Giuseppe Busuoli

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Giuseppe Busuoli (Finale Emilia, 22 febbraio 1894Finale Emilia, 10 marzo 1948) è stato uno scultore e pittore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque da Martino e da Antonia Cabonardi. Colpito da ragazzo da una grave forma di tubercolosi ossea, venne sottoposto ad amputazione di una gamba e fu costretto ad abbandonare gli studi. Avendo però dimostrato una forte vocazione per la scultura, a spese del Comune di Finale Emilia fu inviato a Milano per frequentarvi la Scuola del marmo presso l'Accademia di Brera, diretta da Adolfo Wildt.

Tornato a Finale nel 1924, realizzò sculture di gusto allegorico e religioso dalla modellazione influenzata palesemente dallo stesso Wildt. Tra queste, l'Estasi di Santa Teresa, oggi presso la Pinacoteca Civica di Bondeno[1].

Superato questo periodo stilistico e roso da una sempre maggiore inquietudine, Busuoli cercò conforto nella fede, divenendo frate converso presso il convento di San Domenico di Fiesole e poi novizio presso i conventi francescani di Bologna e di Faenza.

Nonostante le crisi mistiche e i problemi di salute, Busuoli non abbandonò mai l'attività artistica, intensificando quella a carattere espositivo. Ad esempio nel 1934 aderì ad importanti rassegne collettive a Milano e a Piacenza. Non gli mancarono le committenze a carattere pubblico: la lapide ai martiri fascisti per il Municipio di Finale Emilia, il Balilla per il Palazzo Littorio (oggi Accademia nazionale di scienze, lettere e arti) di Modena, sculture religiose per il convento francescano di Villa Verucchio, per il Convento dell'Osservanza a Bologna, per la chiesa parrocchiale di Frassineto, per l'Istituto Salesiano di Parma, per la chiesa parrocchiale di Gavello (altare maggiore).

L'altorilievo in marmo Italia Repubblicana, 2 giugno 1946, è posto all'ingresso del palazzo municipale di Finale Emilia, mentre la scultura Il galeotto, è collocata sulla scalinata della torre dell'acquedotto.

Giuseppe Busuoli operò inoltre in vari cimiteri emiliani; la sua opera più significativa è la neo-medievale Tomba Rossi (1932) nel cimitero della Certosa di Bondeno.[2]

Come pittore, realizzò la complessa decorazione murale delle volte della Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo di Finale Emilia.

Nel 2019 la sua città natale gli ha dedicato la mostra "Giuseppe Busuoli La materia e l'anima" allestita a Palazzo Borsari.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ A. P. Torresi 2000.
  2. ^ L. Scardino e A. P. Torresi 2003.
  3. ^ Giuseppe Busuoli a Palazzo Borsari fino al 20 ottobre, su Comune di Finale Emilia. URL consultato il 26 ottobre 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Lucio Scardino e Antonio P. Torresi, La Certosa di Bondeno: note storico-artistiche su un cimitero della provincia ferrarese, Liberty house, 2003, pp. 37, 121-122.
  • A. P. Torresi, Giuseppe Busuoli, in Vittorio Sgarbi (a cura di), Wildt a Forlì. La scultura dell'anima, Venezia, Marsilio, 2000, pp. 118-120.
  • Gherardo Braida e Mario Cavani (a cura di), Giuseppe Busuoli, la materia e l'anima, Comune di Finale Emilia, 2019. (catalogo della mostra)
  • Stefano Marchetti, Tra tormento ed estasi risplende l'arte di Busuoli, in Il Resto del Carlino, 5 ottobre 2019. URL consultato il 26 ottobre 2022.
  • Elmo Diegoli (a cura di), Giuseppe Busuoli artista mistico, Milano, Gastaldi, 1967.
  • D. Rubboli, Si ricorda Busuoli pittore e scultore, in Gazzetta di Modena, 22 settembre 1967.
  • P. Gigli, Come ho visto Busuoli, pittore e scultore finalese, in Il Punto, n. 8, agosto 1957.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuseppe Busuoli, su PatER - Catalogo del Patrimonio culturale dell’Emilia-Romagna, Regione Emilia-Romagna. Modifica su Wikidata