Giulio Zanon

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Giulio Zanon
NascitaBragni di Cadoneghe, 1892
MorteSelz, 30 giugno 1915
Cause della mortecaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
Reparto13º Reggimento fanteria, Brigata "Pinerolo"
GradoSoldato
GuerrePrima guerra mondiale
Decorazionivedi qui
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Giulio Zanon (Bragni di Cadoneghe, 1892Selz, 30 giugno 1915) è stato un militare italiano. Soldato del Regio Esercito, ha combattuto durante la prima guerra mondiale, venendo insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Cadoneghe (Padova) nel 1892, figlio di Innocente e di Anna Belli. Militare di leva del Regio Esercito, si distinse nei soccorsi alla popolazione in occasione del terremoto di Avezzano, avvenuto il 13 gennaio 1915, in quella occasione salvò il suo ufficiale superiore, il Generale Lauro De Santis, rimasto sepolto tra le macerie del terrificante terremoto. Proposto per la concessione di una medaglia al valore e per una ricompensa della Fondazione Carnegie, con l'entrata in guerra[1] del Regno d'Italia, il 24 maggio dello stesso anno,[1] partì per il fronte. Soldato appartenente alla 9ª compagnia del 13º Reggimento fanteria il 30 giugno 1915,[2] diede la vita a Selz per salvare[3] un suo superiore, il tenente Ugo Leone.[4] Fu tra le prime Medaglie d'oro al valor militare[5] concesse durante la prima guerra mondiale (il primo fu il Sergente dei bersaglieri Giuseppe Carli, caduto a Monte Mrzli, 1º giugno 1915).[3]

Il suo comune natale ne ha onorato la memoria intitolandogli il locale Istituto comprensivo, mentre quello di Padova gli ha intitolato una via.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Con nobile abnegazione, sotto micidialissimo fuoco nemico, soccorreva e riusciva a trarre in salvo un soldato gravemente ferito. Durante l’attacco alla baionetta, in una lotta corpo a corpo, liberava un soldato già caduto prigioniero, uccidendo un nemico e fugandone altri. Visto in pericolo il proprio ufficiale, si slanciava avanti, facendogli scudo col proprio petto, e cadeva valorosamente crivellato di ferite.»
— Selz, 30 giugno 1915.
— Regio Decreto 13 novembre 1915.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Cavaciocchi, Ungari 2014, p. 53.
  2. ^ Cavaciocchi, Ungari 2014, p. 59.
  3. ^ a b Bagneri Grato 2014, p. 5.
  4. ^ Cadde mortalmente ferito alle ore 14.20 un per un gesto di eroica generosità, aveva ventitré anni.
  5. ^ L'autore Albino Bellon nel suo libro I due secoli di Cadoneghe. Dal comune napoleonico al primo consiglio comunale repubblicano riporta che il 2 novembre 1933 il colonnello Renzo Vaccari, allora comandante del 13º Reggimento di fanteria “Pinerolo” di guarnigione a L'Aquila scrisse al podestà di Cadoneghe una lettera in cui comunicava che il fratello di Giulio Zanon, Ernesto, aveva impegnato al Monte di pietà di Camposampiero la Medaglia d'oro per la cifra di 150 lire e richiedeva, per le tristi condizioni in cui si trovava, di ricevere il sussidio annuale di cento lire che il reggimento inviava ai genitori del defunto. Un successivo accertamento verificò che Ernesto Zanon in realtà aveva una piccola latteria e una proprietà terriera in affitto, per cui il colonnello ritenne che il fatto che una tale decorazione fosse impegnata al Monte di pietà corrispondesse ad “un atto irrispettoso verso l’eroico defunto”. Egli si impegnò in prima persona nel tentativo di recuperare l’onorificenza, e la medaglia venne ritirata dal Monte di pietà in data 6 marzo 1934.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Albino Bellon, I due secoli di Cadoneghe. Dal comune napoleonico al primo consiglio comunale repubblicano, Vigodarzere, Centro editoriale cattolico Carroccio, 1995, ISBN 88-6830-159-8.
  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 1, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 2, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Alberto Cavaciocchi, Andrea Ungari, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
  • Fernando Ferrandino, Giorgio Segato, Giuliano Cenci, Generazioni in armi, Padova, il Poligrafo, 1995.
  • Roberto Giardina, 1914 la grande guerra: L'Italia neutrale spinta verso il conflitto, Reggio Emilia, Imprimatur s.r.l., 2014, ISBN 88-6830-159-8.

Periodici[modifica | modifica wikitesto]

  • Ramella Bagneri Grato, Tücc'ün, n. 2, Biella, Associazione Nazionale Alpini sezione di Biella, giugno 2014, p. 5.