Giuseppe Castruccio

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Giuseppe Castruccio
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Calcio
Ruolo Difensore
Termine carriera 1909
Carriera
Giovanili
1902[1]-1903Genoa
Squadre di club1
1904-1906Genoa II7 (0)
1907-1908Genoa1 (0)
1909Genoa II? (?)
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Giuseppe Michele Mario Castruccio (Genova, 11 settembre 1887Genova, 3 giugno 1985) è stato un calciatore, diplomatico e militare italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Genova, in gioventù si dedicò allo sport, divenendo socio del Genoa, arrivando a giocare nella prima squadra. Allo scoppio della guerra diventa ufficiale in aeronautica dove guadagnò una medaglia d'oro al valore militare. Terminato il conflitto si dedicò alla carriera diplomatica. Divenuto nel 1943 console ad Atene, con Guelfo Zamboni partecipò al salvataggio di 350 ebrei[2].

Al termine del secondo conflitto mondiale torna a Genova. Sarà punto di riferimento per i giornalisti sportivi interessati alla storia del Genoa, divenendo una sorta di memoria storica del club rossoblu.

È scomparso nel 1985 a 97 anni.

La rotonda di fronte all'aeroporto di Genova e un albero nel Giardino dei Giusti di Salonicco sono intitolati a lui.[3]

Carriera calcistica[modifica | modifica wikitesto]

Cresciuto calcisticamente nel Genoa, nel 1904 vinse con i rossoblu la Seconda Categoria, una sorta di campionato giovanile ante-litteram, battendo nella finale del 17 aprile 4 a 0 la squadra riserve della Juventus.[4][5]

La stagione seguente, il 26 febbraio 1905, gioca nella rotonda vittoria per 4 a 0 contro l'Andrea Doria II che permise la vittoria nelle eliminatorie liguri.[6]

Impiegato per lo più nella squadra riserve, giocò la sua unica partita da titolare con la prima squadra del Genoa nella stagione del 1907 nell'incontro di qualificazione perso dai Grifoni per 3 a 1 contro l'Andrea Doria.

Fu impiegato nell'amichevole inaugurale del nuovo campo sportivo di San Gottardo dell'8 dicembre 1907 contro l'equipaggio della nave britannica Canopic.[7]

Vanta anche 2 presenze in Palla Dapples.

Pilota di dirigibile[modifica | modifica wikitesto]

Con l'entrata nella prima guerra mondiale dell'Italia, Castruccio viene chiamato al fronte. Diviene pilota di dirigile con il grado di tenente, in azioni di spionaggio e bombardamento sull'M.10. Il 22 settembre 1917, nel mezzo di un'eroica azione militare, portò in salvo il dirigibile italiano M10 di Casarsa della Delizia gravemente danneggiato dagli austriaci e il re Vittorio Emanuele III d'Italia gli conferì la medaglia d'oro al valore militare, riconoscimento piuttosto raro per un vivente.[8] Dal 4 novembre successivo è all'Aeroporto di Ferrara prendendo servizio sull'M.15 del Capitano Francesco Pricolo.

Carriera diplomatica[modifica | modifica wikitesto]

Dopo il conflitto, intraprese la carriera diplomatica.

Il 31 maggio 1920 fu tra i funzionari italiani che accolsero nella capitale nipponica gli aviatori Arturo Ferrarin e Guido Masiero, che compirono il cosiddetto Raid Roma-Tokyo a bordo di due Ansaldo SVA 9.[9]

Nel 1933 in quanto console a Chicago, curò l'accoglienza e l'arrivo della Crociera aerea del Decennale guidata da Italo Balbo che giunse nella città statunitense per l'Expo 1933.[10]

Diviene console di Salonicco il 18 giugno del 1943, al posto di Guelfo Zamboni. Viene così a conoscenza dell'opera di salvataggio degli ebrei di Salonicco che il precedente console stava conducendo[11]. Approfittando della sua posizione, poté falsificare la nazionalità di molti ebrei greci, spacciandoli per ebrei italiani od italiani, quindi trasferibili ad Atene, occupata dall'esercito italiano ed evitare loro la deportazione nei campi di sterminio nazisti.

Riuscì a salvare, secondo i calcoli del capitano Lucillo Merci, di stanza a Salonicco come interprete, 113 ebrei e 323 italiani o italianizzati, compresi alcuni ricercati dalla Gestapo.

Dopo l'8 settembre, i tedeschi occupano il consolato italiano di Salonicco ma, Castruccio aveva già distrutto tutta la documentazione che avrebbe testimoniato la sua azione di salvataggio, proteggendo se stesso e le genti da lui trasferite ad Atene.

A dicembre il consolato viene chiuso e Castruccio torna in Italia, non prima di essere intervenuto a favore dei militari italiani che avevano collaborato con lui ad organizzare il «treno della salvezza»[2].

Per la sua opera coraggiosa che portò al salvataggio di centinaia di ebrei, gli è stato riconosciuto il titolo di “Giusto fra le Nazioni”, nel corso di una cerimonia che si è svolta Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale il 28 aprile 2023.[12]

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Calciatore[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]
Genoa II: 1904

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ufficiale di bordo di un dirigibile che aveva compiuta un’azione notturna di bombardamento sul nemico, visto che l’aeronave, colpita a poppa, in una posizione inclinata di 45 gradi, discendeva precipitosamente alla deriva, e intuito che portando un carico a prora si sarebbe reso possibile il governo del dirigibile, con sereno e cosciente spirito di sacrificio, esponendo la vita per la salvezza dei compagni e dell’aeronave, servendosi di una sottile scala metallica, saliva, nonostante l’oscurità più assoluta, dalla navicella all’involucro, aprendosi un varco nella parte inferiore; indi si trascinava carponi sopra il sottile strato di stoffa fino a prora del dirigibile, sfidando la lacerazione possibile del tessuto e la conseguente caduta. Col suo peso migliorava, così, l’equilibrio dell’aeronave, e rimanendo in tale penosa e rischiosissima condizione per circa un’ora di discesa precipitosa, permetteva al comandante di condurre l’aeronave in territorio nazionale e di atterrare[13]
— Cielo di Prosecco, 22 settembre 1917
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ufficiale di bordo di un dirigibile, prendeva parte a quattro incursioni su territorio nemico, dimostrando calma e fermezza nei momenti di maggior pericolo e coadiuvando efficacemente il proprio comandante. Febbraio-luglio 1917.»

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Manlio Fantini, F.C. Genoa, Edi-Grafica, 1977.
  • Davide Rota, Dizionario illustrato dei giocatori genoani, Genova, De Ferrari, 2008, ISBN 978-88-6405-011-9.
  • Franco Tomati, Gianni Brera, Genoa Amore mio, Nuove Edizioni Periodiche, 1992.
  • Aldo Padovano, Accadde domani... un anno con il Genoa, Genova, De Ferrari, 2005, ISBN 88-7172-689-8.
  • Massimo Zamorani, Volagenova cento anni di volo, Genova, De Ferrari, 1997, ISBN 88-7172-103-9.
  • Daniel Carpi, A New Approach to Some Episodes in the History of the Jews in Salonika during the Holocaust. Memory, Myth, Documentation, dal II volume di The Last Ottoman Century and Beyond: The Jews in Turkey and the Balkans 1808-1945, a cura di Minna Rozen, The Aviv University
  • Nico Pirozzi, Napoli Salonicco Auschwitz - Cronaca di un viaggio senza ritorno, Edizioni Cento Autori, 2008. ISBN 978-88-95241-56-2
  • Nico Pirozzi, Salonicco 1943 - Agonia e morte della Gerusalemme dei Balcani, Sarno, 2019. ISBN 978-88-31-995078