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Marina Militare, 2015, ISBN 978-88-98485-95-6.
  • Erminio Bagnasco, In Guerra sul Mare. Navi e marinai italiani nel secondo conflitto mondiale, Parma, Ermanno Albertelli Editore, 2005, ISBN 88-87372-50-0.
  • (EN) Maurizio Brescia, Mussolini's Navy. A Reference Guide of Regia Marina 1930-1945, Barnsley, Seaforth Publishing, 2012.
  • Giorgio Giorgerini, La guerra italiana sul mare, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2002, ISBN 978-88-04-50150-3.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le Medaglie d'Oro al Valor Militare volume 1 (1935-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]